lunedì 31 maggio 2010

Le misure economiche convincono gli italiani

italia Nonostante i gufi di sinistra, il sondaggio curato dall’Ispo di Renato Mannheimer, pubblicato ieri dal Corriere della Sera, dimostra, ancora una volta, la maturità degli italiani che, nella misura del 69%, approvano la manovra economica, ritenendola molto o abbastanza necessaria. Solo il 28% la giudica poco o per nulla necessaria.

C’è un altro dato interessante, che conferma sia la valutazione generale di Silvio Berlusconi sia la soluzione tecnica adottata dal Giulio Tremonti: il 61% degli intervistati ritiene che sia opportuno ridurre i finanziamenti per i servizi sociali pur di non aumentare le tasse.La preoccupazione del Premier di "non mettere le mani nelle tasche dei cittadini" è quindi largamente condivisa e questo significa anche un’altra cosa: gli italiani continuano a giudicare negativamente le prestazioni della Pubblica Amministrazione e preferiscono spendere in modo autonomo.

La crisi greca è stata seguita dal 71% degli intervistati, che si sono dichiarati preoccupati per i loro risparmi, condividendo implicitamente la linea seguita dal governo fin dall’inizio della crisi finanziaria: garantire i risparmi.
Il livello di disapprovazione della manovra, rileva Mannheimer, cresce con il crescere del titolo di studio. Nel centrodestra, il consenso raggiunge l’80%, ma nel centrosinistra esso arriva comunque al 65%.

Ci sono differenze di valutazione nei singoli provvedimenti, ma la misura prevista per accrescere la tracciabilità dei pagamenti è quella più apprezzata. Seguono la riduzione dei costi della politica e i tagli agli stipendi pubblici sopra i 90 mila euro. Prevedibilmente poco apprezzati gli aumenti delle tariffe autostradali. La maggioranza è largamente compatta nel respingere ipotesi di aumenti della pressione fiscale.
La traduzione di questi dati in consenso elettorale è stata effettuata da Euriomedia Research di Alessandra Ghisleri, secondo la quale la somma delle intenzioni di voto per il Pd, l’Idv e le altre formazioni di sinistra non raggiunge il 40%, per cui la maggioranza è intorno al 53%. Sebbene la fiducia nel Governo sia un po’ calata, quella nei confronti di Silvio Berlusconi supera il 60%.

Ma, secondo un sondaggio Swg, dopo l’approvazione della manovra, la fiducia degli elettori di centrodestra nel governo resta invariata. Confermati i giudizi positivi sui singoli punti della manovra rilevati da altri sondaggisti: in testa, infatti, risultano i provvedimenti a favore della tracciabilità dei pagamenti.

Il Sindaco ci chiede di sottoscrivere un documento contro il Governo sulle politiche scolastiche e sulla situazione della scuola a Casola. Le ragioni del nostro rifiuto.

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domenica 30 maggio 2010

Cosa aspettiamo a buttare a mare attraverso il federalismo questa indecente classe politica che governa il meridione d’Italia e che impoverisce tutto il Paese?

pict001 Come si fa ad accumulare deficit nella sanità?
Prendiamo una regione, la Sicilia che conta perdite per 237 milioni.

Si dà il caso che in Sicilia i dipendenti del 118, il servizio di emergenza per le ambulanza, siano 3.360. Detta così, potrebbe anche sembrare una cifra normale. Ma assume contorni surreali quando si scopre che in tutto il resto del Paese per lo stesso servizio ci sono soltanto 1650 dipendenti. Cioè: la bella isola da sola conta oltre il doppio di uomini di tutte le altre regioni messe assieme.
I quasi 3400 operatori sono al servizio della Sise (Siciliana servizi emergenza), che attualmente si trova in liquidazione. Ma niente paura: ritroveranno tutti il posto appena l’azienda chiuderà i battenti, poiché passeranno sotto una nuova sigla, la Seus.

Non bastasse la legione di uomini, c’è pure quella dei mezzi, cioè le ambulanze. Dovrebbero essere una ogni 30 mila abitanti, come nel resto del Paese. Su una popolazione di circa 5 milioni, fa più o meno 167. Invece sono 256. Il lato grottesco della faccenda è che nella gran parte questi veicoli non servono. Sono poco più che taxi pagati a carissimo prezzo da soldi pubblici.
Come è possibile? Le ambulanze si dividono in due categorie: A, cioè quelle munite di adeguata strumentazione e con personale medico a bordo e B, cioè quelle che non portano strumentazione e medici ma servono semplicemente per il trasporto. Nonostante il già alto numero di mezzi su strada, la Sicilia ha deciso qualche anno fa di dotarsi di nuove ambulanze: 64 nel 2005 e 49 nel 2006. Tutti veicoli da trasporto (tipo B), poiché medicalizzare un’ambulanza - cioè dotarla di strumenti e dottore a bordo - costa 300 mila euro l’anno, spesa insostenibile.
Questi veicoli, poi, non sono stati acquistati, ma noleggiati a lungo termine, passaggio che ha portato a spendere 8 milioni di euro in più (all’epoca tutto il servizio di 118 costava circa 100 milioni di euro).

A fine settembre 2005, si è riunita una commissione di esperti del 118. Alcuni professionisti intervenuti hanno fatto presente che le ambulanze definite da trasporto sono inutili e dannose sul territorio e che da un punto di vista tecnico, la scelta di prenderle era incomprensibile. Avrebbe avuto più senso medicalizzare alcune di quelle già esistenti, dato che in provincia di Trapani - per esempio - su 23 veicoli solo 3 sono adeguatamente attrezzate. Invece no.
Sapete che fa la Regione? S’inventa un nuovo genere di ambulanza, il tipo A/B. Cioè veicoli con strumentazione medica,ma privi di un medico che la sappia usare. Insomma, mezzi da trasporto, inadatti per i casi di emergenza, eppure carissimi.

Ecco come si fa ad accumulare deficit astronomici nella sanità.

venerdì 28 maggio 2010

La manovra da 24 miliardi punto per punto

07 Accertamento immobili fantasma. Sulla base dei rilievi aerofotogrammetrici effettuati dall'Agenzia del territorio, e degli accertamenti già notificati, obbligo per gli interessati di dichiarazione di aggiornamento catastale, con riduzione delle sanzioni a un terzo. In mancanza, attribuzione di rendita presunta, retroattività della rendita . Obbligo di indicare negli atti soggetti a trascrizione identificazione catastale e relative planimetrie integrazione tra funzioni catastali residuate all'agenzia del territorio e Comuni.
Accertamento, partecipazione dei Comuni. Potenziamento della partecipazione dei Comuni all'accertamento e al recupero dei tributi evasi, con attribuzione del 33% delle maggiori entrate così reperite.
Affitti e manutenzioni negli apparati amministrativi. Prevista una riduzione della spesa per affitti e manutenzioni.
Apparati amministrativi, organi collegiali e di indirizzo.
Per incarichi di partecipazione ad organi collegiali possibile percepire solo il rimborso spesa e il gettone di presenza non può superare 30 euro. Per la partecipazione a organi collegali di enti pubblici o privati che ricevono contributi pubblici si possono percepire solo il rimborso spesa e il gettone di presenza non può superare 30 euro. Riduzione del 10% delle indennità e compensi ai componenti di organi di indirizzo, direzione e controllo, consigli di amministrazione e organi collegiali comunque denominati e ai titolari di incarichi di qualsiasi tipo.
Assegno di invalidità, riduzione della spesa. Elevazione percentuale di invalidità dal 74% all'80% per la concessione dell'assegno di invalidità. Si intensifica il piano controlli invalidità civile: il programma di verifiche Inps prevede 100mila controlli per l'anno 2010 e di 200mila l'anno per ciascuno degli anni 2011 e 2012 nei confronti dei titolari di benefici economici di invalidità civile. Viene chiesto un concorso delle Regioni alle spese per invalidità civile: a valere sui trasferimenti alle regioni, il 45% degli stessi sono redistribuite tenendo conto della distribuzione pro-capite della spesa effettuata in ciascuna regione per invalidità civile. Arriva una revisione della procedura sull'accertamento della condizione di handicap, con accertamento delle Aziende sanitarie mediante appositi accertamenti collegiali.
Auto blu, tagli. Arrivano limitazioni all'uso delle autovetture di servizio: con esclusione dei Vigile del Fuoco e del comparto sicurezza, riduzione delle spese all'80 % della spesa sostenuta nell'anno 2009 per l'acquisto, la manutenzione, il noleggio e l'esercizio di autovetture, nonché per l'acquisto di buoni taxi.
Casellario dell'assistenza. Monitoraggio costante e incrociato dei dati rilevanti ai fini dell'erogazione dei trattamenti di pensione con la creazione, presso Inps, del casellario dell'assistenza e il rafforzamento dell'obbligo di comunicazione dei redditi da pensione ai fini dell'accertamento della situazione reddituale.
Censimento immobili enti previdenziali e razionalizzazione. Previsto un censimento degli immobili degli enti previdenziali, con specifica indicazione di quelli a uso istituzionale e di quelli in godimento a privati. -Razionalizzazione nella gestione degli immobili adibiti ad uffici in uso governativo: gli enti previdenziali provvedono all'acquisto di immobili adibiti ad ufficio in locazione passiva alle amministrazioni pubbliche.
Concessioni autostradali. Determinazione del termine per l'avvio delle gare di rinnovo convenzioni autostrade: in caso di mancato adeguamento alle prescrizioni Cipe gli schemi si intendono non approvati e sono sottoposti alle procedure ordinarie.
Controlli di spesa delle amministrazioni centrali attraverso l'eliminazione delle forme di autonomia finanziaria. Prevista la riduzione dei centri di spesa dotati di autonomia finanziaria estranei ai ministeri e alle ordinarie regole di funzionamento controllo finanziario
Costi della politica, tagli per ministri e sottosegretari. Prevista una riduzione del 10% per la parte eccedente gli 80mila euro del trattamento economico di ministri e sottosegretari non parlamentari.
Le risorse ottenute dalle riduzioni di spesa dalla Presidenza della Repubblica, dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei deputati e dalla Corte Costituzionale saranno destinate alla cassa integrazione.

Quando si dice predicare bene e razzolare male: la prima seduta del Consiglio Regionale dell’Emilia Romagna ci costa 1,3 milioni

gallery_5799_719_191160 Guadagnare senza fare niente è il sogno di molti e la realtà di pochi: precisamente dei neo eletti consiglieri della Regione Emilia Romagna. In due mesi, dal giorno delle elezioni a quello dell’insediamento della nuova assemblea legislativa, sono stati spesi 1,3 milioni di euro. Spesi per una riunione di un’ora in aula.

