domenica 8 agosto 2010

Dedicato a chi ha letto troppo la Repubblica e preso sul serio AnnoZero

ahi serva italia Le banche italiane sono sane: lo hanno dimostrato gli stress test ai quali a fine luglio le unità monetarie europee hanno sottoposto i primi 91 istituti di credito del continente. Si trattava di verificare come le banche avrebbero reagito di fronte ad una nuova crisi tipo 2008-2009, in situazioni estreme: tra queste un calo del Pil del 3%. Ebbene, i nostri cinque istituti esaminati – Intesa, Unicredit, Monte dei Paschi, Banco Popolare e Ubi – hanno tutti superato brillantemente la prova. Non così alcune concorrenti spagnole, greche e perfino tedesche.
Le aziende italiane sono sane: lo dimostra la strabiliante ripresa dell’export e degli ordini del primo semestre 2010, i dati migliori da quando, cinque anni fa, sono state istituite queste serie storiche.
I conti pubblici italiani sono sani: lo dimostra la correzione da 25 miliardi di euro approvata dal Parlamento, la più rapida ma anche la più lieve tra i grandi paesi europei. Manovra approvata e apprezzata dall’Unione europea, dal Fondo monetario, dall’Ocse. Ed in ultimo, dalle agenzie di rating, per prima Standard & Poor’s.
I portafogli degli italiani sono salvi: nessuno, tanto meno il governo, ha messo le mani nelle tasche dei cittadini, mentre altri paesi sono costretti ad aumentare le tasse.Il patrimonio degli italiani è sano ed è al sicuro: le misure della manovra e l’avvio del federalismo comunale esclude esplicitamente ogni ritorno dell’Ici o di altre tasse sulla prima casa, il grande paracadute della nostra società.
I risparmi e gli investimenti delle famiglie sono sani: chi ha avuto fiducia anche nei momenti più bui della crisi oggi si ritrova un gruzzolo più che accresciuto.
La ricchezza dell’Italia, il suo Pil, è sano: l’Italia si avvia a concludere l’anno con una crescita probabilmente superiore all’1%. Attenzione: essa si misura con un calo del Pil superiore al 5% nel 2009, e quindi la ripresa si misura nell’ordine di un 6% e oltre.

Bene: può apparire facile elencare queste cose ora, con la crisi finanziaria alle spalle. Ma ricordate quando, nei momenti più duri, era in pratica il solo Silvio Berlusconi a predicare fiducia e ottimismo? Ad invitare ad avere fiducia nelle nostre grandi aziende, come l’Eni e l’Enel? C’era addirittura chi lo accusava di comportarsi “da piazzista”, di essere un irresponsabile.Tutto il contrario: chi allora ha creduto in Berlusconi non solo ha avuto ragione dalla storia e dai fatti, ma ha potuto organizzare al meglio i propri risparmi ed il proprio patrimonio. Chi non lo ha seguito, chi ha dato retta ai catastrofisti della sinistra, chi ha letto troppo Repubblica o preso sul serio le sceneggiate di AnnoZero, non solo si è visto smentito ma probabilmente ha pagato dazio sul piano personale.

Che cosa diceva allora Berlusconi?
Primo: massima fiducia nelle nostre banche e nessun rischio per risparmio e investimenti.
Secondo: l’Italia si riprenderà grazie all’export ed al suo tessuto di imprese manifatturiere diffuse sul territorio.
Terzo: fondamentale era l’atteggiamento positivo delle famiglie, dei risparmiatori e dei consumatori.

Tutto vero, tutto confermato. Ma, appunto, è facile dirlo ora. Molto più difficile dichiararlo, e praticarlo, allora. Come si sa i catastrofisti ed i profeti di sventura fanno sempre notizia. Ma in genere portano sfortuna a loro stessi.

venerdì 6 agosto 2010

Mentre nel PDL l’uscita di Fini rende ancor più forte e lineare l’offerta politica della liberaldemocrazia italiana, nel PD i nodi stanno per venire al pettine

oisterwijk sculptuur 2009 La crisi della sinistra italiana si aggrava di giorno in giorno ed è vicina ormai ad una implosione definitiva o ad una svolta.
In particolare le contraddizioni si addensano all’interno del Pd, il partito che avrebbe dovuto diventare il partito a vocazione maggioritaria secondo le intenzioni di Veltroni o comunque essere il principale partito riformista e di governo dell’opposizione, al pari di tutte le socialdemocrazie europee nel quadro di un sistema bipolare.
L’aver sempre rinviato una limpida scelta riformista, rincorrendo tutte le posizioni estremiste e perfino giustizialiste, ha portato il Pd al capolinea della sua storia.

