lunedì 30 gennaio 2012

Impigliati nella rete finché chi produce e chi distribuisce non verranno separati

reteLo stridio dei freni si sentiva fin nei corridoi di palazzo Chigi, venerdì 20 gennaio, durante il Consiglio dei ministri no stop. Otto ore di discussione tra furori liberisti e il realismo di chi, preoccupato dalle fughe in avanti, messo sotto pressione da lobby forse meno rumorose ma ben più radicate dei tassisti o dei camionisti, ammoniva che il meglio è il contrario del bene. Alcuni hanno rappresentato Antonio Catricalà, sottosegretario alla presidenza del Consiglio, per sei anni predicatore disarmato dal pulpito dell'Antitrust, come campione delle liberalizzazioni. Mentre Corrado Passera, ministro dello Sviluppo, titolare del decreto, avrebbe assunto una posizione sistemica, con sfumature stataliste. Dagherrotipo troppo sfocato. Viene evocata la partecipazione di Intesa in Ntv, la società dell'alta velocità di Luca Montezemolo e Diego Della Valle: per non incappare in nessun conflitto d'interesse, nemmeno retroattivo, l'ex banchiere adesso sposa la cautela. Ipotesi maliziosa tanto quanto la dietrologia secondo la quale non conviene svalutare le Fs in attesa di accorparle dentro Cassa depositi e prestiti (Cdp) insieme a una buona fetta delle partecipazioni statali.
Certo Mario Moretti, amministratore delegato delle Ferrovie, tira un sospiro di sollievo. Con lui Massimo Sarmi, perché non si farà nulla nei servizi postali, o Franco Bernabè, la cui rete telefonica non è nemmeno menzionata. Se la sono cavata i Benetton e i Gavio: la scala mobile delle tariffe non viene toccata, ogni anno sale per due terzi del costo della vita stimato dall'Istat. Il price cap (che lega il prezzo in rapporto all'efficienza del servizio e agli investimenti) resta un'ipotesi e a fare da argine ci pensa il presidente dell'Aiscat, l'associazione dei concessionari, Fabrizio Palenzona. I Moratti, i Garrone e gli altri petrolieri hanno difeso con successo la loro posizione: potranno rifornirsi a piacimento dal migliore offerente solo i benzinai proprietari dell'impianto. E qui i numeri ballano - le associazioni di categoria parlano di mille al massimo su 25 mila, il governo di 10 mila. Persino i tassisti hanno ottenuto una pausa di riflessione.

Dunque, l'unica a rimetterci è l'Eni, costretta a vendere Snam? Paolo Scaroni non si è messo di traverso e ha fatto bene, ma ci vogliono sei mesi per partorire un decreto che stabilisca tempi e modi del break up. Carlo Scarpa, docente di politica industriale a Brescia, sostiene che «è un termine ordinatorio non tassativo, quindi è di fatto un rinvio». Comunque vada, sarà ceduta l'intera società, cioè il ciclo integrato che va dallo stoccaggio alle bollette riscosse. casa per casa. Bisogna vedere se nuovi operatori potranno accedere, e in quali condizioni, a monte e a valle della rete. Poi occorre studiare le condizioni di mercato e capire chi saranno i nuovi azionisti. Cdp farà da baluardo, come è successo con Terna separata nel 1999 quando al ministero dell'Industria c'era Pier Luigi Bersani, messa in vendita nel 2004 da Antonio Marzano e controllata per il 29% dalla Cdp.
Il principio aureo della concorrenza per il quale si battono i liberisti di ogni ordine, grado e preferenza politica, dai bocconiani «di sinistra» come Francesco Giavazzi e Alberto Atesina ai ragazzi dell'Istituto Bruno Leoni guidati da Alberto Mingardi, che ogni anno pubblicano il loro indice della libertà economica, si basa sulla netta distinzione tra chi produce e chi distribuisce, con il fine di aumentare la competizione, migliorare l'efficienza e abbassare i prezzi. In Italia è sul tappeto rosso della politica dal 1994 quando al governo c'era Carlo Azeglio Ciampi. E ci resterà ancora a lungo.
Una cosa è scrivere eleganti formule sui libri di testo, tutt'altro è affrontare la realtà, vischiosa, infida, con i suoi potenti blocchi d'interesse. Chi controlla le reti controlla tutto. Il monopolio naturale dà un vantaggio incomparabile. Anche quando, come avviene nei telefoni e come accadrà sui binari, si è costretti ad aprire le infrastrutture ai concorrenti. Non solo in Italia. Gli spiriti liberalizzatori della Ue, ai quali Mario Monti ha dato un importante contributo come commissario alla Concorrenza, ripiegano stanchi di fronte a una crisi che impone altre priorità e alla pressione degli interessi costituiti. Prendiamo il gas. A Bruxelles il principale fornitore del continente, il colosso russo Gazprom, ha premuto per scongiurare la separazione delle reti. Preferisce stringere accordi tra monopolisti, senza contrattare in continuazione il prezzo, e magari offrire sconti in cambio di un ingresso come distributore sui mercati più ghiotti. L'esigenza di mantenere il controllo si fa più pressante ora che arriva un'offerta di gas non convenzionale da aree geografiche diverse rispetto a Russia e Nord Africa.