A fare i conti è Galeazzo Bignami, consigliere regionale del Pdl. La cifra si ricava facilmente: dal 29 marzo al 9 maggio, data dell’insediamento dell’assemblea, non si è letteralmente fatto niente. E per quel niente sono stati tutti pagati: i consiglieri uscenti e quelli eletti. Sempre secondo le stime di Bignami un consigliere regionale costa 13mila euro lordi al mese: moltiplicando 13mila per 50, il numero dei consiglieri, si arriva a 650mila. I mesi in questione sono due e si arriva a 1milione e 300mila euro. Il fatto curioso è che non c’è niente di irregolare: le norme che regolano il passaggio da una assemblea all’altra sono tutte rispettate. È la lentezza che fa lievitare i costi. I primi a indignarsi per lo spreco sono stati i consiglieri Giovanni Favia e Andrea Defranceschi del Movimento 5 stelle, che in una nota hanno invitato i consiglieri inoperosi a restituire lo stipendio o devolverlo a qualche iniziativa benefica.

giovedì 27 maggio 2010

Basta con uno stato da socialismo reale. La manovra del Governo per ridurre il peso dello Stato nell'economia e nella società.

Chissà perchè

L’Associazione nazionale magistrati (Anm) si è accorta che le toghe sono dei dipendenti statali: dunque che patiranno anche loro - quale affronto - il congelamento temporaneo dei salari legato alla manovra economica. Perciò, come al solito, hanno paventato sfracelli, agitazioni, calamità naturali, ovviamente «interventi anticostituzionali» e naturalmente danni «per il funzionamento del sistema giudiziario», chissà perché.
Sono i più pagati d’Europa, hanno pensioni da paura, hanno 55 giorni di ferie all’anno, sono intoccabili, impuniti, lavorano notoriamente poco: ora gli sfiorano il portafoglio ed ecco che la manovra «incide profondamente sullo status giuridico dei magistrati e sulla loro autonomia e indipendenza», chissà perché.

«Queste misure», scrivono, «si inseriscono in un clima di costante aggressione da parte di esponenti politici e istituzionali nei confronti della magistratura, accompagnata da una campagna mediatica di delegittimazione dei magistrati, dipinti come fannulloni strapagati e politicizzati». C’è del vero.
Però sono spiritosi, raccontano anche barzellette: «La progressione economica dei magistrati non è un automatismo, ma è vincolata a periodiche valutazioni di professionalità». Certo, come no. Valutazioni serissime. La percentuale di promossi, ai loro esami fasulli, è del 99,6 per cento. Tra i pochissimi bocciati, nel giugno 2008, Luigi De Magistris.

Subsidenza: la provincia di Rovigo chiama in causa Albonetti, ex presidente della provincia di Ravenna

lunedì 24 maggio 2010

Aosta passa al centrodestra

Il risultato elettorale in Val d’Aosta e’ molto positivo e dimostra che quando il centro-destra non si divide il trend rimane molto positivo Il nuovo sindaco e’ Bruno Giordano eletto con il 59,7 per cento dei consensi.

Le opposizioni insorgono sull’incredibile vicenda dell’Autodromo

autodromo-imola-250-2[1] All'ordine del giorno del Consiglio comunale di Imola di mercoledì prossimo c'e' un punto che prevede la discussione "in merito al pagamento del debito di Formula Imola" nei confronti del Comune e alla "richiesta di autorizzazione all'aumento della partecipazione societaria di ConAmi in caso di ritorno 'in bonis' della società". Quando Simone Carapia, consigliere comunale del Pdl e presidente della commissione Bilancio, ha letto queste parole non ha più avuto dubbi. Era la conferma che aspettava.  
"Ora non e' più ufficioso ma e' ufficiale: il ConAmi vuole accollarsi il debito. I rappresentanti dei Comuni che siedono nel cda del Consorzio pubblico delle altre Province si sono dovuti adeguare e chinare la testa. Siamo alle comiche finali", scrive il berlusconiano in una nota. Per Carapia, "è scandaloso che per la 'malagestio' del centrosinistra imolese tutto il territorio che coincide con il Consorzio pubblico ci debba rimettere. Ad essere coinvolti, infatti, sono i 23 Comuni delle province di Bologna, Ravenna e Firenze, che fanno parte del ConAmi". L'uso delle risorse pubbliche per evitare il fallimento di Formula Imola configura una vicenda "talmente torbida e intricata che mette in cattiva luce Imola e il suo Circondario e la colpa e' unicamente di chi governa il territorio imolese", accusa Carapia.  Senza dimenticare di assicurare, mentre monta la protesta del Pdl ravvennate, che il Pdl di Imola non e' stato a guardare in tutto questo tempo, ma "ha subito preteso chiarezza nelle varie sedi istituzionali, ma non e' arrivata". Carapia fa anche l'esempio delle commissioni sull'Autodromo a cui la maggioranza non ha voluto prendere parte.

***

Anche il Popolo della Libertà di Faenza insorge contro la procedura di salvataggio dell’Autodromo di Imola dal fallimento. Depositata un’interrogazione in Regione, e si punta a parlarne in Parlamento.
Arrivano sui banchi del Consiglio provinciale di Ravenna gli strascichi del fallimento dell’Autodromo di Imola. Il Comune di Faenza è, infatti, il secondo socio pubblico per importanza del Consorzio Azienda Municipalizzata di Imola che sta tentando di salvare la società che gestisce il circuito sulle rive del Santerno.
E se l’operazione di pagare tre milioni di euro per tacitare i creditori puzza gia di marcio per i gruppi dell’opposizione imolese, pronti a preparare un fascicolo da presentare alla Procura, qualche chilometro più lontano si pensa di portare la questione in Regione e in Parlamento (cfr. intervista a Raffaella Ridolfi, Consigliere del Popolo della Libertà della Provincia di Ravenna).
E se è vero che l’unione fa la forza, i gruppi di opposizione di Faenza sono pronti ad unirsi ai colleghi di tutti i comuni soci di ConAmi.

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sabato 22 maggio 2010

Il quoziente familiare adottato da cinquanta sindaci: un nuovo modo di fare pagare tasse e servizi. Queste sono le azioni di concreta solidarietà sociale che dovrebbe sperimentare anche il nostro comune

179078Cinquanta sindaci, da ogni parte d’Italia, da Roma a Bari, da Varese a Trapani, e in rappresentanza di giunte di vario colore politico (destra, centro, sinistra) sono andati ieri a Parma per siglare un importante accordo. Il patto bipartisan che hanno sottoscritto i cinquanta è un impegno a sostenere la famiglia e costituisce la miglior risposta ai problemi sociali del Paese, perché è sulle famiglie che si forma il reddito reale italiano.

Insieme al collega di Parma, Pietro Vignali (Pdl) di Varese, Attilio Fontana (Lega) , Bari, Michele Emiliano (Pd), il primo cittadino di Roma, Alemanno, è tra i fondatori del “Network italiano di città per la famiglia”, battezzato ieri a Parma, capitale del buon vivere è ora anche della famiglia.
Lo era già prima dell’intesa perché la città emiliana è stata la prima in Italia ad applicare il “quoziente familiare”, ribattezzato appunto “quoziente Parma”. Già, un marchio sociale che nelle speranze di Vignali, sindaco PdL, dovrebbe diventare sinonimo di eccellenza e qualità. Come il parmigiano e il prosciutto crudo. Nel difficile panorama nazionale dove il governo spende solo lo 0,7% del Pil, Parma si piazza al secondo posto nella classifica della città che destina più soldi al sociale (377 euro pro capite, la prima è Modena con 407).
Cos’è il quoziente familiare? In sintesi, è un nuovo modo di esercitare la fiscalità, evitando che questa si accanisca contro i soggetti primari della società e decisivi per il benessere comune. A cominciare dalla famiglia, luogo di protezione ed educazione di ogni singola persona.
Nel concreto, il quoziente è uno strumento che misura lo stato di salute economico delle famiglie e lo segnala all’amministrazione: prende in esame i componenti, il numero dei figli (ogni figlio riduce la capacità contributiva del 25%), la condizione lavorativa dei genitori, i parenti a carico, la presenza di persone disabili. A tutti queste variabili si assegna un punteggio che sommato fornirà appunto la situazione della famiglia. I punti sono più “pesanti” di quelli già previsti dall’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente). Ad esempio, quanto più saranno numerosi i componenti, i figli naturali o affidati a carico, il tipo di lavoro del capofamiglia etc, tanto più questi incideranno sul dato finale riducendo l’Isee.

Questo nuovo sistema di misurazione dello stato sociale delle famiglie valuta la situazione “caso per caso”, senza le sperequazioni dei vecchi scaglioni: qui sta la grande novità del “Quoziente Parma”. Le famiglie così “pesate” potranno poi avere sconti diversificati e agevolazioni sulle tariffe e un diverso modo di accesso ai servizi forniti dal Comune: asili, nidi, servizi socio-assistenziali, tassa sulla raccolta rifiuti etc. Insomma, un circolo virtuoso a favore dei cittadini e delle famiglie che più hanno bisogno del sostegno pubblico. Il progetto, iniziato lo scorso anni, proseguirà fino al 2011 con un impegno di spesa che supera i 3 milioni di euro.
I 50 comuni che ieri hanno costituto il Network per la famiglia oltre a Roma, Parma, Bari e Varese comprendono anche Rimini, Viterbo, Ascoli, Trapani,Imperia e tanti altri. Insomma una bella rete politicamente variopinta e stesa sull’Italia come le macchie del leopardo.

Chi partecipa al Network si impegna a: 1)una fiscalità a misura di famiglia,  2) scelte e programmi “family friendly”,  3) sostenere il privato sociale e il suo ruolo sussidiario del welfare locale.

