domenica 19 luglio 2009

Craxi: un grande riformatore

Matteo Mogardi, consigliere comunale PD, ha un'opinione di Bettino Craxi che non condivido.
Mi permetto di offrire una diversa interpretazione del craxismo così come so e posso.

Fabio Piolanti

2 commenti:

  1. Caro Piolanti,
    mi permetto di risponderLe in questa sede, nonostante sia un blog del Suo partito, in quanto è stata tirata in ballo una mia affermazione e mi sembra giusto e doveroso replicare.
    Io sono nato nel 1990, e questa diatriba che avveniva fra Socialisti e Comunisti nell'era Craxiana e subito post-Craxiana(vedi il "non sei socialista se non sei anti-comunista" più volte citato dal minstro Brunetta) non l'ho vissuta, purtroppo o per fortuna.
    Da poco tempo, praticamente dalla nascita del Partito Democratico nell'ottobre del 2007, mi sono appassionato e dedicato alla politica. Sono nato e cresciuto in una famiglia di sinistra, figlio e nipote di elettori Pci-Pds-Ds e mi definisco politicamente un socialdemocratico (come pure Lei definisce il centro-sinistra) o liberalsocialista. L'era Craxi non l'ho vissuta, come già ho detto, ma qualcosa di impresso nella mente ho. Ho le immagini di Tangentopoli, di Mani Pulite, del Pool della Procura di Milano, di Gherardo Colombo, Francesco Saverio Borrelli, Antonio di Pietro, Gerardo d'Ambrosio e altri, di Mario Chiesa e di ministri, senatori, deputati e Presidenti del Consiglio coinvolti in quello scandalo, ma ho in mente anche altro. Milano 2, la Milano da Bere, la politica dei Salotti, una politica svuotata interiormente, la corruzione e il debito pubblico astronomico di quegli anni.
    Sono sicuro, che ricercando più profondamente nell'operato di Bettino Craxi, qualcosa di buono si trovi, ma quello che emerge dalla mia analisi è sopratutto questo. Mi spiace, ma non posso considerare Craxi un grande rinnovatore come dice Veltroni.
    So che parte della sinistra, che viene dalla tradizione socialista e craxiana, può non condividere, come Lei ha detto, ma il mio pensiero resta questo.

    Alla prossima.

    Matteo Mogardi

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  2. Caro Matteo,
    abbiamo almeno due buone ragioni per darci del tu: siamo compaesani e stiamo assieme in consiglio comunale.
    Comincio io allora ringraziandoti per il post che mi ha colpito perché è onesto e sincero.
    Capisco quali problemi di interpretazione dell’eredità craxiana tu e altri della tua età possiate avere perché c’è una smisurata letteratura comunista sui socialisti - spesso volgare e stereotipata - che non aiuta affatto a capire la forza riformatrice dell’uomo e la capacità di vera innovazione che il Psi mise in campo in quegli anni.
    Mi piacerebbe che con la freschezza e lo slancio di chi comincia, provassi a leggere quell’esperienza in modo più aperto vedendo anche le idealità e i processi riformatori che furono attivati.
    Sono convinto che ti sarebbe di grande e concreto aiuto anche nella discussione che state conducendo all’interno del partito democratico che non è affatto avulsa da quella che i socialisti degli anni 70 e 80 svilupparono assai prima di voi.

    Su tangentopoli non vorrei fare e non faccio una difesa d’ufficio. So bene che è stato il certificato di morte di una intera classe politica. Anche del Partito Comunista Italiano che, di li a poco, si infilerà, come ben sai, in un percorso tortuoso dal quale ancora non è uscito. Ma è troppo grosso il tema della corruzione per liquidarlo in due parole. Magari in un’altra occasione.

    Sulla Milano da bere hai ragione. E’ lì e nello yuppismo che ha cominciato a morire lo slancio creativo e liberatorio del socialismo italiano. Ma anche questa è una lunga storia che non merita di essere risolta con una battuta e dalla quale nessun partito moderno, neppure il tuo, può dirsi indenne e intonso per sempre.
    Grazie del contributo
    Fabio Piolanti

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