Un altro punto interrogativo riguarda le Authority. Sono già 13 e il governo aveva annunciato lo sfoltimento. Invece, ne nascerà un'altra per mettere sotto controllo i mezzi di locomozione pubblici esclusi gli aerei. Nel frattempo, l'Autorità che si occupa di elettricità, gas e acqua; estende il suo raggio d'azione a ogni tipo di rete, telefonia a parte. Con il pericolo che una soluzione nata come temporanea diventi permanente. Senza contare l'aggravio di compiti diversi: le bollette hanno poco in comune con i biglietti ferroviari e niente con il costo di un taxi. E che guaio mettersi a discutere con i Comuni se aumentare le licenze o come compensare i conducenti. Così, anche un organismo che ha funzionato bene, a giudizio di tutti, sia sotto Alessandro Ortis sia ora con Guido Bortoni, può diventare un carrozzone ingestibile.

Da Economy, 26 gennaio 2012

I nostri soldi

Giornalmente rendiamo pubbliche molte delle spese effettuate dai nostri amministratori affinché i cittadini possano valutare in piena autonomia l’uso del pubblico denaro

DD 14 del 27/01/2012

CENTRALE TERMICA A CIPPATO PRESSO ISTITUTI SCOLASTICI E. DE AMICIS E A. ORIANI” - FINANZIAMENTO - RIDUZIONE DEL CONTRIBUTO AGREA.

Spesa di:

€ 909,80

A favore di:

Maggiorazione mutuo a carico del Comune di Casola Valsenio

Per:

Il progetto esecutivo dei lavori per la caldaia a cippato posta all’interno dell’edificio scolastico, prevedeva un costo complessivo di €. 385.000,00- finanziato per €. 245.000,00 mediante contributo AGREA (Programma Regionale di Sviluppo Rurale 2007-2013) e per €. 140.000,00 con risorse proprie del Comune derivanti da contrazione di mutuo.
Alla presentazione del consuntivo di spesa, la Provincia di Ravenna ha ridotto di €. 1.300,00 l’ importo dei lavori ammissibili a contributo AGREA, con conseguente riduzione di €. 909,80 il contributo stesso che è stato effettivamente rideterminato in €. 220.029,41-. Di conseguenza occorre assumere a carico del Bilancio comunale la mancata contribuzione AGREA

Scelta esecutore:

Opera pubblica

Rilievi del nostro gruppo consiliare:

Piove sul bagnato

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DD 16 del 27/01/2012

CONTRATTO CON LA COOP. PULIZIE RAVENNA - COPURA - PER IL SERVIZIO DI PULIZIA DI LOCALI DI PROPRIETA’ COMUNALE - IMPEGNO DI SPESA ANNO 2012

Spesa di:

€ 22.055,31

A favore di:

Coop.va Pulizie Ravenna – CO.PU.RA. di Fornace Zarattini – Ravenna

Per:

TARIFFA ANNO 2011 . € 0,119 al metro quadro oltre IVA –
TARIFFA ANNO 2012 incremento 2,8%: €. 0,122 al metro quadro oltre IVA
Totale di mq. 168,844 di superficie da pulire , così suddivisi:
SEDE MUNICIPALE MQ. 126.840 per un totale di €. 18.772,32
CASA DELLA CULTURA MQ. 18.804 per un totale di €. 2.782,99
CENTRO CULTURALE MQ. 23.200 per un totale di €. 3.433,60

Scelta esecutore:

Con asta pubblica del marzo 2010 si affidava alla Copura di Ravenna  il servizio di pulizia locali immobili di proprietà comunale per il periodo 1.1.2010 – 31.12.2014 al prezzo di aggiudicazione di €. 0,117 più Iva al metro quadro.

Rilievi del nostro gruppo consiliare:

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domenica 29 gennaio 2012

QUATTRO PAROLE AL SIG SINDACO

il-sangue-dei-vintiMi è arrivato lo specchietto e mi sono letto l’articolo del Sindaco Iseppi il quale fa gli auguri a tutti proprio tutti i cittadini usando belle parole esprimendosi come conviene ad un Sindaco cercando di ricordarsi di tutti dai bambini ai più anziani che dire un passo dovuto poi purtroppo mi viene a mente un articolo letto proprio su queste pagine e siccome non ho mai letto una disdetta del Sig Sindaco su ciò che affermava ossia- dibattendo sul periodo 1943-1945 affermò di non provare alcuna comprensione per quanti in quegli anni orribili si trovavano dalla parte dell’errore- ritengo sentendomi offeso per il semplice motivo e ne sono certo che ci si poteva trovare da quella parte pur essendo brave persone così come penso fosse mio nonno e tanti altri –anche casolani di rispedire al mittente gli auguri.