Se davvero questi 50 Comuni seguiranno il modello Parma, daranno una mano ad avvicinare il nostro Paese alla Francia, dove un lavoratore dipendente con 36,5 mila euro di reddito, una moglie e 4 figli a carico è completamente esentasse. Da noi, invece, il valore dei figli mantenuti in famiglia, magari fino alla laurea, non è neppure pari a quello riconosciuto per la rottamazione dello scooterino. Una situazione così va cambiata e in fretta.

venerdì 21 maggio 2010

Federalismo fiscale, atto primo. Il consiglio dei ministri ha approvato in via definitiva il dlgs sul trasferimento del demanio. I beni di stato a regioni ed enti locali. Per essere valorizzati.

fiume-250 Il federalismo demaniale taglia il traguardo al fotofinish. L'approvazione definitiva da parte del consiglio dei ministri è giunta ieri, giusto in tempo prima che scadesse il termine affidato al governo dalla legge n. 42/2009 per emanare il primo atto concreto del federalismo. Un passaggio solo formale quello in cdm dopo l'accordo politico raggiunto in Commissione bicamerale dove il testo è stato profondamente rivisto accogliendo molti dei rilievi delle opposizioni.
Passeranno dunque gratuitamente a comuni, province, città metropolitane e regioni, i beni demaniali e quelli del patrimonio disponibile dello stato (che valgono 3,2 miliardi di euro). Saranno gli enti a decidere cosa farne: se tenerli e farli fruttare oppure cederli, dopo averli valorizzati. In questo caso il 75% dei proventi realizzati dovrà essere destinato a ridurre l'indebitamento o, se non ci sono debiti, per spese di investimento. Il restante 25% confluirà nel Fondo per l'ammortamento dei titoli di stato.
In ossequio al principio di sussidiarietà i beni del demanio saranno attribuiti prioritariamente ai comuni salvo che, si legge nel dlgs, «per l'entità o tipologia del singolo bene o del gruppo di beni, esigenze di carattere unitario richiedano l'attribuzione a province, città metropolitane o regioni».
I beni trasferibili. Alle regioni andranno i beni del demanio marittimo (spiagge, porti, rade, lagune, le foci dei fiumi che sboccano in mare e i canali utilizzabili ad uso pubblico marittimo) e quelli del demanio idrico (fiumi, torrenti, laghi e isole al loro interno) ad eccezione dei fiumi di ambito sovraregionale (il Po, per esempio, ma anche il Tevere, l'Adige etc.) e dei laghi di ambito sovraregionale (lago di Garda e lago Maggiore). Ma per quest'ultima ipotesi un'intesa tra le regioni interessate potrà sbloccare la cessione dei laghi.
Alle province andranno i laghi chiusi privi di emissari di superficie racchiusi nel territorio di una sola provincia. E anche le miniere (con le relative pertinenze ubicate su terraferma) ad eccezione dei giacimenti petroliferi e di gas.
Le regioni dovranno devolvere alle province una quota dei proventi ricavati dall'utilizzazione del demanio idrico. In assenza di accordo tra le regioni e le province interessate sarà il governo a intervenire, fissando la quota da destinare agli enti intermedi.
La procedura di trasferimento. I beni da trasferire saranno censiti in appositi elenchi da allegare ai dpcm che dovranno essere adottati entro 180 giorni dall'entrata in vigore del dlgs. Le regioni e gli enti che intendono acquisire i beni dello stato dovranno trasmettere domanda all'Agenzia del demanio entro 60 giorni dalla pubblicazione in G.U. dei decreti. Nelle domande l'ente dovrà indicare come e con quali scopi intende servirsi dell'immobile. Se dovesse utilizzarlo in modo difforme dagli scopi indicati nella relazione trasmessa al Demanio scatteranno i poteri sostitutivi del governo.
I beni per i quali non è stata presentata domanda confluiranno in un patrimonio vincolato affidato all'Agenzia del demanio che provvederà a valorizzarli e, se del caso, ad alienarli. I beni trasferiti entreranno a far parte del patrimonio disponibile degli enti locali (ad eccezione dei beni del demanio marittimo) e potranno essere venduti solo dopo essere stati valorizzati. Sarà l'Agenzia del demanio a dare il placet rilasciando un'apposita attestazione di congruità entro 30 giorni dalla richiesta.
I beni non trasferibili. Resteranno invece nel patrimonio indisponibile dello stato gli immobili già utilizzati dalle amministrazioni erariali per finalità istituzionali, i porti e gli aeroporti di rilevanza nazionale, i beni del patrimonio culturale, le reti stradali ed energetiche, le ferrovie, i parchi nazionali e le riserve naturali. Entro 90 giorni dall'entrata in vigore del dlgs le p.a. dovranno trasmettere al Demanio l'elenco dei beni da non trasferire in periferia. L'Agenzia potrà chiedere chiarimenti, visto gli enormi costi (700 milioni di euro) che ogni anno lo stato sostiene in affitti. Nelle città sedi di porti di rilevanza nazionale potranno essere trasferite dal Demanio ai comuni le aree portuali non più utilizzate e suscettibili di riqualificazione urbanistica. Resteranno in mano allo stato anche i beni del Quirinale, del Senato, della Camera e della Corte costituzionale.
Beni della difesa. Entro un anno dall'entrata in vigore del decreto saranno individuati e attribuiti con dpcm i beni del ministero della difesa trasferibili in quanto non ricompresi tra quelli utilizzati per esigenze di difesa e sicurezza nazionale.
Fondi comuni. I beni trasferiti agli enti territoriali, dopo essere stati valorizzati, potranno confluire in uno o più fondi comuni di investimento immobiliare. Ciascun immobile verrà conferito per un valore che verrà attestato dall'Agenzia del demanio. Ai fondi comuni potrà partecipare anche la Cassa depositi e prestiti.
Nuovi beni ogni due anni. Il decreto prevede che ogni due anni possano essere attribuiti alle regioni e agli enti locali ulteriori beni resisi nel frattempo disponibili.
Cosa cambia per gli enti locali. Gli enti che hanno ricevuto beni demaniali subiranno una riduzione dei trasferimenti erariali, a decorrere dal primo esercizio finanziario successivo al passaggio di proprietà dei cespiti. Le spese sostenute per valorizzare gli immobili trasferiti saranno escluse dal patto di stabilità, ma non in assoluto. I vincoli di bilancio non si applicheranno solo limitatamente agli importi a suo tempo sostenuti dallo stato per la gestione e la manutenzione. Gli enti che acquisiranno beni demaniali riceveranno dallo Stato anche le risorse umane per gestirli. Si eviteranno così sprechi e duplicazione di costi e funzioni. In commissione bicamerale è stata infatti approvata una disposizione che impegna il governo ad assicurare «la coerenza tra il riordino e la riallocazione delle funzioni e la dotazione delle risorse umane e finanziarie, con il vincolo che al trasferimento delle funzioni corrisponda un trasferimento del personale tale da evitare duplicazioni di funzioni».
Gli enti locali in stato di dissesto non potranno vendere i beni ad essi attribuiti che potranno essere utilizzati solo per finalità di carattere istituzionale.

Nella vicenda Con.Ami-Autodromo scorre un fiume di denaro ma quasi tutti gli amministratori delle città interessate sembrano saperne poco o nulla. Il consigliere Pdl del Comune di Faenza, Raffaella Ridolfi, interroga il Sindaco Malpezzi

