Il Comune di Parma, amministrato dal centro destra, ha presentato una grande novità in tema di tasse locali battezzata (con l’orgoglio che echeggia i fasti di quella che fu la capitale di un piccolo-grande ducato) “Quoziente Parma”.
E’ la rimodulazione dell’Isee, cioè del coefficiente in base al quale i contribuenti con redditi bassi possono ottenere sconti nelle tariffe dei servizi comunali (asili nido, scuole di base, assistenza sociale e sanitaria, eccetera). Le voci che compongono quell’indice non sono state cambiate, ma è stato ricalcolato il loro peso tenendo conto del cosiddetto “quoziente familiare” che campeggiava nel programma elettorale del governo Berlusconi.
Chi è interessato trova qui una sintesi più dettagliata con alcune tabelle che permettono di valutare il risparmio per le famiglie, mediamente del 15 per cento. In altre parole, un cittadino che dovesse versare 100 euro di tariffa Isee, ne verserebbe 85 con il “quoziente Parma”.
E’ la prima volta che un comune italiano (guidato da Pietro Vignali, l’erede di Elvio Ubaldi) introduce il quoziente familiare. Un segnale da raccogliere con attenzione: significa che ridurre le tasse si può anche in periodo di crisi. E un invito al governo perché con maggiore coraggio introduca il quoziente familiare nel sistema tributario nazionale.
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