Il chiarimento fra le sue componenti interne, infatti, non è più rinviabile. Da una parte l’elettorato di sinistra è sempre più attratto dalle posizioni di Di Pietro e di Vendola e in caso di primarie, è molto probabile che gran parte degli elettori del Pd sceglierebbe Vendola piuttosto che un altro leader, che comunque non è neppure alle viste (vedi sondaggio di Repubblica). Dall’altra parte, la componente cattolico democratica vive questa situazione con sempre maggiore imbarazzo e sofferenza, al punto da essere attratta dal partito di Casini, al quale già si sono avvicinati ex Pd della Margherita come Lusetti e Rutelli.

A questo punto, il Pd, soprattutto in vista delle elezioni anticipate, dovrà scegliere se mantenere il rapporto con Di Pietro e con Vendola oppure fare una scelta chiara a favore dell’alleanza con l’Udc di Casini e l’Api di Rutelli, separando le proprie responsabilità da quelle sempre più radicali di Di Pietro e postcomuniste della galassia vendoliana.
Non avere sciolto questo nodo per tempo e doverlo fare ora, a ridosso di una prolungata campagna elettorale pone il partito di fronte a un dilemma distruttivo.

L’inverno del nostro turismo: dati sempre più brutti denunciano l’abbandono della collina

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mercoledì 4 agosto 2010

Purtroppo ritornano. I talebani dell’ambientalismo già si schierano contro la nuova Romea e la E45. Qualcuno ne dubitava?

2053276516_43ee9e3e67_z  In vista del parere della Commissione VIA nazionale atteso per quest'estate sul rifacimento del tratto esistente dell'E45 e la costruzione del nuovo tratto E55, per un unico collegamento tra Roma e Mestre i comitati e le associazioni ambientaliste mettono insieme tutti i soggetti  contrari all'opera in sei regioni. Su iniziativa di CAT (Comitati Ambiente e Territorio) e Rete NO-AR (NO Autostrada Romea), sabato 17 luglio si sono ritrovate a Bologna dieci organizzazioni. si tratta di associazioni che lungo l'intero tracciato da Orte a Mestre si battono contro "una delle "grandi opere" più costose e devastanti progettate in Italia", dicono. Altre dieci organizzazioni hanno già aderito al fronte comune che conta, così, su di una ventina di soggetti pronti a dare battaglia. Tra queste l'adesione di organizzazioni di livello nazionale come il Movimento 5 Stelle e Legambiente. "Il 17 luglio 2010 segna una data importante per i movimenti che nelle 6 regioni attraversate dal nuovo asse autostradale (Lazio, Toscana, Umbria, Marche, Emilia Romagna e Veneto) si battono contro la realizzazione della Mestre-Orte. Tutti hanno convenuto sulla necessità immediata di mettere in sicurezza la E45 e la SS309 Romea e scongiurare la realizzazione di un doppione dell'Autostrada del Sole" spiegano. "A Bologna il raduno di quanti fra comitati, associazioni e organizzazioni, sono contro la Romea commerciale, ha visto una partecipazione che ha superato ogni più rosea aspettativa rispondendo all'appello lanciato da CAT e Rete NO-AR e dimostrando la volontà di un ragionamento interregionale ed unitario per fermare un'opera da 10 miliardi e mezzo di euro che stravolgerà per sempre aree come le valli dell'Appennino centrale, il fragilissimo ecosistema del delta del Po e, nel Veneziano, sfigurando completamente la Riviera del Brenta".

E spiegano: "Le alternative ci sono: la messa in sicurezza della Romea, la messa in sicurezza della Reale con esclusione del passaggio nei centri abitati (tratto Ravenna - Argenta) ed il potenziamento del traffico ferroviario, meno invasivo ed inquinante del traffico commerciale su ruote. Sulla Orte-Mestre pesa un velo di silenzio impenetrabile. Per squarciare il silenzio, le venti organizzazioni hanno pianificato un organico scambio di informazioni, una campagna informativa nazionale così come nazionale sarà l'appello agli enti e alle forze politiche coinvolti. Nascerà a breve un manifesto unitario cui seguiranno azioni comuni di contrasto lungo tutto l'asse del tracciato". Tra le associazioni e Gruppi locali a Ravenna hanno già aderito al progetto NO AR le associazioni Amici di Beppe Grillo di Ravenna, Associazione Collettivo Byzantium Onlus, Attac Ravenna e Gruppo RavennaViva 

martedì 3 agosto 2010

La sinistra è Nichi Vendola. Una interessante indagine commissionata da Repubblica

In caso di nuove elezioni chi secondo Lei avrebbe più possibilità di battere Silvio Berlusconi?Cattura