05 Interrogazione a risposta scritta

Premesso che

  • il Comune di Faenza è socio di Con Ami;
  • tra i soci di Con.Ami vi sono: Bagnara di Romagna, Borgo Tossignano; Brisighella, Casalfiumanese, Casola Valsenio, Castel Bolognese, Castel del Rio, Castel Guelfo di Bologna, Castel San Pietro Terme, Conselice, Dozza, Faenza, Firenzuola, Fontanelice, Imola, Marradi, Massa Lombarda, Medicina, Mordano, Palazzuolo sul Senio, Riolo Terme, Sant’Agata sul Santerno e Solarolo;
  • Negli intenti dichiarati dal Consorzio pubblico Con.Ami sul proprio sito vi è la volontà: “…………… di strutturare e mantenere in mano propria, una realtà dotata di adeguata strumentazione amministrativo-finanziaria, come è il Consorzio pubblico, per riuscire a realizzare ogni tipo di intervento di interesse pubblico a sostegno dello sviluppo economico e sociale del territorio. In tale modo le Amministrazioni Comunali socie di CON.AMI riescono a intervenire con prontezza nel rispondere alle esigenze di innovazione, modernizzazione e di creazione d’infrastrutture anticipando la realizzazione dei programmi regionali, nazionali e comunitari. Il CON.AMI gestisce il patrimonio consortile; è l’interlocutore di riferimento per i 23 Comuni nei rapporti con HERA; gestisce le partecipate non confluite in HERA; programma gli investimenti; utilizza le risorse per la crescita e la qualificazione del territorio dei Comuni soci; interviene in grandi operazioni di sviluppo territoriale (come ad esempio ad Imola per il recupero dell’area dell’Osservanza)”;
  • Con.Ami è socio di FORMULA IMOLA S.p.A. sita a IMOLA (BO) VIA FRATELLI ROSSELLI 2  cap 40026 codice fiscale 02823951203 con una quota composta da: 250.000 AZIONI ORDINARIE pari a nominali: 250.000,00  EURO;
  • Formula Imola S.p.A. ha Capitale sociale dichiarato sul modello con cui e' stato depositato l'elenco soci di 1.250.000,00   EURO e risulta essere in fallimento ed curatore fallimentare è stato nominato il dott. Carbone Fabrizio;
  • L’altro socio di Formula Imola S.p.A. è Motosport eventi S.r.l. con una quota composta da: 1.000.000 AZIONI ORDINARIE pari a nominali: 1.000.000,00  EURO Codice fiscale: 02741941203;
  • Presidente del Consiglio di amministrazione di ConAmi è Montroni Daniele che a sua volta è Vicepresidente del Consiglio di Amministrazione di Formula Imola S.p.A. che a sua volta è stato assessore nel Comune di Imola fino al 2008 con deleghe ai Lavori Pubblici, Viabilità e Trasporti, Polizia Municipale, Patrimonio e nel mandato successivo con deleghe alla Qualità Territoriale Urbana, Mobilità, Patrimonio, consigliere comunale e poi Sindaco di Mordano, dipendente Manutencoop che dopo il diploma, ha svolto un'esperienza politica nella Federazione del PCI di Imola;
  • Rappresentante del Comune e non solo nel Consiglio di amministrazione di ConAmi è Giorgio Sagrini che dopo il Liceo Scientifico "Severi" di Faenza, ha seguito il richiamo della politica,con una prima importante esperienza politica nella Cgil: prima a Casola e a Riolo, quindi a Faenza, alla direzione del Sindacato braccianti e poi dei metalmeccanici. Nel 1987 Sagrini ha iniziato l’esperienza politica nel PCI e, dal 1991, nel PDS di Faenza. Come segretario PDS di Faenza nel 1994 è stato artefice della prima alleanza tra PDS e PPI, tra il centro e la sinistra. E’ stato assessore in Comunità Montana e Sindaco di Casola Valsenio;
  • altro consigliere di amministrazione è Mauro Casadio Farolfi Laureato in Scienze Politiche, da 25 anni è consulente nel settore della comunicazione e organizzazione di eventi. Mauro Casadio Farolfi già coordinatore Margherita di Imola e componente Direttivo PD;
  • ultimo consigliere di amministrazione l’ing. Loris Lorenzi Presidente Acantho S.p.A., società di proprietà Con.Ami e HERA S.p.A., opera nell’ambito della Divisione - vendite e marketing - di HERA S.m.A. Sempre nell'ambito di quest'ultima Acantho S.p.A. gestisce tutte le attività TLC del Gruppo - Direttore della Divisione 'Vendite e Marketing' di HERA S.p.A.- Presidente SFERA s.r.l. Presidente Modena Network, laurea in Ingegneria Elettrotecnica. Nel periodo 1975-1982 Capo Ufficio Tecnico di AMI. Dal 1982 al 1992 Dirigente Tecnico Operativo e Vice Direttore, e successivamente Direttore Generale di AMI Dal 2001 Direttore generale di AMI S.p.A., Direttore Generale di CON.AMI, Vice Presidente di AMF S.p.A., Direttore Generale del Consorzio Acquedotto Valle del Lamone. Ha svolto diversi studi per la riorganizzazione delle imprese di servizi pubblici locali tra cui nel 1999 le riorganizzazione tecnico-societario del servizio di igiene ambientale del Comune di Napoli. È Presidente del Comitato Tecnico di Federelettrica,. Presidente di Acantho S.p.A., consigliere di amministrazione nelle società Attivabologna S.r.l. consortile e Viviservizi S.r.l. consortile. Ha costituito ed avviato operativamente tutte le società controllate da AMI, di alcune delle quali ricopre tuttora la carica di Presidente. Da novembre 2002 Direttore Divisione Vendita e Marketing di HERA S.p.A., Direttore Generale a.i. di HERA Ami S.r.l. unipersonale e amministratore delegato di HERA Comm S.r.l. Unipersonale;
  • L’altro socio di Formula Imola S.p.a è Motosport eventi S.r.l. con una quota composta da: 1.000.000 AZIONI ORDINARIE pari a nominali: 1.000.000,00  EURO Codice fiscale: 02741941203 ha un capitale sociale dichiarato sul modello con cui e' stato depositato l'elenco soci di 510.000,00   EURO;
  • i proprietari di Motosport eventi S.r.l. sono Sofir – Società fiduciaria e di revisione S.r.l. con una quota di nominali: 10.000,00  EURO di cui versati: 10.000,00 Codice fiscale: 01043290376 BOLOGNA (BO) PIAZZA DEI MARTIRI 1943-1945 1/2  cap 40121 e Industrial Resources investiments Sa con quota di nominali pari a 500.000,00  EURO di cui versati: 500.000,00 con cittadinanza in LUSSEMBURGO LUSSEMBURGO (EE) RUE DE L'EAU 18  cap L1449  (LUSSEMBURGO);
  • proprietari di Sofir – Società fiduciaria e di revisione S.r.l sono Chieffo Giuseppe Nato a BOLOGNA  (BO)  il 26/10/1947, Venturi Alfonso nato a Bologna il 13/04/918 che a loro volta sono anche consiglieri di amministrazioni rinnovati fino al 2012 e Cazzola Amedeo;
  • Sofir - Società fiduciaria e di revisione con sede a Bologna, che secondo il quotidiano il Fatto Quotidiano del 10/12/2009 è: “…….Una società sconosciuta alla finanza italiana, il cui capitale è in mano per il 51,33 per cento a un professionista, Giuseppe Chieffo. Le restanti azioni sono equamente divise tra Alfonso Venturi e Amedeo Cazzola (24,33% ciascuno).
  • Formula Imola S.p.a ha 4.500.000 euro di debito;
  • è stato deciso in consiglio di amministrazione di ConAmi all’unanimità che questo pagherà 3.000.000 del debito della società Formula Imola S.p.A. nonostante sia socio di minoranza avendo 250.000 quote ordinarie contro 1.000.000 di Motorsport eventi S.r.l.

Considerato che:

  • dalle dichiarazione rilasciate ai giornali risulterebbe che il Sindaco e l’Assessore competente non fossero a conoscenza della questione e dei particolari della stessa;
  • evidentemente il rappresentante del Comune non ha provveduto ad informare il Sindaco e a renderlo partecipe della vicenda e delle problematicità e a condividere una linea di condotta da tenere in seno al Consiglio di amministrazione di ConAmi;
  • la vicenda sembra piuttosto complicata così come complicati risultano i vari assetti societari della congerie di società matrioska coinvolte nell’operazione;
  • che dopo avere accuratamente verificato soci e amministratori delle società di questa vicenda ci si arena su di un socio lussemburghese di Motor sport eventi S.r.l e su di una società di revisione sconosciuta alla finanza italiana, balzata alle cronache in quanto: “.. depositaria di un pacchetto azionario di una delle principali società di intercettazione italiane la “RCS S.p.a.” acronimo di Research control system: ufficialmente senza un proprietario noto. Almeno dal luglio del 2008, da quando il gruppo Urmet, della famiglia torinese Mondardini, è entrato in crisi e ha venduto la controllata specializzata nel “tendere l’orecchio”. Da allora, l’unico dato certo, sono l’amministratore delegato, Roberto Raffaelli, il presidente del consiglio di amministrazione, Alberto Chiappino e il vicepresidente, Aurelio Maria Voarino. L’acquirente è ignoto, ma di certo l’intero pacchetto azionario è depositato presso la Sofir, la Società fiduciaria e di revisione con sede a Bologna. Una società sconosciuta alla finanza italiana, il cui capitale è in mano per il 51,33 per cento a un professionista, Giuseppe Chieffo. Le restanti azioni sono equamente divise tra Alfonso Venturi e Amedeo Cazzola (24,33% ciascuno). Il passaggio di mano della Rcs è avvenuto a luglio dello scorso anno in concomitanza con l’accentuarsi della crisi del gruppo Urmet. Lo scorso anno la Rcs ha fatturato oltre 33 milioni.”

Ritenuto che:

  • Con.Ami gestisce risorse pubbliche;
  • con il sistema delle società matrioska si perde la tracciabilità del denaro pubblico che viene disperso in mille rivoli;
  • questa operazione non sembra corrispondere alla mission del ConAmi che ricordiamo è: “… riuscire a realizzare ogni tipo di intervento di interesse pubblico a sostegno dello sviluppo economico e sociale del territorio. In tale modo le Amministrazioni Comunali socie di Con.Ami riescono a intervenire con prontezza nel rispondere alle esigenze di innovazione, modernizzazione e di creazione d’infrastrutture anticipando la realizzazione dei programmi regionali, nazionali e comunitari.”;
  • è necessario verificare le responsabilità di questa vicenda;
  • i Sindaci dei Comuni soci ConAmi non abbiano vigilato a sufficienza sull’operato del consorzio pubblico;
  • la rappresentanza nel Consiglio di amministrazione di Con.Ami appare molto politicizzata e molto debole;

Interroga
Il Sindaco e la Giunta
per conoscere:

1. se ritenga opportuno fare chiarezza sulla vicenda;
2. se ritenga opportuno convocare il Presidente ConAmi ed il rappresentante del Comune in Consiglio di Amministrazione per riferire in Consiglio Comunale;
3. quali interventi ha realizzato nel territorio del nostro Comune;
4. quali interventi saranno inficiati da un esborso di 3.000.000 di euro da parte di Con.Ami per farsi carico del buco di Formula Imola S.p.a;
5. se non ritenga opportuno mettere termine alla prassi della CASTA di privilegiare nelle nomine la fedeltà politica alla competenza;
6. se non ritenga opportuno che la serie di buchi e perdite che manifestano le varie società con soci pubblici siano la risultanza di politica tesa all’eliminazione del controllo anche politico su queste società.

Tranquilli amici comunisti, ritornerà… ritornerà…

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giovedì 20 maggio 2010

Concita, la proletaria

Durante l’ultima puntata di Ballarò, la direttora dell’Unità Concita De Gregorio- che durante il dibattito si è sempre schierata in prima fila nella difesa della “classe lavoratrice” e dei “precari” a suo dire vessati dal governo - sfoggiava uno splendido paio di scarpe firmate Roger Vivier. Probabilmente i telespettatori a casa non ci hanno fatto caso, ma Bocchino, in studio, le ha notate.

Si tratta di accessori di gran classe, molto lussuosi, il cui prezzo si aggira sui mille euro almeno. Le scarpe Roger Vivier sono così esclusive che perfino a Roma è difficile procurarsele: bisogna ordinarle apposta e farle arrivare.
Niente male per la proletaria Concita. Va bene che la rivoluzione non è un pranzo di gala, ma se la si deve fare, tanto vale essere ben vestiti.

Giorgio Sagrini detta la linea politica per il salvataggio di "Formula Imola" la società di gestione dell'autodromo. I tre milioni necessari sono quelli di Con.Ami. Il rimedio sembra peggiore del male.

