Alcune recenti prese di posizione sulla scuola sottoscritte da molti comuni ravennati e quasi sempre assistite dall’assessorato all’istruzione della Provincia di Ravenna rimandano, ancora una volta, alle differenze profonde di valutazione sul sistema scolastico nazionale e sulla conseguente e ricorrente insoddisfazione della sinistra per gli interventi messi in campo dal governo.
La nostra brava e coraggiosa Gelmini, spesso trattata con insopportabile sufficienza dai professorini del PD, sta cercando di porre rimedio a decenni di abbandono e di mortificazione della scuola nella consapevolezza che per distruggerla definitivamente sarebbe sufficiente lasciarla come è oggi: proprio ciò che vorrebbero fare i cosiddetti riformisti che intasano le pubbliche amministrazioni emiliano romagnole.
E’ prima di tutto un problema di soldi
Negli ultimi dieci anni la spesa del ministero dell’istruzione è aumentata del 30%: da 33 miliardi di euro nel 1999 a 43 miliardi nel 2008. Oltre un miliardo in più ogni anno.
La spesa pubblica per la scuola è esplosa, senza migliorarne la qualità, che è costantemente diminuita e degradata. Una situazione che per molti versi accomuna la crisi di produttività della scuola alla crisi di produttività della giustizia. Entrambi scontano un sistema amministrativo- gestionale da riformare con decisione e con urgenza.
Gli otto miliardi di risparmio programmati per i prossimi tre anni non tagliano la spesa attuale, ma evitano lo sfondamento del tetto dei 50 miliardi di spesa senza qualità: non si vuole spendere meno ma si vuole spendere meglio, investendo in innovazione, formazione, edilizia scolastica.
Non incidere sui meccanismi di spesa vuol dire assumersi la responsabilità del tracollo.
Il piano del governo pone le premesse per un innalzamento della qualità del sistema, innescando un circolo virtuoso: efficienza (stesso risultato a costi minori), maggiori risorse da investire, più qualità. Con un impegno più volte ripetuto: i risparmi saranno reinvestiti nella scuola e per la scuola.
Quale scuola difendono i conservatori di sinistra?
Sulla scuola italiana pesa il fardello dell’eredità del Sessantotto:
- l’idea che fosse vietato vietare e che l’autorità fosse un male, ha portato alla delegittimazione della funzione educativa del maestro,
- la lotta alla selezione ha comportato la cancellazione del merito,
- l’idea che la promozione sia un diritto e la bocciatura una punizione porta a confondere l’opportunità di studiare con il “diritto” a ricevere automaticamente un titolo di studio dopo un certo numero di anni, una sorta di anzianità scolastica,
- l’idea che gli studenti giudichino gli insegnanti presuppone che l’insegnante migliore non sia più quello preparato ed esigente, ma quello che promuove senza nulla chiedere in cambio.
Da più di quarant’anni questa mentalità rovina la scuola.
Cosa fare?
La Gelmini come molti ministri che l’hanno preceduta avrebbe potuto decidere di affidarsi a interminabili commissioni di studio, convegni e discussioni di principio dove tutti avrebbero detto il contrario di tutto per lasciare alla fine le cose esattamente al punto di partenza.
Invece ha avuto il coraggio di partire dal basso con provvedimenti emblematici e diretti che hanno avuto il compito di marcare il cambio di passo e interrompere la spirale perversa imposta così a lungo alla scuola italiana
In forza della politica del fare, adotta provvedimenti semplici ma efficaci: il voto in condotta, l’educazione civica, i voti in pagella, il maestro unico. In pochi mesi diventa uno dei ministri più odiati dalla sinistra che per la prima volta vede tagliarsi l’erba sotto i piedi e centuplica le manifestazioni di protesta portando in piazza anche i bambini.
Ritorna il voto in condotta
Il voto in condotta farà media con i voti delle altre materie. Gli studenti saranno valutati non solo in base ai risultati conseguiti nelle singole discipline, ma anche in base ai comportamenti in classe e a scuola. Nei casi di grave insufficienza in condotta e dopo essere stato adeguatamente richiamato, l’alunno sarà bocciato. Questa non è solo una risposta al moltiplicarsi di atti di bullismo ma soprattutto il segnale che la scuola vuole tornare a essere un luogo educativo.
