giovedì 28 ottobre 2010

Il Parco Pertini: un luogo pubblico dove non valgono le leggi dello stato

Risposta-interrogazione 18_Pagina_1La nostra interrogazione intendeva chiarire se il Parco Pertini fosse o non fosse un’area pubblica dal momento che in quell’area non viene applicata la Tosap cioè la “Tassa per l’occupazione di spazi ed aree pubbliche” nei termini fissati dalla legge n. 549 del 28/12/1995 e successive modificazioni.
La Tosap per intenderci è quella particolare tassa che deve pagare chiunque, a qualsiasi titolo, occupi in maniera permanente o temporanea uno spazio appartenente ad un patrimonio pubblico indisponibile: un passo carraio, un ponteggio, uno spazio commerciale, un ambulante, un circo, un giostraio, un marocchino che stende a terra la merce... Tutti, insomma. I proventi sono interamente introitati dal Comune e concorrono a finanziare le attività della pubblica amministrazione.
L’unica ragione per cui il Comune avrebbe potuto esimersi dall’applicare la Tosap nel Parco Pertini, sarebbe stata la classificazione di quell’area come una servitù privata o dichiarare ogni iniziativa li svolta come comunale (è il caso del raduno degli speleo).

Con la consueta arroganza il sindaco esordisce che la nostra è “scarsa conoscenza del proprio paese di origine”  con ciò dimostrando di non avere capito nulla o, peggio, di aver fatto finta di non capire la natura del problema. Infatti si dilunga a spiegare il rapporto con la società sportiva concessionaria della gestione e ci racconta che la giunta nel 2008 ha deciso un canone forfettario giornaliero di 75 euro per l’utilizzazione del parco e che questo canone viene riscosso dal Comune.
La puntigliosa e lunga spiegazione lascia supporre che il sindaco, commettendo un errore grave e inspiegabile, abbia confuso il canone comunale con la Tosap ed abbia pensato che l’uno elimini l’altro mentre le due cose sono completamente distinte e non sovrapponibili.

Infatti in tutto il contesto della risposta si guarda bene dal rispondere alla nostra domanda circa la riscossione obbligatoria della Tosap susseguente alla concessione del Parco e questa dimenticanza sfiora - in questo caso sicuramente - la malafede e la mala amministrazione dal momento che il principale beneficiario della concessione comunale è il PD che tra luglio e agosto di ogni anno svolge la sua festa di partito.
Non è una dimenticanza da poco perché sostituisce illegalmente la Tosap con un canone comunale appositamente inventato di 75 euro giornalieri, esentando di fatto il suo partito dal pagare ben più consistenti importi stimabili in molte migliaia di euro che derivano dalle tariffe di legge applicabili per metratura e per durata dell’occupazione e la cui consistenza e onerosità possono ben testimoniare tutti i cittadini che in qualche modo la Tosap la pagano eccome.

Ma non è finita. Quando gli chiediamo quanti siano i proventi comunali riscossi dalla società appaltatrice delle pubbliche affissioni sui materiali pubblicitari esposti nel parco durante le feste (striscioni, insegne pubblicitarie, manifesti commerciali ecc.) si tace del tutto e non tenta neppure di rabberciare una scusa.
Naturalmente il nostro giudizio è che siamo in presenza di un modo di amministrare che perdura nel tempo, perché questi comportamenti, immutabili a sé stessi, sono così da sempre e tutti i sindaci Pci, Pds, Ds, Pd che via via si sono succeduti hanno sempre considerato un loro diritto, quasi un loro privilegio, aiutare e favorire il partito ed ora, l’ultimo arrivato, per naturale mutazione genetica, lo considera un diritto al punto da non capire neppure più l’origine del problema.
Prima o poi i cittadini dovranno pure far capire a questa gente che non sono i padroni di Casola e che un altro modo di amministrare è possibile.