Dall’osso Gianmaria

Più spinta che convinta, parte l’Unione dei comuni faentini senza sapere perché si unisce né come si unisce

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giovedì 26 gennaio 2012

Perché nessuno dimentichi. Mai

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Qualche lettura

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“Dicci tu dove tagliare la spesa” perché lo Stato deve spendere meno e interrompere la crescita inerziale della sua spesa pubblica

edfullDavanti alle misure di liberalizzazione proposte dal governo Monti, il Pdl (assumendo che esista qualcosa con questo nome per comodità di argomentazione) si trova in particolare difficoltà. E non è guardando in casa del Pd, dove pure i problemi non mancano, che se ne può trarre qualche consolazione. Quale che sia la portata reale del pacchetto liberalizzazioni (e su questo i dubbi da un punto di vista liberale sono molti) il partito di Angelino Alfano fa fatica a far sentire la sua voce: non è convincente quando dice – come pure sarebbe lecito – “si poteva fare di più”, perché è troppo facile rispondere: “perché non l’avete fatto voi?”. E anche l’ironia dei giornali di centro-destra sul “decreto fantasma” perché scomparso per 24 ore nel tragitto tra palazzo Chigi e il Quirinale, si infrange sul ricordo del “pacchetto sviluppo” rimasto fantasma per più di un anno e poi sepolto per sempre con le dimissioni del governo Berlusconi.

Ma anche le posizioni più scettiche, quelle per intenderci di Fabrizio Cicchitto e altri, che parlano di liberalizzazioni punitive (ma è inevitabile che tutte lo siano almeno un po’), che sembrano inclini a dar ragione alle resistenze di farmacisti, tassisti, autotrasportatori, notai e quant’altro, non arrivano fino e fondo e non prendono forma politica, strette come sono tra la tentazione di accontentare corporazioni ritenute un plausibile bacino elettorale per il centro destra e i sondaggi che testimoniano invece un generale gradimento dei cittadini verso le misure del governo. Senza contare che da un centro-destra, liberale, degno di questo nome ci si aspetterebbe per default un sostegno alla riduzione del peso dello Stato nell’economia e un aumento della concorrenza.
Così al Pdl restano poche cose da dire e tutte senza grande convinzione e senza alcun coordinamento, spesso affidate alla sensibilità dei singoli esponenti e alla loro capacità di accesso mediatico. L’ultima dichiarazione del segretario, Angelino Alfano che si ricordi è di qualche giorno fa e recitava sibillinamente: “la durata del governo Monti dipende dai suoi risultati”. Un po’ poco.

Eppure il terreno di scontro di questa fase politica potrebbe essere ideale per il centro-destra se questo recuperasse un po’ di baldanza e non si facesse troppo intimidire dalle recriminazioni. E’ vero che il governo Berlusconi ha molte inadempienze e promesse non mantenute da farsi perdonare, ma questo non può inibire la sua azione futura e d’altronde quale governo democratico al mondo può vantare l’en plein nella realizzazione del proprio programma? Bastava sentire il discorso sullo Stato dell’Unione di Barack Obama per capire che anche sulle promesse mancate si può costruire un progetto di riscossa.
In fondo il tema delle liberalizzazioni, della lotta alle rendite di posizione, ai privilegi, alla burocrazia; l’impresa di inoculare maggiore concorrenza nel sistema produttivo e di ridurre proporzionalmente il peso della mano pubblica in economia; la semplificazione fiscale, l’idea che le tasse possono essere una cosa necessaria (entro certi limiti) ma non certo “bellissima” come pensava Padoa Schioppa; la convinzione – che andrebbe oggi più che mai rivendicata contro il mantra della sobrietà – che la ricerca del profitto e dell’arricchimento personale sono motori essenziali per la crescita e per il benessere generale di un paese, sono tutti elementi del patrimonio ideale e programmatico del Pdl, molto più di quanto lo siano del Pd.

Non c’è molto tempo da perdere se si vuole che il ritorno in scena della politica veda il Pdl giocare una partita da protagonista piuttosto che da comprimario, e le opportunità per riuscirci non mancano. Qui l’Occidentale ne propone una: una battaglia seria, argomentata e a lunga gittata per la riduzione della spesa pubblica. E’ un’iniziativa che abbiamo chiamato “You Cut”, sulla falsa riga dell’iniziativa presa dal leader della maggioranza repubblicana al Congresso americano Eric Cantor. E’ indirizzata in primo luogo a chi ci legge, perché vorremmo che anche i cittadini si prendessero la responsabilità di dire dove è più giusto tagliare la spesa pubblica e quindi a indicare a quali servizi, sussidi, garanzie, ecc.. sono disposti a rinunciare. Ma si rivolge anche ai legislatori e in particolare al Pdl, perché prenda il meglio delle proposte che usciranno da questo laboratorio e ne faccia materia di iniziativa legislativa o comunque le inserisca nel circuito della propria riflessione politica.