Educazione civica
Lo studio dell’educazione civica è un’altra modalità per ridare alla scuola la sua funzione educativa. Conoscere i principi costituzionali è utile per gli studenti italiani e per meglio integrare gli studenti stranieri e le loro famiglie.
Inoltre ricevere obbligatoriamente un’educazione stradale, ambientale, alla salute, farà diventare ogni studente più consapevole delle proprie responsabilità verso sé e verso gli altri. L’educazione civica verrà insegnata durante le ore di storia, geografia e studi sociali, per un’ora alla settimana, fino a un massimo di 33 ore l’anno.
Tornano i voti in pagella
Negli ultimi anni i giudizi erano diventati confusi, a volte incomprensibili, un giro di parole che portava l’attenzione al profilo psicologico invece di dire con chiarezza il livello di preparazione dello studente. Il passaggio dalla valutazione con i giudizi alla valutazione con i voti ha prodotto la responsabilizzazione degli insegnanti. Il ritorno ai voti è un elemento di chiarezza, utile per misurare in maniera immediata e precisa il profitto conseguito nelle singole materie, a beneficio di studenti e famiglie.
Ritorna il maestro unico o prevalente
I bambini necessitano di un punto di riferimento chiaro e sicuro per la loro crescita personale e intellettuale. Un insegnante unico (o prevalente, perché restano gli insegnanti di inglese e di religione) avrà maggiore attenzione per il bambino, saprà modulare e indirizzare la sua azione didattica tenendo conto delle diverse attitudini, interessi e capacità individuali.
L’obiettivo è quello di favorire la crescita integrale dell’alunno, aiutandolo a guardare e giudicare quel che lo circonda. In questo modo le famiglie avranno maggiore sicurezza e gli insegnanti torneranno ad avere un ruolo definito e autorevole, con responsabilità identificate e gratificanti.
Da un punto di vista organizzativo, l’attuale insegnamento a modulo prevede tre docenti per due classi. Grazie al maestro unico, si “liberano” insegnanti che saranno utilizzati per potenziare il tempo pieno.
Libri di testo validi per sei anni
Per aiutare le famiglie ad arginare il carovita, il contenuto dei libri di testo adottati dalle scuole resterà invariato per l’intero ciclo scolastico.
La scuola digitale
L’ulteriore diffusione dell’innovazione nella scuola si articola in due fasi.
Dall’anno scolastico 2009-2010 saranno installate 16.000 lavagne interattive multimediali in altrettante classi della scuola secondaria di I grado e 50.000 insegnanti saranno coinvolti in percorsi di formazione. Nell’anno scolastico 2010-2011 il piano si estenderà alla scuola secondaria di II grado e alla scuola primaria dove saranno distribuite 8.000 lavagne e coinvolti circa 25.000 insegnanti. L’introduzione delle lavagne interattive multimediali consentirà alle scuole di utilizzare al meglio i contenuti digitali.
L’intervento “Cl@ssi 2.0” prevede una nuova comunicazione digitale per la scuola.
Già da questo anno scolastico la gestione degli incarichi per le supplenze sarà on line, risparmiando tempo e denaro. Inoltre, l’esperienza in corso in molte scuole sul dialogo online scuola-famiglia sarà estesa. I genitori verranno informati sulle assenze dei propri figli attraverso sms, le pagelle saranno consultabili on line e nelle Scuole Secondarie di II grado sarà avviata la gestione automatica delle presenze-assenze.
L'emergenza vera è la scuola dell'infanzia
La nostra brava e coraggiosa Gelmini, spesso trattata con insopportabile sufficienza dai professorini del PD, sta cercando di porre rimedio a decenni di abbandono e di mortificazione della scuola nella consapevolezza che per distruggerla definitivamente sarebbe sufficiente lasciarla come è oggi: proprio ciò che vorrebbero fare i cosiddetti riformisti che intasano le pubbliche amministrazioni emiliano romagnole.
E’ prima di tutto un problema di soldi
Negli ultimi dieci anni la spesa del ministero dell’istruzione è aumentata del 30%: da 33 miliardi di euro nel 1999 a 43 miliardi nel 2008. Oltre un miliardo in più ogni anno.