Per salvare Formula Imola, la società che gestisce l'Autodromo "Enzo e Dino Ferrari", dichiarata fallita lo scorso 17 febbraio dal Tribunale di Bologna, il ConAmi paghera' buona parte dei debiti (tre milioni di euro su quattro e mezzo) di tasca sua. E i membri del Cda, dove sono rappresentati i 23 Comuni che ne fanno parte, sono d'accordo nel seguire questa strada. Tra coloro che hanno votato a favorere l'ex sindaco di Casola Valsenio, Giorgio Sagrini.
Infatti, secondo quanto fa sapere il rappresentante dell'area faentina all'interno del Consorzio, "negli ultimi consigli d'amministrazione il presidente Montroni ci ha informato sulla situazione e abbiamo valutato le proposte. Io ho votato a favore, ma c'e' stata l'unanimità".
Mentre la procedura fallimentare di Formula Imola andava avanti, il presidente ed ex assessore all'Autodromo di Imola, Daniele Montroni, avrebbe messo sul tavolo dei consiglieri una proposta simile: o si interviene economicamente per tacitare i creditori, oppure si rischia far finire all'asta la societa', e di perdere anche la quota di ConAmi (che detiene il 20% di Formula Imola). E cosi', il Consorzio pubblico (che nasce dall'ex municipalizzata di Imola), attraverso una societa' creata ad hoc (Aton), in questi giorni sta offrendo ai 160 fornitori la copertura del 70% del credito.
"Abbiamo deciso di intervenire per l'importanza che ha l'Autodromo, non solo per Imola, ma per tutto il territorio", riferisce Sagrini. E di questo territorio fa parte anche Faenza, che dopo Imola e' il Comune socio piu' importante dentro Conami: una parte dei soldi pubblici che andranno a salvare Formula Imola sono anche faentini. Ma ne' il neosindaco, Giovanni Malpezzi (Pd), ne' l'assessore con delega ai Rapporti con le societa' partecipate, Germano Savorani, sembrano essere a conoscenza della situazione: "Al momento non posso esprimermi, non sono abbastanza informato- spiega il sindaco di Faenza- nei prossimi cda vedremo quali sono le ipotesi alternative per tutelare il ConAmi".
Gli fa eco Savorani (che e' anche ex assessore al Lavoro della Provincia di Ravenna): "Non ne so abbastanza per poter dichiarare".
Intanto, nessun altro dei 21 Comuni che fanno parte del Consorzio ha protestato contro la linea dettata da Imola. "L'Autodromo e' un punto d'eccellenza per tutto il territorio- ribadisce Sagrini- e deve essere preservato". Per questo motivo, spiega, "il Consorzio ha ritenuto giusta la sollecitazione venuta dal Comune di Imola". Cioe' la messa a disposizione di tre milioni di euro per salvare la societa'. Ma non e' detto che la 'generosita'' di ConAmi basti a far tornare 'in bonis' Formula Imola: i creditori hanno tempo fino alla fine di questa settimana per far valere i propri diritti nello stato passivo della societa', e basta che uno solo di loro si insinui per far andare avanti la procedura fallimentare.
A questo punto resta da capire se l'offerta di ConAmi ai creditori e' condizionata rispetto al salvataggio della societa': se il fallimento dovesse andare avanti, il Consorzio saldera' comunque il 70% dei debiti di Formula Imola?

mercoledì 19 maggio 2010

Gola Profonda non abita più qui. Vietata la diffusione di notizie sulle indagini giudiziarie e sulle intercettazioni coperte da segreto

Chiunque riveli indebitamente notizie che riguardano atti o documenti del processo coperti da segreto rischia il carcere da 1 a 6 anni. La commissione giustizia del Senato ha approvato un’altra delle norme ’calde’ del ddl intercettazioni.
La persona che fa uscire indebitamente questo tipo di notizia deve esserne venuta a conoscenza "in ragione del proprio ufficio o servizio svolti in un procedimento penale". In questo modo si vuole punire il cancelliere o il magistrato che riveli in qualche modo notizie riguardanti questi atti o ne agevolino in qualsiasi modo la conoscenza. Stessa condanna, ovviamente, tocca al giornalista che viene chiamato a rispondere in correità con la talpa che gli ha fornito l’informazione".

Queste pene sono aumentate se il fatto riguarda comunicazioni di servizio di agenti dei servizi. La pena massima è stata aumentata dal governo a sei anni (il testo licenziato dalla Camera ne prevedeva 5) perché’ così, tra l’altro, si tratta di un reato intercettabile.
In base alla norma, inoltre, non si potranno più fare riprese televisive di un processo senza che ci sia il consenso di tutte le parti interessate. La commissione Giustizia del Senato ha respinto tutti gli emendamenti dell’opposizione che puntavano a sopprimere questa parte del ddl intercettazioni.

E sulla pubblicazione delle conversazioni, è vietata quella di cui sia stata ordinata la distruzione o che risultino estranee alle indagini, chi lo fa potrà essere punito con il carcere da 6 mesi a tre anni. La commissione giustizia del Senato ha infatti respinto tutti gli emendamenti presentati dall’opposizione per sopprimere questa parte del ddl sulle intercettazioni. La commissione ha dato inoltre il via libera all’emendamento presentato dal governo in base al quale nessuno potrà più registrare conversazioni senza che ci sia il consenso di tutte le parti interessate. Né fare riprese visive. Chiunque verrà condannato per riprese e registrazioni fraudolente rischia fino a 4 anni di carcere.
Si farà eccezione nei casi in cui tali registrazioni vengono fatte per la sicurezza dello Stato o per dirimere una controversia giudiziaria o amministrativa.

I contributi erogati dall’Unione dei comuni nell’anno 2009

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martedì 18 maggio 2010

I 400mila euro che non vanno proprio giù ai faentini

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Sintesi ripresa da www.faenzanet.it

Si scopre ora che in febbraio mentre migliaia di faentini erano in difficoltà economiche, la Giunta Casadio un mese prima di abbandonare le poltrone, ha liquidato 100.000 euro di consulenze per il Festival dell'Arte Contemporanea.
Davvero uno spreco a favore della contestatissima manifestazione planata su Faenza non si sa da dove. L'attuale Sindaco puntò  il dito contro il FAC, il suo sperpero di denaro pubblico e la sua fondamentale inutilità per i faentini con forti spese (a carico del cittadino) e scarsissima resa senza sostanzialmente coinvolgere la città ed il suo tessuto economico. Grande enfasi mediatica, ma poche presenze nemmeno paragonabili ad altri eventi di prestigio (Argillà, Mei, Palio, Enologica, Nott de Biso' ecc. ) .

Ha poi destato preoccupazione in un'ìntervista su La Voce, il pensiero dell'Assessore alla Cultura (il casolano Massimo Isola), che invece che annunciare il de prufundis per questo costoso carrozzone ha parlato di un "Festival all'anno della svolta".
Tutta Faenza chiede che quanto promesso in campagna elettorale sia mantenuto e che dopo quest'anno, momento in cui scade la convenzione triennale per l'organizzazione di questa iniziativa, non più un singolo euro sia devoluto per il FAC evento che gli organizzatori potranno benissimo replicare ma non certamente con risorse pubbliche manfrede.

***

100425vofac[1] Nella "Voce" di domenica un ampio articolo ha affrontato nuovamente il problema FAC. Si riporta ad esempio il contributo di 100.000 euro che il Comune di Faenza -precedente gestione- ha dato ad una società di Bologna per organizzarlo, oltre alle interrogazioni che dall'opposizione si alzano all'unisono con molta parte della città. Il caso ha voluto che nella stessa giornata l'ufficio stampa del Comune raccontasse del bando pubblico per la vendita dell'ex scuola di Cosina: base d'asta (sempre che si ottengano dato che 2 aste precedenti sono andate deserte) 145.000 euro.
In pratica avviene quindi che il Comune è costretto da una parte a vendere i propri 'gioielli di famiglia', nello specifico un'antica scuola/asilo, per nemmeno coprire un'annualità di fantomatici Festival d'Arte.....
Ed oltre al costo del Comune di 400.000/450.000 euro non va dimenticato che altre spese gravano sulle tasche dei contribuenti faentini per il medesimo evento. In questi giorni dovrebbe avere preso servizio un dipendente assunto dal Comune appositamente per coadiuvare nell'organizzazione del FAC. Insomma quasi un pozzo senza fondo.

Opposizione, sei unica

1q2879[1] Muore un soldato e subito «ritiriamoci», non muore un soldato e chissenefrega: fine della politica estera dell'opposizione.

Pierluigi Bersani, circa le truppe inviate in Afghanistan, ha detto che occorre riflettere «come sta facendo il presidente Obama»: forse ignora che Obama ha triplicato i soldati rispetto a quelli spediti da Bush.

Poi, vabbeh, c'è Di Pietro. Solo ieri ha lanciato un referendum sul nucleare, uno sull'acqua, uno sul legittimo impedimento, poi è andato in tournee giudiziaria a Firenze, poi ha fatto dichiarazione sulle primarie, poi una sulla Grecia, poi ha polemizzato con Gasparri, infine eccoti l'analisi geopolitica sull'Afghanistan: «Siamo passati dalla guerra al terrorismo alla guerra guerreggiata».
Chiaro. A casa,dunque. Parliamo di uno che nel 1999 era stra-favorevole alle truppe in Kosovo (disse che bisognava bombardare anche a Pasqua) e due mesi dopo divenne pacifista gettando dei fiori bianchi nell'Adriatico: «Si possono uccidere persone innocenti? Si può, dall’alto delle nuvole, buttare bombe a grappoli?».

Parliamo di uno che nel 2004 era stra-favorevole alle truppe in Iraq e che poi, dieci mesi dopo, riuscì a esporre la bandiera arcobaleno assieme a quella degli Stati Uniti prima di chiedere il nostro immediato ritiro: «La guerra in Iraq va definita come un’occupazione».

Opposizione, sei unica.

Al teatro di Brisighella va in scena un cantiere fermo

Di Martina Liverani – Articolo Pubblicato su Casa Vogue [2009]

Quando il priore di Brisighella, affidò in gran segreto la progettazione di un teatro all’ingegnere comunale Giuseppe Maccolini, quest’ultimo si dovette sentire come il Palladio in procinto di disegnare il Teatro Olimpico. Tanta era all’epoca e “ardente” (come la definisce lo storico locale Antonio Metelli) “la voglia dei giovani di godere dei pubblici spettacoli”, che il Maccolini si strusse per creare, nell’angusto e ristretto spazio retrostante il palazzo comunale, un teatro capace di rinfrancare le serate dei brisighellesi.

Per ordine del priore, l’edificazione fu portata avanti di nascosto, allo scopo di sopire le polemiche di chi avrebbe voluto dedicare quello spazio ad una cappella. A cose fatte, quando il popolo si accorse, la cosa non fu affatto disapprovata e così, tra il sacro e il profano, stanziati trenta scudi con l’ausilio del priore, il teatro fu inaugurato nel settembre del 1832. In questa terra di Romagna, di prelati e cardinali (sette per la precisione), ma anche di irriverenti artisti, appassionati letterati, e talentuosi artigiani, l’attività del teatrino fu intensa e vitale nel corso degli anni a seguire. Numerose compagnie di passaggio, e anche istrioni locali, hanno pestato le assi scricchiolanti del piccolo e raffinato teatrino, regalando emozioni indimenticate.

In molti ricordano ancora il subbuglio del 1941, quando giunse in paese il celebre soprano Maria Pedrini, che a Brisighella ci era nata e vi tornava in pompa magna dopo aver riscosso successi in tutto il mondo. Schiva e sufficientemente “antidiva”, tenne un famosissimo concerto nel Teatro Comunale, oggi a lei intitolato. Restaurato nell’immediato dopoguerra, per rimediare ai danni causati dal conflitto e poi ancora rimesso in sesto negli anni Sessanta, ora il teatro è fatiscente e praticamente in rovina. Uno spazio completamente inagibile: un cantiere messo in piedi una manciata di anni fa e poi bloccato, per mancanza di finanziamenti.