Verso la Regione Romagna: i confini

Comincia oggi, giovedì 28, in Commissione Politiche economiche della Regione la discussione sul progetto di legge presentato dal consigliere regionale del Pdl Gianguido Bazzoni e relativo alla determinazione dei confini storici della Romagna. L'obiettivo è, come spiega il consigliere nella relazione, "riconoscere il valore sociale, culturale, socio economico e promozionale di un territorio già definito dalla storia e nella denominazione di ‘regione composita’, appunto perché composta da due territori distinti, Emilia-Romagna, dando così attuazione a quanto previsto dai padri costituenti che, creandola con i due nomi avevano ben chiaro come si unissero territori ben distinti.  La Romagna, dunque, per svilupparsi appieno necessita di veder riconosciute la propria estensione territoriale e le proprie peculiarità con la valorizzazione delle proprie specificità. Ciò che chiedo con questo progetto di legge è il riconoscimento socio culturale di un territorio e di un popolo che sente forte il proprio attaccamento ad esso che non si può estirpare con la negazione". Una legge, prosegue Bazzoni, "che oggi assume una valenza importante tanto più in un contesto del nostro Stato che si sta modificando con l’introduzione del federalismo". Inoltre, con la determinazione esatta dei confini della Romagna “si darebbe un grande impulso a tutti i prodotti tipici del nostro territorio (dalla piadina alle nettarine) per i quali si potrebbero iniziare le procedure per il riconoscimento del marchio Dop (Denominazione di origine protetta)”.

martedì 26 ottobre 2010

Come intendete razionalizzare le spese per le scuole dell’infanzia?

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2 Interrogazione n. 20 scuole infanzia

Mozione per un documento di indirizzi sulla viabilità comunale

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2 mozione sulla viabilità comunale

No, non sta né in cielo né in terra

image003E dunque il Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna ci costa 20 milioni di euro all’anno, tra annessi e connessi

E dunque ogni consigliere regionale percepisce per poche sedute settimanali e qualche ora di commissione 90mila euro all’anno

E dunque per i presidenti, di commissione, i vice presidenti, i capi gruppo ci aggiungiamo pure 512mila euro

E dunque per i rimborsi spesa (treni, aerei, auto personali, ristoranti ecc, ecc ?) ci mettiamo altri 2 milioni di euro

E dunque per le missioni non vuoi metterci altri 65mila euro?

E dunque per le indennità di fine mandato  ci servono ancora 585mila euro prima che se ne escano troppo traumatizzati e depressi

E dunque per le assicurazioni e le spese legali (sic!) degli illustri ci vanno naturalmente altri 503mila euro

E dunque per il funzionamento dei gruppi assembleari ci stanno giusti giusti 2,300milioni di euro

E dunque per il funzionamento dei gruppi consiliari ci stanno giusti giusti altri 2,600milioni di euro da destinare soprattutto ai preziosi portaborse (quelli che lavorano)

E dunque ogni consigliere regionale porta su di sè una spesa aggregata di circa 400mila euro l’anno

E dunque non ci consola molto sapere che quasi tutti i consigli regionali italiani costano così, anzi….

E dunque un consigliere comunale di Casola Valsenio percepisce per ogni seduta poco meno di 15 euro cioè in un anno circa 150-200 euro). Circa (nessuno di noi ci guarda)

E dunque questa roba qui non sta né in cielo né in terra

E se, magari, cominciassero a fare qualcosa di utile?

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Caro Sindaco

Caro Sindaco

Ho ripetutamente parlato e scritto su questa benedetta caldaia ed ho sperato che mai e poi mai ciò venisse messo in opera ma come sempre – o quasi – le cose inutili chissà per quale motivo diventano prioritarie. A questo punto rimane poco da dire e da fare ma una cosa la voglio ancora dire e non importa ciò che le mie parole potranno suscitare

Ciò che vedo passando di fronte alle scuole elementari –ora non più solo elementari- è una opera vergognosa meglio dire l’inizio di una opera vergognosa per l’investimento ingiustificato – appena sotto i 400000 euro- una fortuna ma come si sa le opere pubbliche tendono sempre a raddoppiare e questa non sarà certo la mosca bianca. Ma poi a ben pensare il costo è tutto e il contrario di tutto è politica e quindi a noi comuni mortali poco importa o meglio chi tira i fili non siamo noi quindi !!!!!!