La spesa pubblica per la scuola è esplosa, senza migliorarne la qualità, che è costantemente diminuita e degradata. Una situazione che per molti versi accomuna la crisi di produttività della scuola alla crisi di produttività della giustizia. Entrambi scontano un sistema amministrativo- gestionale da riformare con decisione e con urgenza.
Gli otto miliardi di risparmio programmati per i prossimi tre anni non tagliano la spesa attuale, ma evitano lo sfondamento del tetto dei 50 miliardi di spesa senza qualità: non si vuole spendere meno ma si vuole spendere meglio, investendo in innovazione, formazione, edilizia scolastica.
Non incidere sui meccanismi di spesa vuol dire assumersi la responsabilità del tracollo.
Il piano del governo pone le premesse per un innalzamento della qualità del sistema, innescando un circolo virtuoso: efficienza (stesso risultato a costi minori), maggiori risorse da investire, più qualità. Con un impegno più volte ripetuto: i risparmi saranno reinvestiti nella scuola e per la scuola.
Quale scuola difendono i conservatori di sinistra?
Sulla scuola italiana pesa il fardello dell’eredità del Sessantotto:
- l’idea che fosse vietato vietare e che l’autorità fosse un male, ha portato alla delegittimazione della funzione educativa del maestro,
- la lotta alla selezione ha comportato la cancellazione del merito,
- l’idea che la promozione sia un diritto e la bocciatura una punizione porta a confondere l’opportunità di studiare con il “diritto” a ricevere automaticamente un titolo di studio dopo un certo numero di anni, una sorta di anzianità scolastica,
- l’idea che gli studenti giudichino gli insegnanti presuppone che l’insegnante migliore non sia più quello preparato ed esigente, ma quello che promuove senza nulla chiedere in cambio.
Da più di quarant’anni questa mentalità rovina la scuola.
Cosa fare?
La Gelmini come molti ministri che l’hanno preceduta avrebbe potuto decidere di affidarsi a interminabili commissioni di studio, convegni e discussioni di principio dove tutti avrebbero detto il contrario di tutto per lasciare alla fine le cose esattamente al punto di partenza.
Invece ha avuto il coraggio di partire dal basso con provvedimenti emblematici e diretti che hanno avuto il compito di marcare il cambio di passo e interrompere la spirale perversa imposta così a lungo alla scuola italiana
In forza della politica del fare, adotta provvedimenti semplici ma efficaci: il voto in condotta, l’educazione civica, i voti in pagella, il maestro unico. In pochi mesi diventa uno dei ministri più odiati dalla sinistra che per la prima volta vede tagliarsi l’erba sotto i piedi e centuplica le manifestazioni di protesta portando in piazza anche i bambini.
Ritorna il voto in condotta
Il voto in condotta farà media con i voti delle altre materie. Gli studenti saranno valutati non solo in base ai risultati conseguiti nelle singole discipline, ma anche in base ai comportamenti in classe e a scuola. Nei casi di grave insufficienza in condotta e dopo essere stato adeguatamente richiamato, l’alunno sarà bocciato. Questa non è solo una risposta al moltiplicarsi di atti di bullismo ma soprattutto il segnale che la scuola vuole tornare a essere un luogo educativo.
Educazione civica
Lo studio dell’educazione civica è un’altra modalità per ridare alla scuola la sua funzione educativa. Conoscere i principi costituzionali è utile per gli studenti italiani e per meglio integrare gli studenti stranieri e le loro famiglie.
Inoltre ricevere obbligatoriamente un’educazione stradale, ambientale, alla salute, farà diventare ogni studente più consapevole delle proprie responsabilità verso sé e verso gli altri. L’educazione civica verrà insegnata durante le ore di storia, geografia e studi sociali, per un’ora alla settimana, fino a un massimo di 33 ore l’anno.
Tornano i voti in pagella
Negli ultimi anni i giudizi erano diventati confusi, a volte incomprensibili, un giro di parole che portava l’attenzione al profilo psicologico invece di dire con chiarezza il livello di preparazione dello studente. Il passaggio dalla valutazione con i giudizi alla valutazione con i voti ha prodotto la responsabilizzazione degli insegnanti. Il ritorno ai voti è un elemento di chiarezza, utile per misurare in maniera immediata e precisa il profitto conseguito nelle singole materie, a beneficio di studenti e famiglie.