L’idea di fondo è che il perseguimento di per se sano e anche legittimo del pareggio di bilancio si trasforma in una follia suicida in presenza di una spesa pubblica in continua crescita e di un Pil in recessione; vuol dire in sostanza finanziare il pareggio con una pressione fiscale in progressione geometrica fino al totale strangolamento del paese. Pareggiare sprechi e mancata crescita a forza di tasse è esattamente quello che porterà l’Italia verso quel fallimento che si dice di voler evitare. Allora bisogna cominciare a tagliare; lo Stato deve spendere meno o almeno interrompere la crescita inerziale della sua spesa pubblica che procede ininterrotta da decenni. Non è una cosa facile. La prima e più diffusa reazione è quella che dice: tagliare gli sprechi? Sacrosanto, ma quali sono gli sprechi, dove si annidano? Questo è il primo problema. Nessun governo ha mai affrontato seriamente la questione di una “spending review” che mostri in dettaglio dove incidere col bisturi salvando le parti sane della spesa. Così per anni si è andati avanti con i “tagli lineari” tremontiani, gli unici possibili nelle condizioni date. Il secondo problema è che anche quando si individuano con una certa accuratezza i settori da tagliare nessuno ci sta a riconoscersi come tale: scattano quindi le controffensive lobbistiche, si muovono i sindacati, si raccolgono le firme dei cittadini, si occupano le strade, si fa la fila dal presidente della Repubblica che alla fine una parolina di incoraggiamento non la nega a nessuno. Così in genere si fa marcia in dietro si lascia tutto com’è.

Provate a dire che un certo aeroporto è uno spreco di danaro pubblico, o che quel particolare ospedale non serve e butta soldi, o che quella determinata sede giudiziaria potrebbe essere chiusa senza danno e con grande risparmio, o quella sede locale della Banca d’Italia, o quell’Università, o quell’ente, o quel teatro lirico, o quel finanziamento al cinema. Avrete gli artisti sui tetti, i professori in piedi sui banchi, i magistrati in sciopero, i registi al Quirinale, i cantanti lirici al Tg3. Avrete la sinistra, i suoi giornali, i suoi massimi esponenti che vi diranno che la cultura non si tocca, che la ricerca è essenziale, che l’Università è sacra, che i diritti acquisiti, che, che…
La verità è che era tutto vero (anche se non sempre) ma che oggi non lo è più: davanti al rischio di un default alla greca niente in teoria è più intoccabile e ogni cosa che si vuole salvare è un lusso che possiamo permetterci solo a spese di qualcos’altro. Per queste scelte però un governo tecnico è l’ultima cosa che serve, qui entra invece in gioco la politica e nella sua più alta e basilare espressione: la responsabilità di gestire risorse limitate salvaguardando l’interesse generale e rispondendo di quelli particolari che vengono sacrificati.

Per questo ci sentiamo di proporre a quel po’ di politica che ancora si vede nel campo liberale di avanzare idee e progetti in questa direzione, ma anche di chiamare in causa chi ci legge per indirizzare le proposte e le scelte che dovranno essere prese. Collegatevi a You Cut, e scrivete un vostro articolo (non un semplice commento), il più argomentato possibile, meglio se con dati e cifre alla mano e noi lo faremo confluire in un dossier da consegnare ai gruppi parlamentari del Pdl in vista di una auspicabile iniziativa legislativa. Buon lavoro e buon taglio!

da L’Occidentale

mercoledì 25 gennaio 2012

I nostri soldi

Giornalmente rendiamo pubbliche molte delle spese effettuate dai nostri amministratori affinché i cittadini possano valutare in piena autonomia l’uso del pubblico denaro

DD 13 del 25/01/2012

LAVORI DI MANUTENZIONE STRAORDINARIA DELL’ EDIFICIO DI PROPRIETÀ COMUNALE AD USO CASERMA CARABINIERI IN VIA ROMA N. 48 - AFFIDAMENTO OPERE DA IMBIANCHINO

Spesa di:

€. 16.855,01

A favore di:

Ditta Vitulli Vincenzo di Imola

Per:

Nell’ambito delle opere di ristrutturazione della caserma dei Carabinieri, occorre procedere all’ affidamento delle opere da imbianchino, per le quali è stata prevista nel progetto esecutivo la spesa di €. 14.214,04-, oltre Iva.