Quello che a me come genitore importa è il pericolo che potrà portare la caldaia è ciò che i bambini, i nostri bambini potranno ricevere dalla caldaia –loro non fanno politica e non hanno certo bisogno di un qualche cosa da sbandierare durante una campagna elettorale- Loro i bambini cercano sicurezze tranquillità posti in cui giocare senza dover pensare ai possibili rischi che le opere dei grandi possono causare. I genitori sono la prima difesa ai quali fanno affidamento ma poi anche le istituzioni devono, è un obbligo, vegliare su di loro ma qui né l’uno né l’altro

Vedi caro Sindaco sarà come tu hai sempre detto tutto OK: è sicura affidabile conveniente rispetta l’ambiente ma anche un solo raffreddore una polmonite o peggio ed io per primo verrò a chiedere spiegazione e vorrò risposte stanne certo. E se ciò che ho scritto ti suona come una minaccia non mi importa nulla perché per me l’unica minaccia l’hai creata tu dando vita a questo scempio il quale altro non ha fatto se non aumentare i rischi che i bambini per colpa dei grandi già debbono subire

Complimenti

Dall’osso Gianmaria

Ps non pensare che la parola denuncia mi intimorisca ciò che mi intimorisce è vedere mio figlio un figlio dover respirare schifezze politiche

venerdì 22 ottobre 2010

A Casola Valsenio c’è chi - per argomentare la propria ostilità a prescindere nei confronti del governo di centro destra - sostiene che il processo riformatore italiano si sia fermato al 1995 con la riforma Dini sulle pensioni. Per chi è meno prevenuto, proponiamo una scheda sugli ultimi due anni di lavoro del Governo Berlusconi, sapendo bene che sono molte di più le cose da fare di quelle fatte ma che nessun governo italiano può vantare questi risultati; men che meno i governi imbelli e balbettanti sempre espressi dalla sinistra

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Beninteso, in difesa dell’ambiente, della democrazia e della legalità.

pict004 (2)Quanto a tecniche di guerriglia urbana, Terzigno non ha niente da imparare dai casseurs francesi. Anche qui le frange violente sono riuscite a egemonizzare la protesta, trasformandola in rivolta. Con una differenza importante: fatte le debite proporzioni, la nostra opinione pubblica sembra accettare le immagini che la tivù restituisce: barricate, sassaiole, automezzi dati alle fiamme e cariche della polizia. Cronache asciutte, quasi preoccupate di non turbare il disordine.

La sinistra ha tentato in ogni modo di demolire due altrimenti indubitabili successi del centro destra: la gestione dei soccorsi dopo il terremoto dell’Aquila e il superamento dell’emergenza rifiuti a Napoli. Bertolaso, che aveva la colpa d’essere troppo popolare, è stato sottoposto a un linciaggio mediatico dal quale è uscito con le ossa rotte. La primavera scorsa, a ridosso delle ultime amministrative, nel capoluogo abruzzese erano apparsi con gran clamore i già dimenticati carriolanti, che lamentavano la mancata rimozione delle macerie, e ancora s’insiste sui ritardi della ricostruzione. A Napoli, invece, il sistema di raccolta e smaltimento messo a punto dal governo s’è inceppato d’improvviso, in una stagione difficile per il partito di maggioranza relativa. Il miracolo non è riuscito, hanno ripetuto in coro le opposizioni, ci vogliono provvedimenti strutturali. E chi mai dovrebbe farsene carico?

Le macroscopiche inefficienze che sono all’origine del tracollo non sono mai state addebitate, come sarebbe logico, al Comune di Napoli, dove la raccolta differenziata non è mai partita davvero. Nel Nord Italia, quando si cominciò, furono sufficienti pochi mesi, qui i decenni non bastano. La colpa, manco a dirlo, è di Berlusconi, che non s’è tuttavia sottratto alla sfida e ha deciso di affrontare la questione in consiglio dei ministri. Qualsiasi provvedimento ne esca sarà quello sbagliato: la trappola è stata escogitata in modo che un ripensamento sullo sversatoio suonerà come una disfatta, una conferma come un insulto.

Il problema non è la camorra, la camorra non c’entra. C’entrano però i centri sociali e la galassia antagonista, che hanno provocato e alimentato la sommossa, senza che alcuna solerte procura si sia preoccupata di aprire un fascicolo a loro carico. Dopo il G8 Genovese, infatti, passano sempre per martiri, comunque si comportino, anche nel peggiore dei modi . Le cronache riferiscono anche di manifestanti pacifici; quando vengono intervistati cominciano però a urlare, se la prendono con lo Stato che non provvede e anzi infierisce su di loro. Donne e uomini di tutte le età passano l’intera giornata presidiando strade e incroci. In prima fila, sindaci con la fascia tricolore. Il lamento come occupazione full time proprio come quando si voleva scongiura la costruzione del termovalorizzatore di Acerra.

