Siamo molto preoccupati per la “salute” del Sindaco di Ravenna, l’amico Fabrizio Matteucci, perché temiamo sia affetto da una forma di “dissociazione acuta politico-amministrativa”; infatti, come Sindaco di Ravenna ha appaltato tutti i servizi, fra cui la distribuzione dell’acqua, ad una SpA a scopo di lucro quotata in borsa, che tutti i cittadini conoscono come HERA, poi, sempre come Sindaco, tiene banchetti in piazza per raccogliere firme contro la cosiddetta “privatizzazione dell’acqua”, quella stessa acqua che HERA SpA compra da un’altra Società per Azioni chiamata “Romagna acque società delle Fonti”. Pensavamo che il doppiogiochismo comunista fosse finito con il cambio del nome al partito, invece dobbiamo ogni volta ricrederci e riconoscere che chi viene da quella scuola non cambierà mai.
Su questo referendum “per l’acqua pubblica”, contro il decreto Ronchi vengono brutalmente ingannati i cittadini dicendo che l’acqua verrà privatizzata e che non se ne potrà più disporre se non a caro prezzo, mentre il decreto si limita a completare un percorso di adeguamento alle normative europee, condiviso anche dal centrosinistra, che vede interessata la fase di distribuzione dell’acqua agli utenti, che non potrà più essere affidata in regime di monopolio, ma dovrà essere messa a concorso ed appaltata a chi offrirà le condizioni migliori, di servizio e di prezzo.
La proprietà dell’acqua e delle reti rimarrebbe pubblica e le varie società di gestione, private o pubbliche, concorrerebbero in un regime di concorrenza: tutto a favore dei cittadini che ora a Ravenna vedono un monopolista, HERA, fare il bello ed il cattivo tempo in tutti i settori, con tariffe sempre più elevate e profitti astronomici non dovuti certo all’efficienza aziendale, ma alla mancanza di concorrenza.
Forse è proprio questo che temono il Sindaco di Ravenna ed il PD: se HERA venisse messa in concorrenza e dovesse tagliare i costi esorbitanti, non potrebbe continuare a pagare stipendi, prebende e gettoni ad un pletora di “compagni” inseriti a decine nei consigli di amministrazione, nelle direzioni e negli uffici, come si usa normalmente per politici e sindacalisti “dismessi”.
Ma la malafede del PD è ancora più grave perché, mentre da una parte fa bassa demagogia, dall’altra è andato ben oltre le liberalizzazioni dei servizi di stampo europeo, quando, per una decisione presa dal partito, tutti i Comuni romagnoli hanno ceduto le reti di distribuzione (ad esempio del gas) ad HERA, senza che ve ne fosse bisogno, espropriandosi così del capitale, ma soprattutto della possibilità di avere il coltello dalla parte del manico nei confronti della società concessionaria del servizio e di poterla condizionare nei costi e nelle modalità di servizio, per tutelare i cittadini.
Questa è la vera privatizzazione compiuta dal PD, questo è il vero furto perpetrato nei confronti della collettività; i banchetti per le firme di Matteucci sono solo il fumo negli occhi che si dà ai cittadini per poter continuare ad ingannarli.
Gianguido Bazzoni - Consigliere regionale PDL
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