Scelta esecutore:

E’ stato effettuato un preventivo sondaggio di mercato presso le ditte:
Tagliaferri Giovanni di Casola Valsenio,
Montevecchi Andrea di Castel Bolognese,
Coloredil di Faenza,
Vitulli Vincenzo di Imola 
E’ risultato più conveniente il prezzo offerto dalla ditta Vitulli Vincenzo, con un ribasso del 2% sul prezzo a base d’ appalto

Rilievi del nostro gruppo consiliare:

caserma carabinieri[3]

Il turismo va bene, anzi molto bene, dice Casadio, ma Casola non sembra beneficiare di questa ondata di arrivi

turismo

Come cambia il mondo: neppure le proteste sono più le stesse

proteste violaCome erano le proteste all’epoca del governo Berlusconi? Colorate, pacifiche, animate da giovani e donne, e ovviamente imponenti. I politici della sinistra facevano a gara nell’arrampicarsi sui tetti delle facoltà universitarie e nel cantare Bella Ciao. I collegamenti con i talk show di Santoro, Travaglio, Floris, Lerner e soci erano garantiti e permanenti: la piazza si trasferiva immediatamente negli studi televisivi. E ovviamente aveva sempre ragione.
Come sono percepite a sinistra le proteste oggi? Irresponsabili, corporative, infiltrate dalla mafia o anche dall’estrema destra, contrarie agli interessi dell’Italia e dell’Europa. E naturalmente illegali. Due termini impazzano: “corporazioni” e “rendite di posizione”. Chi protesta oggi, lo fa solo per questo.
Ieri, nell’era Berlusconi, perfino le manifestazioni più violente – come quelle del 15 ottobre o del dicembre 2010 a Roma – erano “guastate da pochi facinorosi”, normalmente “infiltrati”. Oggi invece sono tutte indistintamente brutte sporche e cattive. Tassisti, camionisti, farmacisti.

Sia chiaro: non ci piacciono i camionisti che bloccano le strade e non ci impressionano più di tanto i notai che minacciano di rinviare i rogiti, i due estremi dell’Italia protestataria di oggi. Ma ancora di più ci sembra ridicolo l’atteggiamento dei media di sinistra che non si lasciavano sfuggire neppure una barricata, oggi sono diventati tutti ordine e distintivo.
Quando i professori mandavano in piazza gli studenti contro la riforma della scuola, era un grande fatto democratico. Se poi le donne occupavano piazza del Popolo, allora era una grande festa, cui non mancavano bambini in carrozzina e palloncini colorati. E come, sempre pochi mesi fa, non dare spazio e ragione agli “indignados” di ogni specie?
Proibito, però, manifestare oggi. In questo caso – come ha inconfutabilmente dimostrato ieri sera Gad Lerner, ci sono di mezzo la mafia e i fascisti. Insomma: è sempre più vero che il medium è il messaggio!.

martedì 24 gennaio 2012

Il Comune di Casola Valsenio cerca un revisore dei conti

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soldino

Anche noi esultiamo per il nuovo pronto soccorso di Faenza, ma non bastano gli annunci, vogliamo vedere i cantieri

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pronto-soccorso

Un contratto unico e nuovi ammortizzatori al posto della cassa integrazione? Sarà dura, ma noi siamo d’accordo

elsa fornero montiEntro un mese sarà pronta la riforma del lavoro. Ieri c’è stata la prima riunione tra governo e parti sociali. Entro tre-quattro settimane ci sarà il testo definitivo, ha promesso ieri il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, che ha illustrato per sommi capi le linee della riforma. L’esecutivo lavora su cinque capitoli: tipologie contrattuali, formazione-apprendistato, flessibilità, ammortizzatori sociali, servizi per il lavoro. La linea di marcia è chiara: i contratti flessibili dovranno costare di più, per favorire i contratti a tempo indeterminato. “Solo alla fine del confronto con le parti sociali si potrà parlare di contratto unico”, ha detto il ministro.

Fornero punta anche a un reddito minimo garantito per chi è senza lavoro, anche se al momento non ci sono risorse disponibili, e a limitare la cassa integrazione (Cig), solo ordinaria e di durata breve, studiando nuovi ammortizzatori. A difendere la Cig ci sono però sia la Cisl che la Cgil. Il sindacato di Susanna Camusso (“linee guida non condivise”) e la Uil sono state le confederazioni più critiche sul metodo del governo che fa prefigurare una riforma già pronta. E i partiti? Il Pd plaude all’apertura del tavolo e al tentativo di un accordo ampio. Il Pdl, per bocca dell’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, critica i due pesi e le due misure del governo: finora ha agito per decreti, sul lavoro no.

lunedì 23 gennaio 2012

I nostri soldi

Giornalmente rendiamo pubbliche molte delle spese effettuate dai nostri amministratori affinché i cittadini possano valutare in piena autonomia l’uso del pubblico denaro

GC 4 del 17/01/2012

CONTRATTO DEFINITIVO DI LOCAZIONE DI UN TERRENO IN VIA SAN RUFFILLO DA DESTINARE ALL’ INSTALLAZIONE DI UN IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Spesa di:

€. 1.416,00 (oltre Iva) all’anno per 21 anni

A favore di:

sig. Rinaldi Ceroni Orlando di Casola Valsenio

Per:

Acquisire dal sig. Rinaldi Ceroni Orlando il diritto di superficie sull’appezzamento di terreno sito in Via San Ruffillo di superficie pari a 4423 mq., da destinare all’ installazione di un impianto fotovoltaico da realizzare per mezzo della Soc. Senio Energia srl, partecipata dal Comune di Casola Valsenio.
Il canone annuale di locazione, pari all’ importo di €. 1.416,00 (oltre Iva),  decorrerà dal 2012 e per tutta la durata del contratto stesso, stabilita in anni ventuno

Scelta esecutore:

Convenzione

Rilievi del nostro gruppo consiliare:

Non abbiamo alcun elemento sul quadro economico dell’operazione che ci sembra molto poco chiaro.pannelli

La Bassa Romagna destina 890mila euro a favore delle famiglie in difficoltà. Noi siamo ancora pieni di dubbi sui servizi da gestire assieme. Alla faccia dell’efficienza e della velocità nelle decisioni

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Bulow divide il consiglio comunale di Ravenna

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sabato 21 gennaio 2012

A quando la bonifica e la sistemazione dell’area?