Discariche ne esistono dovunque, da Nord a Sud, senza provocare disagi e morie di bambini come urlano a squarciagola le mamme di Terzigno: soltanto in questo pezzetto d’Italia destano sconquassi. Questo, poi, cade proprio a puntino. Nei prossimi giorni, c’è da scommetterci, pesteranno duro i Santori, i Fazii, i Saviani e compagnia cantante, beninteso in difesa dell’ambiente, della democrazia e della legalità.

mercoledì 20 ottobre 2010

Il Consiglio Comunale è convocato per Martedì 26 Ottobre 2006

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Si delibera su:

Variazioni del Bilancio 2010 (Variazioni)

Convenzione tra Provincia e vari comuni per la valorizzazione del dialetto romagnolo (DeliberaConvenzione)

Accordo di Programma Provincia, Coni, Uisp, Comuni per la diffusione dell’attività motoria nella scuola dell’obbligo (DeliberaConvenzione)

Accordo territoriale per l’ampliamento del polo commerciale di Faenza (Outlet Le Perle) (DeliberaConvenzione)

Convenzione per programmi di qualificazione energetica (rinviato)

Rinegoziazione prestiti concessi dalla Cassa Depositi e Prestiti (Scheda rinegoziazione)

venerdì 15 ottobre 2010

Anche il Prefetto è stato chiamato in causa sull’annosa vertenza tra l’Amministrazione Provinciale di Ravenna e i propri dipendenti. Solo l’approssimarsi delle elezioni costringe il Presidente Giangrandi a riprendere il dialogo

419677-4438773 I dipendenti della Provincia di Ravenna,  in lotta per il ripristino di normali relazioni sindacali,  si sono visti costretti a rivolgersi anche al Prefetto per sanare una lunga vertenza che riguarda:

· la chiusura dei contratti integrativi del 2009/2010,

· il rispetto dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori e la garanzia dell'erogazione di servizi di qualità per i cittadini.

· l’utilizzazione delle risorse disposte dall'"Eredità Caletti" a favore dei dipendenti ed ex dipendenti in difficoltà. Si tratta di un un lascito del 2001 per il quale, ad oggi, non è stato ancora predisposto il regolamento esecutivo;

· la difforme liquidazione delle somme da destinarsi ad incentivi di produttività degli anni 2004, 2005, 2006, 2007, rispetto a quanto stabilito nei contratti integrativi decentrati sottoscritti e autorizzati dai dirigenti dell’epoca e da singole delibere della Giunta Provinciale. Per questo i dipendenti si sono costituiti davanti al giudice;

Per molto tempo i dipendenti hanno organizzato manifestazioni, in consiglio provinciale , davanti alla Provincia, si sono rivolti al Prefetto, ma non sono riusciti ottenere nulla.
Finalmente  in vicinanza delle elezioni per il rinnovo del consiglio provinciale che si terranno nella primavera del 2011, c’è stata una ripresa del dialogo che tuttavia non mitiga il giudizio molto negativo sull’operato del Presidente Giangrandi, che mantiene da dieci anni la delega al personale sommando ritardi ed evidenti incapacità nelle funzioni gestionali, come dimostra l’attesa di dieci anni per erogare i dovuti e legittimi interessi di un lascito ai  propri dipendenti.

Vincenzo Galassini Capo Gruppo PDL- FI Provincia di Ravenna.

Bersani si consegna a Nichi dicendo addio al Nord e ai moderati

vendolabersani-large Il gelo tra i duellanti della sinistra italiana si è sciolto e ora i due antagonisti provano a ragionare di politica accordandosi su due punti: 
a) Vendola ottiene un via libera alle primarie di coalizione, accreditandosi così come aspirante leader,
b) Bersani incassa la benedizione dell’avversario su un esecutivo mirato a cambiare la legge elettorale ma anche su un eventuale accordo con l’Udc.

Dice Bersani: “Quello che io chiamo Nuovo Ulivo deve rivolgersi all’Udc e vedere se ci sono le condizioni per un patto di governo. Le colonne d’Ercole a sinistra sono Vendola e Di Pietro ma non a qualunque prezzo”.
Dice Vendola: “Con Bersani non c’è mai stata la guerra. Abbiamo voluto abbattere insieme un muro di sospetti, polemiche e risentimenti che abitano un po’ in tutti i luoghi del centrosinistra. Nessun veto sul partito di Pier Ferdinando Casini. In questo cantiere tutti sono i benvenuti”.