Ora all’attuale sindaco, Davide Missiroli, l’arduo compito di trovare gli “scudi” necessari per incaricare un “nuovo Maccolini” di riportare il teatro al suo splendore, per rincuorare gli animi dei Brisighellesi che non hanno mai perso l’ardente passione per l’arte, la musica e lo spettacolo.

lunedì 17 maggio 2010

E45, non è solo colpa di Roma Ecco i buchi neri della Regione

Da Il Resto del Carlino

buche_strade Ravenna, 14 maggio 2010 -

‘ROMA LADRONA’, urlano da giorni in Emilia Romagna. Per i nostri amministratori (comunali, provinciali e regionali) se l’E45 è una strada che fa schifo la colpa è dell’Anas, quindi del Governo, quindi di Berlusconi.

Ma non è così. O almeno: è troppo facile dire così. Già quindici giorni fa, quando lanciammo l’inchiesta, chiedemmo esplicitamente a tutte le parti in causa di evitare lo scaricabarile. Raccomandazione inutile. Inutile anche ciò che ha detto il conduttore tivù Massimo Giletti: «Ma possibile che una regione forte come l’Emilia Romagna non possa fare nulla? E non si dia la colpa solo all’attuale governo. Anche quando al timone c’era Prodi l’E45 era disastrosa». Aggiungiamo noi: disastrosa solo nel territorio emiliano-romagnolo. Poi, chissà perchè, appena si arriva in Toscana, Umbria e Lazio le buche e le ginkane scompaiono.

PER GIORNI interi abbiamo raccolto e pubblicato le accuse degli amministratori locali ai ‘papaveri’ nazionali; oggi vogliamo porre alcuni quesiti proprio ai potenti di casa nostra, dal governatore Errani al sindaco di Verghereto, un paesotto di 1.974 persone che nel 2008 ha incassato 1milione 16mila e 610 euro di multe, per una media per cittadino di 515 euro. Oppure al sindaco di Roncofreddo (3.271 abitanti) che ha incassato 26mila euro in più rispetto a Verghereto (318 euro pro capite). Inutile dire che con queste multe sono stati ’spennati’ non tanto gli abitanti del paese, ma gli automobilisti in transito sull’E45. Il 99 per cento di quelle multe arriva infatti dagli autovelox piazzati sulla strada maledetta. E allora: perchè un po’ di quei soldi non vengono destinati all’emergenza E45, come prevede poi per il futuro il nuovo codice della strada?

GRAZIE alle multe, le province di Ravenna e Forlì-Cesena, attraversate dall’E45, incassano più di 8milioni di euro all’anno; 67milioni di euro l’Emilia Romagna. L’assessore regionale ai trasporti Peri ci disse che servirebbero per l’E45 700milioni di euro per 5 anni, quindi 140 all’anno. La metà li ha già in tasca lui. ««Per ristrutturare l’E45 l’Anas non ha i soldi? Che vada a prenderli dai comuni multaioli di Cesena e dell’Alto Savio — tuona Luca Ricci dell’Automobile Club Padania — comuni che hanno speculato con l’autovelox sull’E45 incassando decine e decine di milioni di euro in 10 anni di accanimento ai danni degli automobilisti di passaggio».

E NON ci sono sole le multe. «In un anno la regione Emilia Romagna — spiega Luigi Ciannilli, presidente del Comitato per la Sicurezza Stradale ‘Fernando Paglierini’ — incassa quasi 5milioni di euro dai bolli auto e dall’accise sulle benzine. Vorrei sapere dal presidente Errani che fine fanno questi soldi. Lui al Carlino ha detto di aver finanziato lavori per la sicurezza stradale per 500 milioni; a noi risulta che siano stati riversati alle nove province della regione solo 125 milioni di euro per interventi di manutenzione straordinaria. E comunque, l’Emilia Romagna ha destinato alla sicurezza, 0,08 euro per abitante, rispetto ai 37 euro della... Francia».
E allora: diamoci sotto tutti, per favore. Smettiamola di dare le colpe solo a Roma. Che le sue responsabilità le ha, intendiamoci. Ieri ad esempio il Cipe ha dato l’ok a opere e piani di investimento per 17 miliardi di euro e per l’E45 non è arrivato neanche un centesimo. Ma neanche dalla nostra Emilia Romagna arriva un centesimo per questa disgraziata E45.

di MASSIMO PANDOLFI

BERLUSCONI: La nostra missione in Afghanistan e' fondamentale

gallery_11131_1142_9890 Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, appena appresa la notizia dell’attacco contro un convoglio italiano in Afghanistan che ha causato la morte di due militari e il ferimento di altri due, si e’ messo subito in contatto con il sottosegretario Gianni Letta a Palazzo Chigi. 
Lo rende noto un comunicato di Palazzo Chigi. Il presidente Berlusconi ha espresso il profondo cordoglio, suo personale e dell’intero governo, alle famiglie dei militari caduti e ha inviato il suo augurio a quelle dei soldati feriti. Il presidente ha sottolineato al tempo stesso la fondamentale importanza della missione in Afghanistan per la stabilità e la pacificazione di un’area strategica.

Diario di Classe: una generazione guarda sé stessa con ironia e rimpianto

Diariodiclasse

Non siamo come Prodi e Visco: ci sono sprechi da tagliare, ma il Governo non metterà le mani nelle tasche degli italiani

PubblicitaCreative-9 La prossima manovra correttiva che il ministro Giulio Tremonti dovrà presentare nei prossimi giorni non conterrà alcun taglio agli stipendi dei dipendenti pubblici. Lo ha assicurato il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, a margine del Forum P.A. «Non stiamo come la Grecia» ha spiegato il ministro. «Ci sono sprechi da tagliare, ovunque si annidino, a partire dagli sprechi in politica. Ciascuno deve fare la propria parte»ha aggiunto Brunetta, ribadendo comunque che «il governo non metterà le mani nelle tasche degli italiani».

«TAGLI AGLI SPRECHI MA ANCHE RILANCIO E SVILUPPO» - Parlando al convegno inaugurale della XXI edizione del Forum P.A., Brunetta ha spiegato che «il ministro Tremonti presenterà il decreto nelle prossime settimane, in coerenza con i dettami europei; però - ha sottolineato - questo provvedimento non sarà solo e tanto di tagli agli sprechi, dovrà essere parallelamente di rilancio e sviluppo del Paese, realizzando quelle riforme che sono a costo zero, che sono come le ho definite sotto zero». Il ministro della P.A. ha inoltre sottolineato come «questo Paese non sopporterebbe un mero taglio keynesiano della spesa, perchè farebbe ridurre la domanda effettiva e il reddito. Noi abbiamo bisogno di più crescita, con minore spesa pubblica cattiva. Questo è l'oggetto della nostra azione nelle prossime settimane», ha aggiunto, sostenendo che i tagli devono però essere «selettivi, intelligenti. Così come Brunetta ha detto "sì" al patto di stabilità interno, ma anche questo intelligente e selettivo». Il rischio è che con tagli orizzontali si «puniscono allo stesso modo cicale e formiche e questo è sbagliato. I tagli orizzontali non servono, sono deleteri, sono una iattura: è come restringere - è l'esempio portato da Brunetta - la cinta di qualche buco pensando di essere dimagriti, occorre mettersi a dieta in regime funzionale».

Tra visioni e invenzioni: la Romagna vista da sinistra

sabato 15 maggio 2010

Potevano stare disoccupati a lungo ? Naturalmente no in un sistema dove la poltrona è ragione di vita.

Dal settimanale Sette Sere apprendo il nome del nuovo vice presidente della Provincia di Ravenna Claudio Casadio (ex sindaco di Faenza DS) e di Paolo Valenti (ex assessore al bilancio del Comune di Faenza e coordinatore esecutivo DS di Ravenna, area margherita).

Ritengo che la Provincia di Ravenna, con le condizioni finanziare dell’Italia e della Provincia, avrebbe potuto funzionare bene anche senza i due nuovi assessori; sarebbe bastato accorpare le deleghe ai  tanti assessori esistenti.

Il Presidente Giangrandi non ha avuto i problemi del nuovo Sindaco di Faenza Malpezzi che non trovava gli assessori: il nostro ha subito assegnato il posto a due “disoccupati eccellenti” usciti dal Comune di Faenza.

Altra riflessione: nelle primarie del pd per il candidato a Presidente della Provincia in sostituzione di Giangrandi, il nuovo vice presidente Casadio -ex sindaco di Faenza- taglierà le unghie all’altro candidato alle primarie Tampieri?

Vincenzo Galassini Capo Gruppo FI-PDL Provincia di Ravenna

venerdì 14 maggio 2010

Apprezziamo molto l’inserimento delle opere d’arte negli spazi pubblici. Ci permettiamo tuttavia di far rilevare la notevole pericolosità della scultura collocata all’intersezione di Via Matteotti con il Vicolo del Rosso perché le punte sono poste ad altezza di bambino. Ne chiediamo una migliore collocazione o la rimozione

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Donne e Bambini. Cronache di provincia dall'Italia dei valori

Bologna: l'assessore provinciale dell'Italia dei Valori,Maura Pozzati, straccia la tessera dopo che il partito non l'ha ritenuta idonea al nuovo assessorato con deleghe: «Non avrebbe avuto tempo, è anche mamma» commenta la coordinatrice Silvana Mura, scatenando un pandemonio.

Regione Marche: l'Italia dei valori organizza un'ospitata di Luigi De Magistris all'istituto tecnico commerciale e per geometri «Carducci-Galilei» di Fermo, complice la preside Annamaria Vecchiola pure lei aderente all'Idv. De Magistris, davanti ai ragazzi di una pubblica scuola superiore, tiene un vero «comizio politico» (Corriere Adriatico)e parla di giustizia, scuola, informazione e Berlusconi.

Reggio Emilia: la consigliera comunale dell'Italia dei Valori Tania Riccò, 40enne, madre di due bambini, avvocato tributarista figlia di tributaristi, laureata con una tesi sul bilancio dei comuni, consulente in altre amministrazioni pubbliche, questa qui, insomma, viene bocciata in extremis per la carica di vicesindaco a causa di una sua foto comparsa sul profilo di Facebook: la si vede in discoteca mentre balla con un vestito di Dolce&Gabbana che il partito ha giudicato troppo sexy. La collega dell'Idv Filomena di Sciscio, che la sostituisce, provvede a cancellare immediatamente tutte le proprie foto da Facebook.