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Per pochi mesi la Ponzi, sindaco di Riolo, sarà presidente dell’Unione della Romagna Faentina. A Iseppi la delega su turismo, cultura, parchi

unione romagna

Cominciano appena a fare quello che da otto anni avremmo dovuto fare noi. Lasciamoli lavorare!

italia-anteprima-400x216-567743Per una settimana siamo andati di moda. “Liberalizzazione” è stata la parola sulla bocca di tutti. Ma davvero questa è “la prima rivoluzione liberale della storia italiana”, come ha affermato qualche entusiasta? E davvero si è fatto di più con questo decreto che negli ultimi vent’anni, come ha suggerito più d’un commentatore su Twitter?
Guardiamo il bicchiere mezzo pieno: un governo presieduto da un ex Commissario europeo alla Concorrenza, e di cui il Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio è l’ex Presidente della Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, ha fatto un forte investimento simbolico sulle liberalizzazioni.
Questa è una buona notizia: l’apertura al libero mercato ci è stata presentata come un pilastro dell’azione dell’esecutivo. La decisione del governo sulla rete del gas sembra, nelle linee generali, coerente con questa ambizione, e anche – entro certo limiti – quella sui servizi pubblici locali. E tuttavia, nel merito di altri provvedimenti, non ci vergogniamo ad ammettere che abbiamo qualche perplessità.
Vale la pena sollevare già ora almeno tre perplessità di fondo:

  1. la “liberalizzazione” è un processo che dovrebbe portare a un abbattimento delle barriere legali che intralciano l’attività economica, e segnatamente l’entrata di nuovi attori in un certo settore. Che c’entrano, con le liberalizzazioni, iniziative che vanno a determinare nuovi obblighi di legge (non funzionali a un maggior grado di concorrenza)?
  2. perché si è accuratamente evitato di incidere con provvedimenti analoghi alla (giustamente, da più parti invocati) separazione della rete gas, in ambiti – quali i servizi postali e il trasporto ferroviario – in cui un intervento di quel tipo è assolutamente necessario su due fronti, ossia stimolare la concorrenza dei new comer ma anche determinare le condizioni necessarie per la dismissione dell’incumbent pubblico? Perché, insomma, in tutti quegli ambiti nei quali la liberalizzazione poteva essere propedeutica alla privatizzazione, il governo ha scelto di non procedere in quella direzione? Perché, caduti Berlusconi e Tremonti, resta a Palazzo Chigi e in via XX Settembre questa ostilità preconcetta contro le dismissioni, che come ci ha ricordato Oscar Giannino sono fondamentali per abbassare l’asticella del debito?
  3. si è investito molto su alcune categorie-simbolo (tassisti e farmacisti), a livello di comunicazione, ma alla prova dei fatti ci si è limitati a rivedere le attuali forme di pianificazione dell’offerta – senza rinunciare al principio che debba essere lo Stato a programmare l’offerta di un certo bene o servizio. In altri ambiti, si è intervenuto sulle reti distributive: andando in qualche maniera a sovrapporsi (e a superare) l’evoluzione del mercato. Ha senso? Può essere una liberalizzazione? Non discutiamo di liberalizzazioni proprio perché la pianificazione dell’offerta da parte dello Stato è risultata fallimentare? O siamo convinti che i pianificatori “buoni” riusciranno laddove quelli “cattivi” hanno fallito?

Più di tutto, però, abbiamo una preoccupazione: ci spaventa che da lunedì il dibattito pubblico possa considerare le liberalizzazioni una storia già scritta. Purtroppo molto resta da fare per liberare l’economia italiana. Oggi più che mai è importante non abbassare l’attenzione e non mollare la presa.

venerdì 20 gennaio 2012

Come il Pd scaricò Morini, quello delle faraone

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Molti parchi tanti dubbi

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report tratto da Il Resto del Carlino del 20/1/2012