Ma è’ il presidente dell’Udc, Rocco Buttiglione, a incaricarsi di bocciare l'intesa Bersani-Vendola: “Faccio a Bersani i migliori auguri per quella che mi sembra un’operazione politica volta a ricostruire il partito comunista italiano. Grazie tante, noi andiamo da un’altra parte”. Una scelta sbagliata non solo perché “fa il verso al Pci” ma anche perché “punta a mettere insieme un’ammucchiata politica tipo Ulivo di Prodi che non solo non è in grado di governare, come è già accaduto, ma ora come ora nemmeno di vincere”.

Comunque sia, Bersani, per una volta, ottiene il consenso del Partito Democratico nel suo complesso anche se il calore che viene dispensato nelle varie dichiarazioni ha temperature molto diverse. Tiepide ma non ostili le parole di Paolo Gentiloni, promotore con Walter Veltroni e Beppe Fioroni del Movimento democratico destinato a muovere i primi passi il 26 novembre. Distaccate quelle dei dalemiani che usano armi dialettiche spuntate e accenti comprensivi. Un buon risultato, dunque, per il segretario che, dopo aver incassato sabato scorso la tregua interna con Veltroni, sul partito che deve tornare a produrre proposte su temi concreti, ora inizia a lavorare sull’annoso problema delle alleanze per cercare di sminare un terreno ricco di trappole.

“Abbiamo ribadito il meccanismo delle primarie di coalizione - dice il segretario del Pd - perché è una cosa a cui teniamo molto, le abbiamo inventate noi, perciò saranno i cittadini a decidere chi meglio può sconfiggere Berlusconi”. “C’è un accordo per affidare al processo delle primarie la selezione degli sfidanti”, si compiace Vendola. Il quale, pur confermando che la volontà comune è di aprire un cantiere del centrosinistra con un patto di consultazione sul programma, nega di voler entrare nel Nuovo Ulivo e tanto meno pensa di confluire nel Pd.

La variabile Vendola, insomma, è stata ormai accettata e in qualche modo istituzionalizzata, blandita e riconosciuta dai vertici del Pd. A questo punto, però, si inizia a fare sul serio. E il partito di Via del Nazareno dovrà tenere conto delle altre variabili che ora si profilano all’orizzonte. Dovrà ad esempio ragionare sulla forza erosiva che potrebbe abbattersi sul progetto del Partito Democratico, attraverso l’emergere di una candidatura Vendola. Dovrà pesare il contraccolpo che questo potrebbe avere su possibili alleanze al centro e nel rapporto di fiducia con l’elettorato moderato. Dovrà mettere in conto che l’appeal del governatore si concentra al Sud ma non riesce a conquistare l’elettorato settentrionale.

Insomma, dovrà impegnarsi in una missione quasi impossibile che poi è quella di sempre, da sedici anni a questa parte: evitare che la convergenza elettorale si trasformi in un’ammucchiata.

domenica 10 ottobre 2010

Onore agli alpini della Julia

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"Ho appreso con dolore la notizia del tragico agguato ai nostri ragazzi impegnati a riportare la pace in Afghanistan. Siamo vicini alle loro famiglie come lo sono, ne sono sicuro, tutti gli italiani. 

Siamo grati a tutti i soldati italiani che nelle diverse missioni in tante parti del mondo, consentono al nostro paese di mantenere i suoi impegni internazionali a favore della pace e contro ogni forma di terrorismo".

Silvio Berlusconi

venerdì 8 ottobre 2010

Federalismo fiscale: cosa cambia

federalismo_fiscale La riorganizzazione della fiscalità su base regionale arriverà in due fasi. La prima, che prenderà avvio dal 2012, sarà definita dal Governo allo scopo di assicurare alle Regioni entrate fiscali corrispondenti ai trasferimenti statali che vengono soppressi dal decreto. A partire dal 2014, l'addizionale potrà essere aumentata fino a un massimo del 3% ma con gradualità rispetto all’attuale 0,9% e precisamente mediante un possibile ulteriore incremento fino allo 0,5% dal 2013, all'1,1% dal 2014 e al 2,1% dall'anno successivo per arrivare, appunto, al 3%.