Tutto questo è accaduto nell'Italia dei Valori nel solo periodo dal 7 al 13 maggio 2010.

giovedì 13 maggio 2010

La sinistra italiana dà l'impressione di essere ormai la parte più reazionaria del paese. Parola de L'Unità

Sottopongo alla riflessione comune questo articolo pubblicato da L’Unità il 3 maggio scorso a pagina 3. L’autore è lo scrittore Francesco Piccolo, collaboratore abituale del quotidiano fondato da Gramsci.
Scrive così:
“La sinistra italiana dà l’impressione di essere ormai la parte più reazionaria del paese. In pratica, ha cominciato a fare resistenza al malcostume, alla degenerazione, e pian piano questa è diventata la sua caratteristica principale, che è tracimata anche sul costume, su ogni forma di cambiamento, di accadimento. Ha trasformato il “resistere, resistere, resistere” in una tignosa resistenza a tutto. Che è diventata senso di estraneità. Dà l’impressione, al resto del paese, di giudicarlo male qualsiasi cosa provi a fare; di essere scandalizzata, a volte inorridita. Alla sinistra italiana, nella sostanza, non piacciono gli altri italiani. Non li ama. Sente di essere un’oasi abitata dai migliori, nel mezzo di un paese estraneo. Di conseguenza sente di non avere nessuna responsabilità. Se l’essere umano di sinistra sentisse una correità, non penserebbe di voler andare a vivere in un altro paese, più degno di averlo come cittadino. Però, a quel paese che non le piace, che non può amare, del quale non sente di far parte, e che osserva inorridita ed estranea, che mette in soggezione di continuo e al quale ricorda che se potesse non ci conviverebbe mai, la sinistra italiana a ogni elezione, è costretta a chiedere il voto. Vuole, cioè, che quella parte di paese che disprezza, si affidi alle sue cure. Ciò che puntualmente non avviene. E poiché non avviene, la sinistra italiana si indigna di più, si estranea di più e ritiene di essere ancor meno responsabile di questo paese di cui non sente di far parte”.

Condivido parola per parola.

Quanto guadagnano gli amministratori dei comuni in Italia?

Anche in Provincia confermiamo il nostro giudizio negativo su la Società d'Area-Terre di Faenza: struttura inefficace e incapace di corrispondere alle necessità di promozione e rilancio del turismo collinare

Ieri in consiglio provinciale si è approvato l'atto di indirizzo per la partecipazione della Provincia ai lavori dell'assemblea dei soci della Società d'Area Terre di Faenza, al cui ordine del giorno risulta iscritta l'approvazione del Bilancio chiuso al 31 dicembre 2009 e il programma di attività per l'anno 2010.
La Società, la cui mission dovrebbe essere la promozione del territorio anche collinare, ha chiaramente fallito lo scopo: i dati sul turismo della collina ne sono la prova.
Evidentemente la Società d'Area si è adagiata su strategie ormai sorpassate creando una struttura di personale che assorbe tutte le iniziative e non promuove il turismo.
Non ultimo riteniamo che il programma Terre di Faenza 2010 allegato alla delibera nella parte riguardante il Centro Immagine presso l'Ipercoop Le Maioliche di Faenza utilizzi una dicitura imprecisa che non tiene conto dei costi effettivi dell’operazione effettivi non riportando con esattezza i termini della delibera del Comune di Faenza che richiama ingenti costi di allestimento che andranno a ricadere sui costi di affitto degli assegnatari che si stanno individuando tramite un secondo bando essendo andato deserto il primo. Anche per questo motivo il voto del Gruppo FI-PDL è contrario.

Raffaella Ridolfi - Consigliere provinciale

mercoledì 12 maggio 2010

Onestamente: qualcuno pensa che la sinistra al governo dell'Italia avrebbe ottenuto questi risultati?

Nucleare, appello degli scienziati a Bersani. Occorre evitare il rischio che nel PD prenda piede uno spirito antiscientifico, elitario e snobistico

Il Pd non può lavarsi le mani sul nucleare o delegare opinioni e considerazioni in merito a qualche secco "no". E' necessario che anche il centrosinistra intervenga nel dibattito e si interessi di una questione così delicata e importante. A chiederlo non sono politici o rappresentanti del governo, ma chi può vantare conoscenze tecniche ed esperienza in materia, gli scienziati. In una lettera aperta al leader del Pd, Pierluigi Bersani, gli studiosi criticano la bocciatura dell'opposizione al piano della maggioranza sul nucleare e chiedono di discutere con maggiore "rigore intellettuale e scientifico. E con spirito concreto": "Riterremmo innaturale e incomprensibile ogni chiusura preventiva su un tema che riguarda scelte strategiche di politica energetica, innovazione tecnologica e sviluppo industriale così critiche e con impatto di così lungo termine per il nostro Paese. L'energia nucleare, quasi ovunque, nel mondo industrializzato è vista come un’insostituibile opportunità che contribuisce alla riduzione del peso delle fonti fossili sulla generazione di energia elettrica, compatibile con un modello di sviluppo eco-sostenibile".
Occorre evitare il rischio che nel Pd prenda piede uno spirito antiscientifico, un atteggiamento elitario e snobistico che isolerebbe l’Italia dalle frontiere dell’innovazione

La lettera - Nel testo si legge: "Dal punto di vista ambientale non vi è programma internazionale accreditato per la riduzione della CO2 che non preveda anche il ricorso all’energia nucleare e non vi è un solo studio internazionale che affidi alle sole rinnovabili il compito di ridurre il peso dei combustibili fossili. Ed invece tutti gli accenti che sentiamo oggi nel Pd prescindono dall’analisi di questi dati e fatti". L’avversione al reingresso dell’Italia nelle tecnologie nucleari è ingiustificabile, secondo gli scienziati, che non intendono tappare la bocca all'opposizione, ma, al contrario esortano ad una maggiore considerazione del tema, con una puntuale sottolineatura degli errori del governo: "E’ incomprensibile, invece, la sbrigatività e il pressapochismo con cui, spesso, da parte di esponenti del Pd, vengono affrontati temi che meriterebbero una discussione informata e con dati di fatto. Caro Segretario, occorre evitare il rischio che nel Pd prenda piede uno spirito antiscientifico, un atteggiamento elitario e snobistico che isolerebbe l’Italia, non solo in questo campo, dalle frontiere dell’innovazione. Ampi settori di intellettualità tecnica e scientifica, che un tempo guardavano al centrosinistra come alla parte più aperta e moderna dell’Italia, non ci capiscono più e guardano altrove. Noi ti chiediamo di prendere atto che il nucleare non è né di sinistra, né di destra e che, anzi, al mondo molti leader di governi di sinistra e progressisti puntano su di esso per sviluppare un sistema economico e modelli di vita e di società eco-compatibili. Noi ti chiediamo - conclude la lettera - di garantire che le sedi nazionali e locali del Pd, gli organi di stampa, le sedi di riflessione esterna consentano un confronto aperto e pragmatico".

La missiva è firmata, tra gli altri, da:
Sen. Umberto Veronesi direttore scientifico Istituto Europeo di Oncologia, Giorgio Salvini presidente onorario Accademia Lincei Margherita Hack astrofisica, Carlo Bernardini professore emerito di Fisica Università di Roma - Direttore di “Sapere”, Enrico Bellone ordinario di Storia della Scienza, Edoardo Boncinelli professore di Biologia e Genetica, Gilberto Corbellini docente di Storia della medicina - Università di Roma, Marco Ricotti professore Politecnico di Milano, Ernesto Pedrocchi professore Politecnico di Milano, Roberto Vacca scienziato e scrittore, Franco Debenedetti economista, Emilio Sassoni Corsi presidente Unione Astrofili Italiani, Marco Carrai ad Firenze Parcheggi, Luigi de Paolis professore Università Bocconi, Chicco Testa imprenditore, Umberto Minopoli manager, On. Erminio Quartiani, On. Francesco Tempestini, Sen. Enrico Morando, Sen. Tiziano Treu, Sen. Pietro Ichino, Sen. Andrea Margheri, Amedeo Lepore professore Università di Napoli, Carlo Pedata professore, Mario Bianchi professore, Riccardo Casale professore, Marino Mazzini professore Università di Pisa, Bruno Neri, professore Università di Pisa, Giovanni Forasassi Professore Università di Pisa, Giorgio Turchetti docente Università Bologna, presidente Centro A. Volta,Carlo Artioli ingegnere nucleare Enea, docente Master Nucleare Bologna, Sandro Paci Università di Pisa - docente di Impianti Nucleari - presidente Corso di Laurea, Davide Giusti ingegnere nucleare Enea - docente Master Nucleare Bologna, Ettore Lomaglio Silvestri professore, Domiziano Mostacci ingegnere nucleare - docente Università di Bologna, Roberta Musolesi insegnante, Guido Fano fisico - docente Università di Bologna, Giorgio Giacomelli fisico - docente Università di Bologna, Vincenzo Molinari professore emerito di Fisica Università di Bologna, Marco Valenzi ricercatore, Paolo Mautino, Francesco Romano ingegnere, Aldo Amoretti sindacalista e consigliere Cnel, Fabrizio Rondolino giornalista, Maria Giovanna Poli giornalista, Myrta Merlino giornalista, Gianfranco Bangone direttore di “Darwin”, Anna Meldolesi giornalista scientifica, Vincenzo Rosselli imprenditore, Angelo Tromboni imprenditore, Antonio Napoli imprenditore, Maria Luisa Mello imprenditore e fisico, Giuseppe Gherardi ingegnere nucleare Enea, Francesco Pizzio ingegnere nucleare, Silvia De Grandis ingegnere nucleare e imprenditrice, Giuseppe Bolla ingegnere, Giulio Bettanini ingegnere elettrotecnico, Andrea Gemignani presidente Confindustria Livorno, Herman Zampariolo presidente Vona Energy, Giulio Valli dirigente Enea - Galileo 2001, Adolfo Spaziani direttore generale Federutility, Giovanni Bignami astrofisico, Massimo Locicero economista, Paolo Saracco fisico, Mauro Giannini direttore Dipartimento di Fisica Università di Genova, Fabrizio Candoni manager, Anna Ascani manager, Francesco Semino manager, Raffaella Di Sipio manager, Pietro Costantino manager, Silvio Simi manager




Quanta inutile demagogia sull'acqua!

