mercoledì 27 gennaio 2010

Dopo 90 giorni il PD di Bersani non è nè carne nè pesce

Altro che svolta, altro che profilo riformista, altro che ritorno al Pci: il Pd di Bersani, dopo novanta giorni dal cambio di segreteria, non è né carne né pesce.

Doveva tornare ad essere una forza politica strutturata, che preferisce la forma-partito tradizionale al partito veltroniano delle primarie, ma in Puglia - regione strategica per l'esito delle prossime regionali - dopo una serie infinita di ripensamenti ha dovuto subire le primarie imposte da un soggetto estraneo al Pd, il governatore uscente Vendola, di Sinistra e Libertà.
Doveva riprendersi con autorevolezza la leadership del centrosinistra, affrancandosi dal giustizialismo estremista di Di Pietro, e invece sul processo breve - la prima occasione giusta per smarcarsi visto che alcuni suoi parlamentari avevano presentato una proposta sostanzialmente simile nel 2006 - ha seguito pedissequamente al Senato la linea dell'ex pm.
Doveva aprire una nuova stagione di alleanze, allargando la coalizione antiberlusconiana senza ripetere gli errori dell'Unione prodiana allungandosi verso l'Udc, ma il laboratorio pugliese prescelto per l'esperimento è saltato in aria prima ancora di essere aperto perché gli elettori del Pd hanno voltato clamorosamente le spalle ai dirigenti nazionali e regionali parteggiando apertamente per un leader esterno al partito.
Doveva imprimere al centrosinistra una spinta finalmente riformista, e si trova in troppi casi ancora prigioniero della sinistra radicale.
Doveva riprendersi la capacità di imporre la propria agenda politica e le proprie scelte rispetto agli alleati "minori", e in Lazio ha finito per piegarsi perfino all’autocandidatura della Bonino.

Il duo Bersani-D'Alema ha inanellato in tre mesi una serie di errori macroscopici che hanno già ridotto l'attuale segreteria al rango dell'anatra zoppa.
Non si capisce, ad esempio, perché in Puglia hanno scelto di fare prove tecniche di alleanze mai decise nel congresso del partito (l'ultimo tenuto aveva scelto ben altre strade).
E poi, con che criterio due leader nazionali sono scesi in campo contro il presidente di una giunta appoggiata dal loro stesso partito?
E ancora: se si presenta il Pd come un partito federale, perché tentare di imporre le candidature dall'alto?
E infine, Bersani e D'Alema hanno raggiunto l'apice dell'autolesionismo presentando contro Vendola il solito Boccia, che era già stato sconfitto nelle primarie di cinque anni fa e che stavolta ha preso una batosta senza precedenti (73 a 37!).

E veniamo alle scelte fatte nelle varie regioni: un delirio.
Saltato il principale laboratorio politico su cui si puntava per costruire il famoso comitato di liberazione nazionale da Berlusconi, il Pd ha giocato le sue fiches su più tavoli, a macchia di leopardo.
Nonostante il fallimento pugliese, restano in piedi le altre intese locali con Casini (in Piemonte, Liguria, e probabilmente anche nelle Marche e in Basilicata); in altre regioni il Pd ha scelto di affidarsi invece ai vecchi alleati unionisti alla sua sinistra, in un caso persino ai radicali che pure in Lombardia sono scesi in campo contro Penati.
Alle regionali troveremo quindi candidati di estrazione molto diversa tra loro a rappresentare il Pd. Nel Nord il partito cerca di recuperare il terreno perduto con i ceti produttivi candidando in Lombardia, appunto, Penati e in Veneto il segretario della Cgia di Mestre Bortolussi. In Piemonte, invece, la Bresso lavora a un “accordo tecnico” con Pdci e Rifondazione. Nel Lazio punta su Emma Bonino e i radicali. Soluzioni, queste ultime, che non hanno mancato di dividere il partito - e che probabilmente continueranno a farlo alle urne.

La politica delle alleanze del Pd, alla fine, è un guazzabuglio, che trasmette all'elettorato il senso di scelte occasionali e non certo strategiche.
Una sorta di testa o croce tra il vivere alla giornata e il tirare a campare. Nulla di quello che ci si aspettava dall'arrivo di Bersani alla guida del Partito Democratico.

8 commenti:

  1. per come sono nate le primarie e per cosa dovrebbero rappresentare, il risultato nazionale e locale, è RIDICOLO.
    Per come si è espresso il popolo della sinistra , per il PD, sarebbe più opportuno cambiare nome e trasformarsi in PAB -partito anti Berlusconi-.
    Raccoglierebbe tutti gli scontenti,non dovrebbe giustificare alleanze improponibili,avrebbe un programma chiaro e semplice. PS: "Morto un Papi se ne farà un altro"

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  2. ho letto con grande curiosità il commento al post http://pdcasolavalsenio.blogspot.com/2010/01/in-puglia-vendola-ha-stravinto-in.html di Giorgio sagrini e mi sono chiesto quale dose di trasformismo ci voglia per recepire un risultato tale come “bella prova…”.
    Sia in puglia, per le regionali, che a Faenza, per le comunali,il candidato del PD non ha superato il 40% dei voti della stessa sinistra votante .Gli stessi elettori che voteranno sicuramente contro Berlusconi , a marzo, hanno di fatto bocciato Bersani e la politica del PD.
    Sagrini , o ha cambiato schieramento politico , oppure non ha nulla da gioire , Lui è espressione del 40% e non lo deve dimenticare o mascherare citando le affluenze!

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  3. Grazie per la RASSEGNA STAMPA che ci ha pubblicato il blog del PDL .
    Apprendiamo che il PD non esiste e quel po' che resta e' nelle mani di incapaci che hanno il torto di volere affermare un Partito con il metodo democratico delle PRIMARIE per la scelta dei candidati, ovunque è possibile e necessario ,adeguandosi poi al risultato :Ma è fatica fare capire questa elementare regola democratica a che è "costretto" ad adeguarsi alle decisioni di Arcore in trasferta a Palazzo Grazioli.
    Giacomo giacometti
    p.s. "Il BLOG del PDL casolano prestato anche al Gruppo Consiliare :PDL UDC LEGA INDIPENDENTI sarà mirato essenzialmente sui problemi locali."Non ci interessa la grande politica nazionale" .(Fabio,qualche tempo fa!)
    Infatti!
    gg.

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  4. Sarà lo stesso autolesionismo della destra Casolana... stesso candidato sempre trombato tutte le volte che si è presentato, e in un arco temporale lungo ben 15 anni!!
    Che strateghi!!! Complimenti!!!

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  5. Infatti è chiaro che i Casolani fino ad ora hanno preferito essere amministrati da voi.
    Stiamo cercando di dimostrare quello che siete.
    Grazie per l'aiuto
    Fabio

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  6. E' SOLAMENTE UN DATO DI FATTO !!!
    COME PER BOCCIA!!
    NIENTE DI PIU'!

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  7. anonimo(non degno ne di considerazione ne di risposta -dal vangelo secondo Giorgio- )non ti basta comandare? vuoi anche dirigere l'opposizione? sarebbe molto più utile che ti andassi a rileggere il significato di democratico prima di appropriartene senza titolo e senza ragione.

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