Per evitare una maggiore pressione fiscale sui contribuenti, a partire dal 2012 si prevede una corrispondente riduzione delle aliquote Irpef di competenza statale e, soprattutto, l'addizionale potrà muoversi sempre e solo nell'ambito degli scaglioni Irpef previsti dalla legge statale. La possibilità di ridurre l'Irap, anche fino all’azzeramento, sarà consentita solo alle Regioni che non procederanno ad aumentare dell'1,4% (0,9 fisso e 0,5 dal 2013) l'addizionale Irpef. Principio che vale anche in senso inverso, ovvero l'aumento dell'Irpef è consentito solo di fronte a una riduzione dell’Irap.

In sintesi:

· Fondo di solidarietà. Sarà istituito un fondo di solidarietà fra le Regioni per il finanziamento integrale della sanità, dell’istruzione scolastica, dell’assistenza sociale e del trasporto pubblico. Il fondo sarà alimentato dal gettito prodotto da una compartecipazione al gettito Iva determinata in modo tale da garantire in ogni Regione il finanziamento integrale.

· Addizionale Irpef. Sarà soprattutto l’addizionale Irpef a sostituire i trasferimenti erogati dallo Stato alle Regioni per l’esercizio delle proprie competenze in modo tale da assicurare al complesso delle Regioni a statuto ordinario entrate corrispondenti ai trasferimenti statali soppressi.

· Tassazione regionale. Le Regioni potranno decidere, a partire dal 2013, un aumento dell’addizionale Irpef che non potrà superare lo 0,5% nel 2013, dell’1,1% nel 2014 e del 2,1% nel 2015.

· Soppressione di 6 balzelli locali. Dal 2014 scompariranno sei balzelli ora applicati per l’occupazione del suolo regionale o sulle concessioni delle spiagge. Ma, con legge regionale, dal 2013 le Regioni avranno comunque la possibilità di istituire nuovi tributi regionali e locali, ma solo su beni che non siano già tassati dallo Stato.

· Servizi minimi. I livelli essenziali di assistenza e delle prestazioni sanitarie erogati dalle Regioni saranno disciplinati a livello nazionale con legge statale.

· Compartecipazione Iva. Contribuirà ad accrescere la capacità di manovra fiscale delle Regioni, essendone prevista una diminuzione ma non in modo rigido. La quota di Iva che entrerà nelle casse delle Regioni non sarà più pari al 25% fisso, ma sarà calcolata di volta in volta con le regole attuali fino al 2013 in relazione a quanto devoluto alle Regioni e in funzione delle risorse Ue. Dal 2014, poi, la percentuale di compartecipazione Iva sarà stabilita dal governo, sentite le regioni, in modo tale da garantire in ogni ente territoriale il finanziamento delle spese essenziali (sanità, assistenza, istruzione, trasporto pubblico locale).

Il Programma della Giunta Iseppi da Giugno 2009 a Settembre 2010 nella valutazione del nostro Gruppo consiliare – Capitoli 3° e 4° Servizi Socio Sanitari e Qualificazione urbana

3 Servizi Sociali    

4 Qualificazione urbana

martedì 5 ottobre 2010

Il nostro Gruppo Consiliare inizia la valutazione del lavoro della Giunta Iseppi da Giugno 2009 a Settembre 2010. Oggi viene esaminato il programma al capitolo 1 “Il Ruolo del Comune per la coesione sociale e la crescita della comunità locale”

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Come avevamo preannunciato il Gruppo Consiliare PDL Lega UDC Indipendenti rende nota la propria valutazione del lavoro dell’Amministrazione Iseppi in questo primo anno.
Il Gruppo, come chiunque avrà potuto constatare, ha seguito assiduamente i lavori consiliari ai quali non ha mai mancato di offrire un fattivo contributo di riflessione e di proposta nelle ovvie ed evidenti differenze di posizionamento politico.