Siamo molto preoccupati per la “salute” del Sindaco di Ravenna, l’amico Fabrizio Matteucci, perché temiamo sia affetto da una forma di “dissociazione acuta politico-amministrativa”; infatti, come Sindaco di Ravenna ha appaltato tutti i servizi, fra cui la distribuzione dell’acqua, ad una SpA a scopo di lucro quotata in borsa, che tutti i cittadini conoscono come HERA, poi, sempre come Sindaco, tiene banchetti in piazza per raccogliere firme contro la cosiddetta “privatizzazione dell’acqua”, quella stessa acqua che HERA SpA compra da un’altra Società per Azioni chiamata “Romagna acque società delle Fonti”. Pensavamo che il doppiogiochismo comunista fosse finito con il cambio del nome al partito, invece dobbiamo ogni volta ricrederci e riconoscere che chi viene da quella scuola non cambierà mai.
Su questo referendum “per l’acqua pubblica”, contro il decreto Ronchi vengono brutalmente ingannati i cittadini dicendo che l’acqua verrà privatizzata e che non se ne potrà più disporre se non a caro prezzo, mentre il decreto si limita a completare un percorso di adeguamento alle normative europee, condiviso anche dal centrosinistra, che vede interessata la fase di distribuzione dell’acqua agli utenti, che non potrà più essere affidata in regime di monopolio, ma dovrà essere messa a concorso ed appaltata a chi offrirà le condizioni migliori, di servizio e di prezzo.
La proprietà dell’acqua e delle reti rimarrebbe pubblica e le varie società di gestione, private o pubbliche, concorrerebbero in un regime di concorrenza: tutto a favore dei cittadini che ora a Ravenna vedono un monopolista, HERA, fare il bello ed il cattivo tempo in tutti i settori, con tariffe sempre più elevate e profitti astronomici non dovuti certo all’efficienza aziendale, ma alla mancanza di concorrenza.
Forse è proprio questo che temono il Sindaco di Ravenna ed il PD: se HERA venisse messa in concorrenza e dovesse tagliare i costi esorbitanti, non potrebbe continuare a pagare stipendi, prebende e gettoni ad un pletora di “compagni” inseriti a decine nei consigli di amministrazione, nelle direzioni e negli uffici, come si usa normalmente per politici e sindacalisti “dismessi”.
Ma la malafede del PD è ancora più grave perché, mentre da una parte fa bassa demagogia, dall’altra è andato ben oltre le liberalizzazioni dei servizi di stampo europeo, quando, per una decisione presa dal partito, tutti i Comuni romagnoli hanno ceduto le reti di distribuzione (ad esempio del gas) ad HERA, senza che ve ne fosse bisogno, espropriandosi così del capitale, ma soprattutto della possibilità di avere il coltello dalla parte del manico nei confronti della società concessionaria del servizio e di poterla condizionare nei costi e nelle modalità di servizio, per tutelare i cittadini.
Questa è la vera privatizzazione compiuta dal PD, questo è il vero furto perpetrato nei confronti della collettività; i banchetti per le firme di Matteucci sono solo il fumo negli occhi che si dà ai cittadini per poter continuare ad ingannarli.

Gianguido Bazzoni - Consigliere regionale PDL

martedì 11 maggio 2010

L'Italia si riprende. Il rapporto deficit-pil si attesterà al 5,2%, rendendo così il Belpaese uno dei più virtuosi d'Europa

In barba alla sinistra che sa solo gufare per meschini interessi di parte (qualcuno osa immaginare come avrebbe gestito questi anni di sofferenza economica il mitico Visco!?),  la ripresa economica per l'Italia e gli altri paesi europei è vicina. Ad annunciarlo è il Fondo Monetario Internazionale nel Regional Economic Outlook per l'Europa. Il pil italiano crescerà nel 2010 dello 0,8% a fronte di un'inflazione dell'1,4%. Il rapporto deficit-pil si attesterà al 5,2%, rendendo così il Belpaese uno dei più virtuosi d'Europa, visto che la media in Eurolandiasarà del 6,8%.

Più rapida la ripresa in Germania e Francia dove il deficit-pil risulterà rispettivamente al 5,7% e all'8,2%: «Il pil dell'area euro è previsto in crescita dell'1% nel 2010 e dell'1,5% nel 2011, con la Francia (+1,8%) e la Germania (+1,7%) a spingere la crescita» il prossimo anno, «altre grandi economie dell'area emergeranno più lentamente dalla recessione, fra queste l'Italia. La Spagna è prevista in contrazione anche nel 2011».

Insomma una ripresa "moderata e disomogenea sta prendendo forma in Europa. La crescita nell'area è prevista rafforzarsi nel 2010-2011, anche se i tradizionali motori della ripresa saranno probabilmente più deboli del solito. Nel breve termine la crescita continuerà a beneficiare delle esportazioni e delle misure di stimolo fiscale. Miglioramenti nella fiducia degli investitori e dei consumatori potrebbero spingere la domanda interna. In ogni caso, con la disoccupazione prevista in aumento e con le difficoltà persistenti nel settore bancario, i consumi e gli investimenti rimarranno opachi.

Primo giorno di scuola in Regione. Si insedia il Consiglio Regionale

Primo giorno di scuola per i neoeletti consiglieri regionali. Si sono riuniti per eleggere il loro presidente, il democratico Richetti, e l'Ufficio di presidenza. Ma i grillini non ci stanno. E studenti e precari chiedono ad Errani il reddito minimo garantito

BOLOGNA, 10 MAG. 2010 - Particolarmente movimentato l'insediamento dell'Assemblea regionale dell'Emilia-Romagna. Dal punto di vista istituzionale, il debutto della nona legislatura è filato via come l'olio, con l'elezione all'unanimità del presidente Matteo Richetti del Pd, come ampiamente previsto dalle previsioni della vigilia. La maggioranza ha trovato anche un accordo pieno con Pdl e Lega nord per l'elezione dell'Ufficio di presidenza dell'Assemblea (Up), garantito dal coordinatore regionale del Pdl, il senatore Filippo Berselli, oggi in aula prima della seduta a salutare i propri consiglieri regionali. Ma, sbrigate le formalità di rito, sono cominciate le polemiche.

Il primo a protestare è stato Giovanni Favia, che ha parlato di "tacito accordo tra Pd e Pdl per escludere il Movimento 5 Stelle dall'Up". E' stato il capogruppo democratico Marco Monari, infatti, a proporre Richetti prima e poi Sandro Mandini dell'Idv per la vicepresidenza dell'Assemblea, oltre a Maurizio Cevenini e Mario Mazzotti del Pd rispettivamente per i ruoli di consigliere segretario e di questore, a nome dell'intera maggioranza. E poi Luigi Villani, capogruppo in pectore del Pdl, ha indicato Enrico Aimi del Pdl per l'altra vicepresidenza, il leghista Roberto Corradi come segretario e Luca Bartolini del Pdl come questore. Una spartizione che ha lasciato a bocca asciutta i grillini.

Ma il Movimento 5 Stelle, oltre ad attaccare, deve anche pensare a difendersi da accuse che arrivano dal suo interno. In mattinata infatti è stato notato anche, all'ingresso riservato al pubblico, un uomo vestito da superman: si è appreso poi che si trattava di un esponente del gruppo politico di Modena che fa capo al consigliere comunale Ballestrazzi, estromesso dal movimento per mano di Beppe Grillo in seguito alle elezioni, dopo la lite sulla scelta di un esponente di Bologna - e non di Modena - come secondo consigliere regionale.

E' poi stata la volta di alcune decine di giovani del gruppo "Yes we cash", scattati in piedi non appena il neo presidente dell'Assemblea legislativa, Matteo Richetti, ha dichiarato conclusa la prima seduta. Si sono qualificati come studenti e precari dagli spalti del pubblico, hanno srotolato verso l'aula uno striscione indirizzato al presidente della Regione, Vasco Errani, che recitava: "Vasco, diamo un senso a questa storia, 1.000 euro al mese possono bastare". I manifestanti, che poi hanno proseguito la protesta anche all'esterno dell'aula, hanno chiesto un incontro istituzionale per poter ribadire la richiesta che anche l'Emilia-Romagna, come la Regione Lazio, si doti di una legge per il reddito minimo garantito.

Ad ascoltarli, dal basso dell'aula, il neopresidente Richetti e il segreteraio regionale del Pd Stefano Bonaccini, anche lui consigliere regionale, assieme ad altre persone rimaste sosrprese dalla protesta. A loro i giovani hanno parlato poco dopo nel grande corridoio detto "transatlantico" della crisi economica, delle difficoltà dei precari e, tra l'altro, della cassa integrazione in deroga in scadenza a ottobre. Richetti ha risposto loro innanzitutto ricordando quanto la Regione Emilia-Romagna ha già fatto per gli ammortizzatori in deroga ("sono rimaste fuori - ha ammesso - le categorie che indicate voi"). Poi ha precisato loro il proprio ruolo di rappresentanza ("oggi non è stato eletto un monarca"): "dovete darmi l'opportunità di una sede di confronto con voi".

A qualcuno che insisteva, Richetti ha precisato ancora: "Non possiamo discutere senza coinvolgere il governo di questa Regione, altrimenti vi prenderei in giro". Il ruolo del presidente dell'Assemblea è infatti squisitamente istituzionale, mentre la proposta di una legge è un atto politico che compete la Giunta o i consiglieri regionali. Prima di lasciare il palazzo regionale, in un mini-corteo aperto dallo striscione (preceduto da una corda da bucato con appese diverse paia di mutandine colorate), il gruppo ha appreso dallo stesso Richetti diverse indicazioni per scrivergli in seguito nell'ufficio della Presidenza dell'Assemblea legislativa.

Ma non finisce qui. Anche la Flai-Cgil di Bologna ha voluto far sentire la sua voce in una giornata simbolica come questa, in cui una nuova pagina di vita regionale si appresta ad essere scritta. E ha organizzato un volantinaggio all'ingresso del palazzo regionale per denunciare la situazione della Cooperativa Agricola Anzolese. Dopo aver cessato l'attività produttiva nel 2009 con attivazione della cassa integrazione per gli oltre 200 lavoratori, grazie anche all'interessamento della Regione, del Comune di Anzola e di Legacoop, ora "gli ammortizzatori sociali si stanno avviando velocemente all'esaurimento e si prospetta il licenziamento definitivo: nessuna iniziativa imprenditoriale alternativa si è ancora prospettata".