Se fanno sul serio, chapeau! Concorrenza, mobilità, libertà: con giudizio, non si può dire di no

chapeauAspettiamo il decreto sulle libertà economiche, la concorrenza, la mobilità sociale. Le bozze sono traditrici. Nel dettaglio della norma scritta in un modo o nell’altro si nascondono spesso fregature. Le bozze annunciano, ma solo i decreti mantengono. Una considerazione preventiva di metodo e di cultura politica però è possibile fin da ora. Se Monti e i suoi stamane faranno sul serio, chapeau. Non si possono irridere le ragioni delle categorie colpite da una restrizione del potere corporativo, e dei grandi poteri paramonopolistici pubblici messi in difficoltà: farmacisti, conducenti di taxi, benzinai, professionisti, colossi dell’energia e delle assicurazioni e del trasporto, tutti hanno le loro ragioni. Ma la ragione delle ragioni di un decreto di rottura, se mai ci sarà, è quella che ispirò la (mancata) riforma dell’articolo 41 della Costituzione, la leva che Tremonti e Berlusconi promisero di usare, senza procedere oltre, per far saltare il mercato chiuso, l’immobilismo, l’isolamento dell’economia italiana dalla logica europea, occidentale e globalizzata dei mercati aperti (e le più modeste ma pratiche lenzuolate di Bersani andavano nella stessa direzione). La crescita dell’economia italiana è insufficiente secondo ogni possibile standard, e assommata alla crisi del debito ha una natura esplosiva, critica. Bisogna rimettere in moto qualcosa con dei cambiamenti non indolori.

Sono chiacchiere, direte. In uno spirito litigioso e nichilista, alla fine, si può sempre dimostrare che qualche interesse viene salvato, che l’apertura è condizionata dalla natura e dagli scopi di questo governo e del blocco bancario che lo sostiene, che si è forti con i deboli e deboli con i forti. Ma c’è il sospetto politico che siamo alla vigilia di un big bang, di un tentativo di dare un nuovo inizio a una vecchia storia che si è consumata. Le condizioni politiche sono quelle note. Il paese è in amministrazione controllata. La democrazia e il sistema politico di comando e di opposizione che non hanno prodotto le riforme necessarie sono stati sospesi di qui al 2013 almeno. Non è detto che i curatori fallimentari di questa fase aperta dalla resa politica dei partiti ce la facciano, ma nel caso non si può tifare che per il successo.

© - FOGLIO QUOTIDIANO

Giuliano Ferrara

giovedì 19 gennaio 2012

I nostri soldi

Giornalmente rendiamo pubbliche molte delle spese effettuate dai nostri amministratori affinché i cittadini possano valutare in piena autonomia l’uso del pubblico denaro

DD 9 del 19/01/2012

MANUTENZIONE AUTOMEZZI COMUNALI - ANNO 2012

Spesa di:

€. 5.100,00

A favore di:

Nuova Bosi Gomme snc, Via Marabini n. 1, Riolo Terme (Ra);
Pneuscar, Via Cavalcavia n. 55, Faenza;
Coop. Terremerse scrl, Via Cà del Vento n. 21, Bagnacavallo;
La Casolana di Selci Massimio e C. sas, Via Roma n. 29/a, Casola Valsenio;
Stivari Rino e Franco, Via Bologna n. 63, Riolo Terme;
Autocarrozzeria Visani, Via 1° Maggio n. 13, Casola Valsenio;
Rivola Ernesto, Via Roma n. 4/a, Casola Valsenio;
LAFA Autoricambi, Via Tolosana n. 70, Faenza

Per:

Anche per il 2012 si prevede la necessità di svolgere interventi di manutenzione al parco macchine del Comune, ricorrendo a ditte specializzate che da diverso tempo sono fornitrici del Comune per provata serietà e fiducia

Scelta esecutore:

A mercato

Rilievi del nostro gruppo consiliare:

Coop Terremerse di Bagnacavallo?scuolabus

GC 111 del 28/12/2011

DETERMINAZIONE DEL NUMERO E DELLE RISORSE ECONOMICHE DESTINATE ALLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE nel 2012

Spesa di:

€. 33.284,42

A favore di:

- Responsabile del Comparto AA.GG – Dardi Mara €. 8.470.00
- Responsabile del Comparto Affari Economici – Baldassarri Donata €. 8.300.00
- Responsabile del Comparto Tecnico- Territorio – Salvatori Fausto €. 8.040,00

Per:

Spetta al Sindaco l’adozione dell’atto scritto e motivato relativo al conferimento degli incarichi attribuiti al personale dei Comuni privi di posizioni dirigenziali, che si avvalgono della facoltà di cui art. 109 comma 2, del D.lgs n. 267/00.
Nel comune di Casola Valsenio le funzioni riconosciute di coordinamento dirigenziale con maggiorazione di retribuzione sono:
a. Settore Affari Economici comprendente:
- Ufficio Servizi Finanziari
b. Settore Servizi al Territorio comprendente:
- Ufficio Tecnico-Territorio – Ufficio Manutentivo e operativo
c. Settore Affari Generali e relazioni con il cittadino comprendente
- Settore Segreteria e servizi Sociali
- Ufficio Istruzione, biblioteca, cultura e sport
- Ufficio Polifunzionale (Servizi Demografici – URP)
I suddetti incarichi sono conferiti nel rispetto dei criteri stabiliti dal vigente regolamento di organizzazione degli uffici e servizi;
La pesatura delle posizioni organizzative è stata effettuata dal nucleo di valutazione in base ai criteri generali definiti con deliberazione della Giunta comunale n.ro 129/1999, come da punteggio attribuito ad ognuna e rilevabile dal relativo verbale;
E’ fissato in euro 33.284,42 l’importo comprensivo di oneri da destinarsi per l’anno 2012 al pagamento delle indennità di posizione che saranno erogate in rate mensili oltre al rateo di tredicesima, dando atto che salvo eventuali successive modifiche, l’indennità spettante a ciascun titolare, viene confermata nell’importo attualmente erogato quale risulta determinato negli atti sopra richiamati.