Ritorna il maestro unico o prevalente
I bambini necessitano di un punto di riferimento chiaro e sicuro per la loro crescita personale e intellettuale. Un insegnante unico (o prevalente, perché restano gli insegnanti di inglese e di religione) avrà maggiore attenzione per il bambino, saprà modulare e indirizzare la sua azione didattica tenendo conto delle diverse attitudini, interessi e capacità individuali.
L’obiettivo è quello di favorire la crescita integrale dell’alunno, aiutandolo a guardare e giudicare quel che lo circonda. In questo modo le famiglie avranno maggiore sicurezza e gli insegnanti torneranno ad avere un ruolo definito e autorevole, con responsabilità identificate e gratificanti.
Da un punto di vista organizzativo, l’attuale insegnamento a modulo prevede tre docenti per due classi. Grazie al maestro unico, si “liberano” insegnanti che saranno utilizzati per potenziare il tempo pieno.
Libri di testo validi per sei anni
Per aiutare le famiglie ad arginare il carovita, il contenuto dei libri di testo adottati dalle scuole resterà invariato per l’intero ciclo scolastico.
La scuola digitale
L’ulteriore diffusione dell’innovazione nella scuola si articola in due fasi.
Dall’anno scolastico 2009-2010 saranno installate 16.000 lavagne interattive multimediali in altrettante classi della scuola secondaria di I grado e 50.000 insegnanti saranno coinvolti in percorsi di formazione. Nell’anno scolastico 2010-2011 il piano si estenderà alla scuola secondaria di II grado e alla scuola primaria dove saranno distribuite 8.000 lavagne e coinvolti circa 25.000 insegnanti. L’introduzione delle lavagne interattive multimediali consentirà alle scuole di utilizzare al meglio i contenuti digitali.
L’intervento “Cl@ssi 2.0” prevede una nuova comunicazione digitale per la scuola.
Già da questo anno scolastico la gestione degli incarichi per le supplenze sarà on line, risparmiando tempo e denaro. Inoltre, l’esperienza in corso in molte scuole sul dialogo online scuola-famiglia sarà estesa. I genitori verranno informati sulle assenze dei propri figli attraverso sms, le pagelle saranno consultabili on line e nelle Scuole Secondarie di II grado sarà avviata la gestione automatica delle presenze-assenze.
L'emergenza vera è la scuola dell'infanzia
In realtà la maggiore resistenza e la più ampia mobilitazione è stata sollecitata in queste settimane dai comuni di sinistra sulle scuole dell’infanzia perché sulla scuola primaria e sulla secondaria non hanno trovato, con dispiacere, agganci utili per mobilitare le piazze.
Sulla scuola dell’infanzia c’è una obiettiva difficoltà derivante dall’aumento delle domande di iscrizione a fronte di un numero costante di docenti. E’ una situazione alla quale dovrà porsi rimedio e noi stessi abbiamo sollecitato il ministro a valutare le condizioni per l’ampliamento degli organici soprattutto in quelle contingenze dove le sezioni hanno accolto il massimo numero di alunni consentito dalla legge.
Ma una volta per tutte deve affrontarsi in questa fascia di età l’organizzazione di un sistema veramente integrato che assicuri alle scuole paritarie un supporto sostanziale per corrispondere all’aumento della domanda scolare. E’ solo per un piccolo e meschino retaggio ideologico che molti comuni continuano a negare un adeguato sostegno alle scuole materne cattoliche (quelle che fanno capo alla FISM) che in realtà costano al bilancio pubblico il 50% in meno della scuola statale.
Si abbia il coraggio di costruire un nuovo sistema e di aiutare l’offerta scolastica che proviene dalle scuole paritarie consentendo anche ai genitori forme di detrazione in grado di abbattere i costi maggiori sostenuti per accedere a queste scuole. In questo modo si potrebbero ottenere risultati immediati aumentando l’offerta senza ampliare una spesa pubblica rigidissima come quella che ha caratterizzato il nostro sistema di istruzione nell’ultimo ventennio
Sulla scuola dell’infanzia c’è una obiettiva difficoltà derivante dall’aumento delle domande di iscrizione a fronte di un numero costante di docenti. E’ una situazione alla quale dovrà porsi rimedio e noi stessi abbiamo sollecitato il ministro a valutare le condizioni per l’ampliamento degli organici soprattutto in quelle contingenze dove le sezioni hanno accolto il massimo numero di alunni consentito dalla legge.