La valutazione viene effettuata utilizzando le promesse e gli impegni elettorali di Iseppi e non già partendo dalle nostre proposte che in molte parti erano e sono assai diverse. Per costruire la griglia valutativa abbiamo estrapolato dal programma di Uniti per Casola i sei capitoli nei quali  sono stati presentati gli obiettivi generali del quinquennio di sindacatura che sono:

1) Il Ruolo del Comune per la Coesione sociale e la crescita della comunità: 17 impegni
2) Sviluppo economico equilibrato ed ecologicamente sostenibile per rispondere alla crisi economica: 48 impegni
3) Servizi sociali e sanitari: 9 impegni
4) Qualificazione urbana e tutela del territorio: 10 impegni
5) Cultura Scuola Sicurezza Sociale: 20 impegni
6) Partecipazione e Comunicazione istituzionale: 5 impegni

Ogni capitolo è stato sezionato in rapporto agli impegni assunti, più o meno esplicitamente dal candidato Iseppi. A volte abbiamo trasformato l’esposizione discorsiva in un punto programmatico per rendere più oggettiva l’analisi, ma pensiamo di non avere operato alcuna forzatura né di avere travisato le indicazioni della lista Uniti per Casola come chiunque potrà controllare rileggendo il programma.
Ad ogni impegno abbiamo accompagnato un giudizio elementare che, pur non prescindendo da una valutazione d’ordine politico, tenta di oggettivizzare il giudizio attraverso quattro indicatori: Fatto, Non Fatto, In corso, Non valutabile. A ciascuna valutazione viene attribuito un punto in modo da rendere facilmente controllabile nel quinquennio l’evolversi degli impegni e la corrispondenza delle promesse ai fatti.

Per quanto individualmente e come Gruppo seguiamo abbastanza assiduamente l’azione amministrativa non è affatto escluso che la collocazione in una casella o in un’altra non sia corretta perché il solo fatto di essere consiglieri non può presupporre la piena conoscenza dell’azione amministrativa. In caso di errore modificheremo senza alcun problema i valori della tabella perché il nostro scopo non è dimostrare in questa fase che le scelte del PD e dei suoi alleati siano giuste o sbagliate ma solo verificare se gli impegni del programma siano stati mantenuti ed onorati.

Al termine dell’analisi trarremo un giudizio di sintesi conclusivo.
Naturalmente sarà gradito ogni apporto e ogni contributo valutativo dei casolani il cui giudizio, in questo caso, richiederà l’espressa indicazione di nome e cognome perché non abbiamo nessuna intenzione di lasciare agli anonimi spazio su temi di questa natura.

Fabio Piolanti

venerdì 1 ottobre 2010

I cinque punti del programma di governo nella presentazione di Berlusconi al Parlamento

4624185540_6520dbdfc7_b Federalismo - E' un ''pilastro'' del programma di governo. Sarà la ''cerniera unificante del Paese'', spiega Berlusconi, e dunque nessuno deve temere che possa produrre una ulteriore ''divaricazione Nord-Sud''. Garantirà trasparenza e permetterà di far nascere una ''nuova Italia grazie a un nuovo patto nazionale''.

Riforma Fisco - ''L'obiettivo del governo e' ridurre la pressione fiscale e disboscare la grande giungla di un sistema fiscale'', garantendo al contempo crescita e rigore dei conti dello Stato. Il tutto ''senza creare deficit''. Al centro la famiglia (con la rinnovata promessa di introdurre il quoziente familiare), il lavoro e la ricerca.

Giustizia - E' il terzo capitolo. Basta con ''l'uso politico'' della giustizia, e' ora di riforme a partire da quella ''costituzionale'' del Csm e dalla separazione delle carriere giudici-pm. Il premier non dimentica il lodo Alfano e il processo breve assicurando a breve un ''piano straordinario per le cause civili pendenti''.

Sicurezza - Il premier ricorda i ''successi'' registrati dal governo nella lotta alla criminalità e elogia più volte il lavoro svolto da tutte le forze dell'ordine. ''C'è una grande squadra che si chiama finalmente Stato''. Molto bene anche, sottolinea, l'azione sul fronte dell'immigrazione clandestina con sbarchi ridotti dell'88%.

Sud - Più infrastrutture materiali e immateriali: sono questi i due assi principali lungo i quali, sostiene il presidente del Consiglio, si muove l'azione dell'Esecutivo. ''Nei prossimi anni con investimenti per 21 miliardi di euro - dice - saranno triplicati gli interventi sul Mezzogiorno, raggiungendo nel 2013 alcuni risultati importanti come il completamento del Salerno-Reggio Calabria''. Entro dicembre invece sarà pronto il progetto esecutivo del Ponte dello Stretto.