Scelta esecutore:

Norme legislative e regolamentari

Rilievi del nostro gruppo consiliare:

dirigente

Dal 1 gennaio 2012 tutte le tariffe dei servizi comunali a domanda crescono del 2,8%, in linea con l’inflazione

servizi a domanda

scuola dell'infanzia

Quelli del Santerno sono molto ma molto arrabbiati sugli sprechi e sulle lungaggini del morente Consorzio Parco

parco9

Dove va l’Unione Europea?

Dove va l'Unione Europea? Se n'è parlato alla fondazione Magna Carta durante un seminario a porte chiuse, ospiti politici ed esponenti del mondo accademico, della cultura e dell'economia. L’intervista al Senatore Quagliariello, che invita a ripensare l'Europa dopo la fine dell'asse franco-tedesco verso un nuovo sistema di alleanze

mercoledì 18 gennaio 2012

I costi dei servizi cimiteriali aumentano nel 2012 del 2,8% in linea con l’inflazione.

cimitero

 

 

 

 

 

 

 

 

 

SERVIZI

Tariffa 2011

(importi in €.)

Servizi cimiteriali

Tumulazione di salma

158,53

Tumulazione di resti mortali

84,55

Sepoltura in terra

264,22

Esumazione ordinaria e straordinaria

285,36

Estumulazione ordinaria e straordinaria

158,53

Traslazione di salma

158,53

Traslazione di resti mortali

158,53

Deposito temporaneo di salma o di resti rimossi per restauro sepoltura e tumulazione provvisoria (art. 33 c. 1)

 

a) per il primo trimestre

52,84

b) per i trimestri successivi

105,69

Occupazione temporanea di suolo cimiteriale per deposito materiale da costruzione e rimborso luce ed acqua (Art. 66 c. 3)

 

a) per il 1° mese

52,84

b) per ogni mese successivo o frazione di mese

73,98

Partecipazione alle spese per concessioni perpetue (Art 56 c. 1) in €./ mq. di superficie occupata)

5,00

Variazione intestazione concessione cimiteriale (Art 58 comma 9)

10,57

Pesa pubblica

Pesata automatica

2,85

Luci cimiteriali
 

Allaccio

38,05

Canone annuale

19,02

SETTORI

FILA

Importo in €.

LOCULI SALMA

   

DOPPI

 

3.170,80

3A-3B-4A-4B-5°-5B
6A-6B-6G-6H-7A-7B-7C-7D-8A-8B-8D-8E-9A-9B-9C-9D-10A-10B-10C-10D

I
II
III
IV

2.149,70
2.396,91
2.396,91
1.891,74

A - B - C – D

I

2.015,35

E - F - G- H

II

2.267,93

I - 1 - 2 - L

III

2.267,93

M - N - O – P

IV

1.827,24

Q - R - S – U

V

1.322,07

V-Z-Z1

VI

1.096,34

   

G - H - 1 - 2 - N – O–R-Z2-Z3-Z4

 

634,16

6C -6D -6E -6F-8C

 

693,29

TERRENO

Importo/MQ

 

Cimitero capoluogo

537,42

Cimiteri forese

432,35

Il Parco è in liquidazione: la cosa che nascerà è un mistero per tutti

parco

L’assunzione degli oneri per il mantenimento a Faenza del Giudice di Pace deve essere valutata anche in rapporto all’efficienza del servizio

giudice di pace

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Unità e concordia: questo è il Pdl che vogliamo. Bravo Bazzoni

pdl congresso

Come volevasi dimostrare!

acqua (2)

Anche questo è Italia

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Il Ministero dell’Economia ha pubblicato i dati del dipartimento delle Finanze riguardanti i redditi medi netti delle persone fisiche nell’anno 2009. Partiamo da questo dato per avere un termine di paragone: un operaio guadagna di media 22 mila euro lordi ogni anno.
E ora guardate la tabella qui sotto (fonte Corriere della Sera). Prendete, ad esempio, un gioielliere. Come può avere un reddito netto di soli 13,5 mila euro l’anno? Cioè poco più di mille euro al mese. E, osservando la tabella, un gioielliere guadagna meno di un fruttivendolo! Stesso discorso per altre categorie, come quella dei tassisti (che tanto fa discutere in questi giorni).

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