Ma una volta per tutte deve affrontarsi in questa fascia di età l’organizzazione di un sistema veramente integrato che assicuri alle scuole paritarie un supporto sostanziale per corrispondere all’aumento della domanda scolare. E’ solo per un piccolo e meschino retaggio ideologico che molti comuni continuano a negare un adeguato sostegno alle scuole materne cattoliche (quelle che fanno capo alla FISM) che in realtà costano al bilancio pubblico il 50% in meno della scuola statale.
Si abbia il coraggio di costruire un nuovo sistema e di aiutare l’offerta scolastica che proviene dalle scuole paritarie consentendo anche ai genitori forme di detrazione in grado di abbattere i costi maggiori sostenuti per accedere a queste scuole. In questo modo si potrebbero ottenere risultati immediati aumentando l’offerta senza ampliare una spesa pubblica rigidissima come quella che ha caratterizzato il nostro sistema di istruzione nell’ultimo ventennio
Negli ulrimi dieci anni in cui la spesa per l'istruzione è aumentata del 30%...la Pdl è stata al governo per 7 anni e mezzo; ma non sarebbe nemmeno un problema, insomma, cosa ci sarebbe di male nello spendere tanti soldi per l'educazione dei nostri figli, magari non spendendone affatto per comprare sette o otto caccia bombardieri di ultima generazione?
RispondiEliminaE' interesante anche la considerazione sul maestro unico; i bambini hanno bisogno di un chiaro e unico riferimento educativo, perchè magari con due maestre si confondono; si potrebbe così anche porre fine alla pericolosa abitudine di avere due genitori, meglio solo un babbo o solo una mamma, così si eviterebbe ulteriore confusione nei nostri giovani.
Ho qualche dubbio che con l'aumento di alunni per classe e un solo insegnante, questo abbia più
tempo per ogni singolo studente; dovrà fare il doppio di tutto, per tutti, negli stessi orari.
La brava Gelmini, a proposito di merito ed efficenza, non si capisce ancora bene quali requisiti abbia per sedere a capo di del ministero della pubblica istruzione, a parte la sua profonda conoscenza delle scuole, come studentessa; dopo la laurea in giurisprudenza a Brescia, ha dato l'esame per l'avvocatura nella vicina Catanzaro, in precedenza, aveva finito le superiori dopo un provvidenziale passaggio da un Liceo pubblico ad uno privato; come si sa, le scuole private sono ferocissime nel bocciare, ferocissime, un modello davvero anti sessantottino.
Cristiano
Ti ringrazio, Cristiano, per l’interesse con cui segui la nostra stanza. Di solito non intervengo sui commenti perché penso che sia giusto che le opinioni di chi ha la voglia e la pazienza di leggerci meritino il rispetto dell’accoglienza e non quella della contrapposizione.
RispondiEliminaIn questo caso, vista l’articolazione del tuo contributo su tre punti mi permetto una precisazione.
La spesa per la scuola
Noi non facciamo quasi mai il giochino del “noi e del voi” perché cerchiamo di stare più sui contenuti che sulle polemiche. Quando ci riusciamo, proviamo ad argomentare partendo da ciò che dobbiamo fare noi prima di marcare quello che hanno fatto di sbagliato gli altri.
La scuola, come qualsiasi settore della pubblica amministrazione (la sanità, la giustizia, la difesa, il welfare ecc.) non può prescindere dalla dimensione economica perché ogni azione riformatrice, alla fine, cammina sulle risorse economiche che lo stato è in grado di investire.
La teoria, molto usata a sinistra e che anche tu riprendi, è che nell’istruzione non si deve guardare alle spese perché la finalità è così alta che il controllo del bilancio è l’ultima cosa che si deve affrontare.
