martedì 20 luglio 2010

Esselunga continua la sua battaglia contro il politburo di Modena che favorisce la Coop e blocca un concorrente molto competitivo. E’ una dura contesa commerciale ma anche politica perché, lo sanno tutti, la Coop “sostiene” il PD

pict001 Dieci anni di ricorsi e pub­bliche denunce per finire, se an­drà male, con quasi 45mila metri quadrati di terreno edificabile, ma non per usi commerciali. Una beffa se il proprietario del lot­to si chiama Esselunga, che co­me è noto non vende villette a schiera. La questione va avanti da dieci anni ed è uno dei peggio­ri crucci di Bernardo Caprotti, fondatore della storica catena di supermarket con un lunghissi­mo conto in sospeso con le Coop rosse (cui ha dedicato un best-seller, Falce e carrello ). Su alcuni giornali di ieri si potevano legge­re due pagine comprate apposita­mente da Esselunga per raccon­tare il caso «Modena, via Canalet­to », un caso lampante, secondo la società lombarda, di violazio­ne della libera concorrenza e di ingerenza politica.

La vicenda parte nel 2000, quando Esselunga si aggiudica per 24 miliardi di lire un terreno vicino al centro di Modena, sulla base di un Programma di riquali­ficazione urbana approvato dal Comune l’anno prima e che avrebbe consentito la costruzio­ne di un supermercato in una por­zione limitata dell’area acquisita dal gruppo di Caprotti. Però sia­mo a Modena, nel cuore dell’Emi­lia rossa, ed Esselunga gioca fuo­ri casa, perché lì il distributore più forte si chiama Coop Estense, un competitor con delle ottime frecce nascoste nella faretra. Ba­sta meno di un anno per accorger­sene. Perché nel febbraio 2001, la Coop estense partecipa ad un’asta giudiziale che mette in vendita la parte rimanente del­l’area, in tutto nemmeno 9mila metri quadrati. Però fondamen­tali, perché la norma fissa al 75% la quota di proprietà sufficiente ad essere padroni della destina­zione del terreno, e con i suoi 44mila e passa metri quadri, Esse­lunga ne controlla circa il 72%.

Al­l’asta si presentano dei delegati di Esselunga da una parte e Ma­rio Zucchelli, presidente di Coop Estense, dall’altra. Il quale rilan­cia a suon di miliardi fino ad ag­giudicarsi il piccolo lotto per la spaventosa cifra di 23 miliardi, cinque volte al metro quadro più di quanto pagato da Esselunga in precedenza. Un esborso enor­me, però sufficiente a rimettere in gioco tutto.Il senso dell’opera­zione verrà così descritto dalla Gazzetta di Modena del giorno dopo: «La Coop estense ha paga­to quell’area quattro volte il valo­re di stima pur di impedire l’aper­tura di un concorrente “scomo­do” come Esselunga».

In effetti da quel momento ini­zia un valzer di incontri con i tec­nici del Comune, con assessori e sindaco, per capire come risolve­re la matassa e a quale dei due contendenti assegnare l’«esclusi­va » del nuovo supermarket. Si ar­riva così al 2008 e l’assessore al­l’Urbanistica Daniele Sitta (Pd, già esponente del Pci dal 1968 e già alto funzionario di società del­la galassia cooperativa) «propo­ne ancora una volta ai rappresen­tanti di Esselunga di insediarsi in altro luogo e cedere a Coop Esten­se il proprio lotto in via Canalet­to. Altrimenti il Comune avrebbe cambiato le «destinazioni d’uso» cancellando «l’uso commercia­le ».

Un’eventualità sciagurata per Esselunga, ribadita però dal sindaco di Modena Giorgio Pighi l’anno scorso, e nuovamente da Sitta pochi giorni fa («è arrivato il momento di “sfilare” a quello spiazzo il futuro centro commer­ciale e di programmarne la co­struzione altrove»). Una normale “guerra” tra ope­ratori che si contendono, anche ferocemente, una promessa di business? Non sembrerebbe, per­ché l’area acquistata a carissimo prezzo da Coop Estense pare del tutto inadatta alla costruzione di un ipermercato (un pezzo di ter­ra che dà sulla ferrovia...). E che dunque, secondo Esselunga, rive­la chiaramente «l’intendimento originario», cioè «l’eliminazione dell’unico supermercato possibi­le in via Canaletto, quello di Esse­lunga ».

Accuse già tradotte in un ricorso al Tar, da cui la società lombarda è uscita sconfitta, e che adesso è al vaglio del Consiglio di Stato. Il sindaco di Modena re­spinge ogni accusa e annuncia querele. Esselunga Spa fa sapere però che «non accetterà questa condotta» e farà di tutto per op­porsi facendone un caso naziona­le. Per far vincere, contro falce e carrello, «concorrenza e libertà».

Nessun commento:

Posta un commento