Tutti i consigli comunali dei 23 comuni che aderiscono al Con.Ami di Imola sono chiamati in questi giorni a deliberare il via libera che consentirà il passaggio degli oltre 75 milioni di euro di infrastrutture da Con.Ami ad Hera. La delibera di maggior rilevanza dovrebbe essere assunta dal consiglio comunale di Imola il prossimo mercoledì.
Ovunque questa delibera venga presentata, tutti i gruppi di minoranza hanno già le idee chiare e fanno muro alla decisione caldeggiata invece dal sindaco di Imola Daniele Manca che in Hera è anche presidente del patto di sindacato romagnolo.
Con la cessione delle reti (operazione che verrà fatta in
contemporanea anche nel Ravennate e nel Ferrarese) molto cambierà. Hera verrà ricapitalizzata e possiederà le infrastrutture dei soci come già altre multiutility nel territorio nazionale. Con.Ami aumenterà la sua partecipazione in Hera dal 5,4 all’8,66%. Perderà però l’affitto incassato annualmente (oltre 2 milioni di euro) in cambio di quasi 41 milioni di azioni Hera. Scambia cioè un capitale garantito con uno di rischio, soggetto alle fluttuazioni della Borsa.
Il significato politico di tale operazione è chiaro: importanti beni pubblici passano a una società privata, ora controllata al 53% dai Comuni ma domani non si sa, con tante buone ragioni e anche esigenze concrete (necessità finanziarie) che spingono quanto meno a una loro partecipazione minoritaria.
Non è difficile scorgere il preminente interesse di Hera - maggiore capitalizzazione, eliminazione di costi per l'uso delle reti, quindi più alti profitti - mentre non è così per i Comuni, dato che le società e consorzi sicuramente incasseranno meno euro con i dividendi rispetto i pur striminziti fitti attuali.
Una operazione che priva i Comuni degli asset fondamentali, e peraltro sicuramente in perdita sotto il profilo economico
Invece nel settore del gas e dell'energia elettrica, settori liberalizzati, la proprietà delle reti dovrebbe essere scorporata dalla gestione del servizio (vedasi Terna e Snam rete gas) e quindi i Comuni romagnoli dovrebbero riaffidare la loro gestione tramite gare ad evidenza pubblica; in base all'attuale rendimento economico delle reti si può senz'altro ritenere che i canoni di affitto sarebbero molto più elevati di quelli finora pagati da Hera.
La vicenda si è svolta nella più totale mancanza di trasparenza perchè siamo in presenza di una svendita delle reti per creare un regime di monopolio. Le reti sono dei cittadini e loro dovrebbero essere interpellati su questo.
Il tutto poi in pendenza del decreto ‘salva infrazioni’ che potrebbe bloccare la partecipazione pubblica in Hera sotto la quota del 30%.
Il risultato finale di questa bella operazione è che i cittadini che già pagano bollette più care con Hera, avranno adesso ancor meno possibilità di scelta. E per cominciare, notizia di questi giorni, le tariffe dell'acqua aumentano del 10,81%.
porci capitalisti!
RispondiEliminaCedono le reti dell'acquedotto di conami ad Hera ed insieme partecipano alla società dell'autodromo di imola con oltre 1.000.000! (nostri euro) che a me non interessa nulla e cred oa tutti gli utenti.
RispondiEliminaIn compenso ci hanno aumentato l'acqua del 10,80% con l'ultima bolletta.
Con i nostri soldi conami finanzia l'autodromo di Imola per oltre 1.000.000. Cedon le reti e aumentano l'acqua del 10,80%.
RispondiEliminai nostri compaesani, nonchè ex sindaci, Sbarzaglia e Sagrini poterbbero spiegare meglio l'operazione di Con.Ami che viene sopra riportata,essendo loro consiglieri del C.D.A. dimissionario e attuale dello stesso consorzio.
RispondiEliminaAncora commenti anonimi... Non meritano risposta né rispetto.
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