Non è così. Anche nella scuola il controllo delle spese e la misurazione del prodotto è essenziale e preliminare ad ogni definizione di obiettivo.
A dirla tutta l’attuale operazione che il governo conduce sulla scuola ha anche la finalità di passare da uno stipendificio indifferenziato a un sistema dove cominciano a ricercarsi minimi indicatori di qualità e di efficienza.
E’ una operazione difficilissima e probabilmente destinata alla sconfitta. Ma non per questo non va tentata. Se tanta parte dell’intellighenzia nazionale, di cui anche tu sei parte, ci desse una mano, forse qualche speranza in più potremmo coltivarla. Ma la vedo dura. Proprio dura.
Negli ultimi dieci anni gli spazi di governo sono stati questi:
2009 Governo Berlusconi
2008 Termine Governo Prodi 06.05.2008 – Inizio Governo Berlusconi 08.05.2008
2007 Governo Prodi
2006 Termine Governo Berlusconi 17.05.2006 – Inizio Governo Prodi 17.05.2006
2005 Governo Berlusconi
2004 Governo Berlusconi
2003 Governo Berlusconi
2002 Governo Berlusconi
2001 Termine Governo Amato 11.06.2001- Inizio Governo Berlusconi 11 giugno 2001
2000 Termine Governo D'Alema 25.04.2000 - Inizio Governo Amato 25.04.2000
1999 Inizio Governo D'Alema 21.10.1998
Se ti fa piacere dire che la dilatazione della spesa indifferenziata nella scuola è colpa di Berlusconi dillo pure: non mi spenderò certo per dirti che è colpa di un sindacalismo estremo e di una politicizzazione esasperata. Ti dirò solo: è ora di cambiare. La nostra ricetta è questa. Quella del PD non la conosco ma temo che siano solo chiacchiere, come sempre.
(La storia dei sette otto caccia bombardieri la puoi raccontare nel bar ma non nelle aule parlamentari dove ti verrebbero dietro solo i pochi comunisti che essendo ormai fuori da ogni responsabilità di governo possono permettersi ogni fantasticheria)
Il Maestro unico
Prendo atto, Cristiano, che non condividi la proposta del maestro unico. Non so se questa riforma sarà un danno per i bambini. Non lo so veramente. So solo che l’importanza di chiamarsi “maestro” è motivo di orgoglio per chi ancora crede in questo ruolo
I maestri della scuola elementare sono quelli che insegnano agli alunni a vivere semplicemente con il loro esempio e la loro gioia. Che siano uno o due non mi sembra essenziale. Quando i bambini incontrano un grande maestro lo si vede perché sono i bambini stessi a fartelo capire. E a quel punto, per loro, il problema non si pone più.
Il Ministro Gelmini
Mi dispiace che tu adoperi questo tipo di argomentazioni. Le trovo di pessimo gusto e volgari. So che molti sono appagati dall’uso di questi metodi di battaglia politica. Non è il mio terreno e me ne chiamo fuori. Forse la qualità della politica italiana potrebbe migliorare se si provasse a crescere. Forse.
rispondo molto volentieri alle tue questioni; il problema che sollevavo non è quello su chi dare la colpa sul costo della scuola; semplicemente, come l'hai messa giù te, sembra che la colpa sia di qualcun'altro.
RispondiEliminaSai, i caccia bombardieri; beh, si, detta al bar fa un certo effetto, devo ammetterlo.
Un po' meno lo fanno su di me il costo dei 131 F35, che si avvicinerà ai 14 miliardi di euro.
Però portano anche testate nucleari, quindi immagino che avranno dietro una tecnologia molto all'avanguardia. Contro chi li useremo, sarà un problema;forse la Cina, ma poi avremmo un miliardo e mezzo di persone leggermente arrabbiate, che smetteranno all'istante di comprare le nostre lavatrici e le ambite ferrari.
Capisco che in parlamento riderebbero, ma è proprio questo che mi fa riflettere; come Nonno, insomma, non preferiresti restare stupito per un mega investimento sulla scuola da 14 miliardi di euro, che su dei cacciabombardieri tattici?
Personalmenente, vivrei meglio in un mondo con la scuola indebitata fino ai capelli, ma con 131 caccia bombardieri in meno, piuttosto che il contrario…
La questione più problematica del progetto di riforma per me è un'altra: come si valuta l'efficenza? Chi la valuta? Non è questione da poco.
Parliamo di studenti; sarebbe alquanto controproduttivo e temo doloroso per loro sottoporli come i manichini al crash test, e farli sbattere con la testa contro un muro per vedere cosa avranno dentro a fine anno.
Il numero di bocciati? Più bocciati, più qualità?
Quando si tira in ballo la qualità per faccende come questa, insomma, non parliamo di una macchina del caffè o di biscotti, parliamo di conoscenza, e spesso i voti non dicono proprio tutto...
E vengo alle mie considerazioni sulla Gelmini; parliamone, invece.
Nel Pdl ci sono uomini di grande cultura, ed anche di grandi capacità manageriali,comprovate sul campo in tanti anni di esperienza; tu parli di efficenza.
La chiedi con forza nelle scuole.
Perchè non posso chiederne i requisiti io per un ministro della Repubblica?
Cos'ha fatto, per meritare quel posto?
Il motivo per cui sta li è innominabile; lo so io, lo sai pure te, ma lasciamolo nell'anonimato.
Però, perchè per lei non posso chiedermi come c'è capitata li, considerati gli altri nomi ben più adatti che c'erano nel Pdl?
Io sono un semplice pizzaiolo, che scrive romanzi, ma che ha scelto di rimanere pizzaiolo.
Ho rifiutato tutti i grossi editori, Mondadori ed Einaudi perchè di proprietà del presidente del consiglio, e anche Rizzoli, perchè una multinazionale come tutte le altre.
Posso dire a te, come ripeto ad ogni mio incontro, che disprezzo profondamente quella che tu chiami intellighenzia; specialmente quella che si strappa le vesti alla vista del presidente del consiglio, ma poi non si fa problemi a prendere soldi da lui.
Sono tanti. Anzi, sono quasi tutti.
E quando sottoscrivono gli appelli per la libertà di stampa, mi chiedo se usino la stessa mano con cui firmano i contratti con cui Berlusconi li paga.
Ti ho già detto, prima delle comunali, che Berlusconi rappresenta per me tutto ciò che disprezzo, e non parlo di scelte politiche o economiche, ma della sua concezione del mondo, dell'esibizione sfrontata della ricchezza e del potere, delle pubbliche virtù da portare in piazza e i vizi privati da coltivare in santa pace e via dicendo; sono fedele rigorosamente ai miei principi, e felice di pagarne il prezzo.
Molti altri no.
Sono fedeli ai loro principi nel segreto dell'urna, nello sventolare il loro voto un minuto dopo e nel firmare appelli, un po' meno quando c'è da passare alla cassa.
Per questo non faccio parte di quell'Intellighenzia.
Scusa per il commento fiume, ma sono un chiacchierone,
Cristiano
(Saragattiano Francescano)
Caro saragatiano Francesco,
RispondiEliminaMi è difficile discutere di politica con Santa Maria Goretti perchè la politica ha misuratori di peso e di portata del tutto diversi dalla bontà universale e dal bene assoluto. La politica, quella buona, è un processo per approssimazione e si avvicina al bene solo attraverso errori e ritorni: per questo solo gli uomini e non i santi riescono a sopportarla.
Su questo terreno, essendo io un omino piccolo piccolo, mi astengo per manifesta inferiorità di fronte all'avversario.
Siamo così abituati a gente che considera tutte le donne del PDL puttane e tutti cli uomini ladri (esattamente come facevano con il PSI) che le tue insinuazioni sulla Gelmini non mi toccano.
Ti ricordo solo che abbiamo avuto al ministero della pubblica istruzione grandi uomini di cultura come Luigi Berlinguer e Tullio De Mauro ma il loro apporto è stato pari a zero.
Vuoi vedere che una presunta puttana farà molto più e meglio?
Fabio
Francescano, non francesco!
RispondiEliminaOttima risposta!
Peccato che poi la discussione finisca qui.
L'ultima parte comunque dice qualcosa che io non ho detto (tutti gli uomini ladri e tutte le donne puttane, ma immagino sia una battuta buona da spendere al bar!)
peccato,
cristiano